Editoriale
È sempre colpa del solito medico di famiglia
E'
bastato un
articolo un po strillato sulle prime pagine del Corriere
della Sera, e il pronunciamento di un importante giuslavorista,
per riscatenare la ciclica caccia alle streghe
contro i medici di famiglia. Questa volta a tema ci sono i certificati
allegri che farebbero perdere al nostro Paese milioni
di euro in giornate
non lavorate e che sarebbero farina del sacco di professionisti
che, invece di lavorare quotidianamente per la salute dei cittadini,
passerebbero il loro tempo a coprire i propri pazienti. Ben
fa il segretario della Fimmg, Giacomo Milillo, a ricordare che
la figura del medico di famiglia è legata al rapporto
di fiducia instaurato con il proprio assistito, del quale conosce
la storia clinica e la dimensione psico-fisica. Quando ne certifica
uninvalidità temporanea al lavoro, lo fa seguendo
questi parametri. Daltronde la funzione di controllo non
appartiene al medico, né ai vari ordini professionali
dei medici.
Il nostro ordinamento concede questa facoltà allInps
e alle Asl, che la espletano sulla base di precise disposizioni
di legge. Questo caso riapre, tuttavia, una finestra ampia su
quello che cè e quello che manca per il Mmg nellordinamento
attuale. Cè, infatti, un fiorire di attività,
anche amministrative, che gravano su di lui: dal lavoro ai
certificati sportivi, dallaccompagnamento alla nascita,
fino a tutte le principali attività e campagne di prevenzione,
alla cura delle cronicità oltre al lavoro di relazione
e di accompagnamento alla vita del cittadino e della sua famiglia.
A fronte di tutto questo impegno, il suo profilo rimane sempre
incerto: doveva essere il gatekeeper del Sistema sanitario nazionale,
ma da guardiano dellaccesso è diventato, più
che altro, a seconda delle necessità, il ragazzo di bottega,
ma anche il factotum, che dalle prescrizioni dei pannoloni fino
alla diagnostica e alla clinica è capace di svolgere
tutti le parti di quella che sta assumendo sempre più
i caratteri di una commedia.
Ma cè di più. Se in Italia i numeri del
gradimento degli italiani per il proprio medico di famiglia
sono sempre altissimi, come abbiamo scritto e confermato più
volte, una nuova ricerca pubblicata su Medical Care, rivista
dellAmerican Public Health Association, ha evidenziato,
dati alla mano, che quando la relazione tra medico e paziente
è allinsegna dellascolto, della fiducia e
della comprensione reciproci, lassistito non è
soltanto più soddisfatto, ma guadagna salute: il mal
di testa cronico migliora, i livelli di glicemia e pressione
arteriosa sono meglio controllati e la psiche è più
serena. Insomma questa buona relazione che, secondo alcuni,
in Italia sarebbe alla base di complicità al limite del
malaffare, oltreoceano è considerata un determinante
della salute
al pari di farmaci e vere e proprie terapie. Sogniamo un giorno
in cui i Mmg incasseranno un titolo su un quotidiano di prestigio
nazionale anche per questo.