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M.D.
numero 9, 15 marzo 2006
Pratica
medica
Malattia da reflusso gastroesofageo mascherata
da sintomi atipici
di Leonardo Trentadue, Medico di medicina generale,
Ferrandina (MT)
Paziente
di sesso maschile, quarantunenne, da alcune settimane accusa
disfonia, tosse e dispnea. Lesame obiettivo è
nella norma e sospettando una rinite allergica associata
a laringite catarrale acuta, prescrivo vapore, cetirizina
e flunisolide spray nasale.
Dopo due settimane non si osserva alcuna remissione della
sintomatologia. |
Allanamnesi
remota non emerge nulla di rilevante, tranne una deviazione
del setto nasale su base verosimilmente post-traumatica. È
risaputo che questa condizione predispone a frequenti infezioni
delle vie aeree superiori, ma in questo caso il paziente non
registra una storia clinica di patologia respiratoria particolarmente
consistente.
Visto il fallimento della terapia aerosolica e antistaminica,
prescrivo una visita specialistica otorinolaringoiatrica per
un approfondimento del caso.
Diagnosi dello specialista
Il paziente, di sua spontanea iniziativa e senza ragioni plausibili,
decide di non consultare un otorinolaringoiatra dela nostra
zona, ma direttamente il direttore di una clinica universitaria
di unaltra Regione.
Lo specialista conferma solo la rinite allergica ed effettua
una rinomanometria.
La
terapia suggerita si limita al mometasone spray nasale, uno
spruzzo per narice 2/die per tre mesi.
Persistenza dei sintomi
Dopo una settimana il paziente si ripresenta in studio: non solo
la sintomatologia persiste, ma si è accentuata.
Rimetto in discussione la diagnosi e riconsidero il caso da altre
prospettive, sottoponendo il paziente a una nuova e più
accurata anamnesi.
Allargando langolo di prospettiva diagnostica, gli chiedo
- visto che finora ha affermato di non avere mai accusato sintomi
di rigurgito e di acidità - se qualche volta ha avvertito
bruciore in sede retrosternale e se la sua sintomatologia si accentua
passando dalla posizione eretta a quella supina.
Alla risposta affermativa, mi sorge il dubbio che tali sintomi
possano ricondurre alla malattia da reflusso gastroesofageo e
prescrivo unesofagogastroduodenoscopia.
Il paziente, come già era avvenuto per il consulto otorinolaringoiatrico,
cortocircuita tutti e si ricovera in day hospital
in una clinica privata di unaltra Regione.
Ricovero e diagnosi
Il paziente viene sottoposto a una serie di indagini diagnostiche
(ecografia delladdome, della pelvi e della tiroide) che
risultano nella norma, mentre lEGDS rileva rilevatezze
biancastre multiple da riferire a candidosi del tratto distale
dellesofago. Piccola ernia jatale da scivolamento. Eritema
della mucosa antrale della stomaco. Nulla nei restanti tratti.
Il test per lHelicobacter pylori è negativo.
n Visita otorinolaringoiatrica: ipertrofia della mucosa laringea
con edema e iperemia.
La terapia comprende un antimicotico in sospensione orale per
risolvere la candidosi provocata dai cortisonici in aerosol e
un inibitore di pompa protonica da assumere giornalmente per due
mesi. Gestisco direttamente la terapia prescritta in ospedale,
ma aggiungo alcuni importanti consigli comportamentali: lelevazione
di 10 cm della testata del letto, leliminazione di cibi
favorenti il reflusso gastroesofageo, lassunzione di pasti
piccoli e frequenti e lanticipazione della cena di circa
tre ore prima di coricarsi.
Commento
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I
sintomi atipici della malattia da reflusso gastroesofageo
possono colpire vari organi tra cui faringe, laringe e polmoni,
con sviluppo di faringiti, laringiti e asma bronchiale,
anche se non
è ancora chiaro il meccanismo attraverso il quale
si instaurano. Unipotesi è che essi vengano
indotti direttamente dallacido gastrico sugli organi
respiratori interessati, laltra ipotesi che vengano
indotti attraverso linnesco di riflessi che provocano
tosse, raucedine e broncospasmo. Altri sintomi atipici comprendono
dolore toracico non cardiaco, alitosi, bradicardia riflessa,
torcicollo, sinusite cronica, otalgia, cervicalgia, carie.
Nella grande maggioranza dei casi, quando sono presenti
i sintomi atipici mancano i sintomi tipici di reflusso e
di pirosi retrosternale e quindi per il medico di famiglia
è arduo pervenire in prima istanza alla diagnosi
corretta di malattia da reflusso gastroesofageo.
Nel caso trattato era presente, tra i sintomi tipici, solo
la pirosi retrosternale, peraltro in forma attenuata, quindi
laggravamento della sintomatologia atipica coincidente
con il cambio di posizione da eretta a supina si è
rivelato lelemento clinico significativo che ha portato
sul percorso corretto per porre diagnosi. Per il medico
di famiglia, trovarsi di fronte a una sintomatologia a carico
del sistema respiratorio (senza trascurare gli altri sintomi
extra-esofagei) che persiste e non si risolve con le adeguate
terapie, deve spingere a un approfondimento anamnestico
che sposti lopzione diagnostica verso la malattia
da reflusso gastroesofageo. |
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