M.D.
numero 8, 8 marzo 2006
Tribuna
Il costo del tempo delle visite domiciliari
di Giuseppe Belleri, Medico di medicina generale,
Flero (BS)
Tutto il mondo è paese. A questa, forse scontata,
conclusione si arriva quando si confrontano i problemi del Belpaese
con quelli che si incontrano al di là dei confini nazionali,
per esempio oltralpe. In particolare la vexata quaestio delle
visite domiciliari vede spesso pazienti e medici schierarsi
in due opposti e antitetici fronti, tantè che in
Francia da un sondaggio promosso tra gli iscritti dallassociazione
regionale parigina dei Mmg è emerso che 9 medici su 10
vorrebbero abolire le visite a domicilio. Anche nel nostro Paese
la questione è molto dibattuta e giova ricordare che
sebbene le visite domiciliari rappresentano circa il 10% delle
prestazioni di un Mmg italiano, comportano però un notevole
impegno in termini di tempo, soprattutto nei grandi centri urbani.
A
livello Europeo si registra una grande variabilità nel
numero e tipologia della visite domiciliari. Una ricerca condotta
a metà degli anni Novanta tra i Mmg di 18 Paesi europei
ha documentato una forte differenziazione nazionale. A sorpresa
è emerso che sia in Grecia sia in Finlandia tali visite
non fanno parte della routine del Mmg. Negli altri Paesi invece
la media settimanale è compresa tra le 44 del Belgio
e le 2 del Portogallo. Laddove il medico fa da filtro allaccesso
specialistico e ha una lista fissa di pazienti il numero di
visite è inferiore a quello dei Paesi dove non vige tale
sistema. In Italia i Mmg eseguono da 2 a 4 visite al dì,
per una media settimanale di 15-17. I colleghi di Germania,
Austria e Francia si collocano attorno alle 25 visite a settimana,
mentre in genere i medici scandinavi e mediterranei registrano
i valori più bassi.
z Il sondaggio rivelatore
Proprio dalla Francia arriva la notizia di un sondaggio promosso
tra gli iscritti dallassociazione regionale parigina dei
Mmg dal cui è emerso che 9 medici su 10 vorrebbero abolire
le visite a domicilio, giudicate «perdite di tempo e di
denaro», o limitarle ai pazienti veramente bisognosi
come anziani, handicappati o disabili. L87% degli intervistati
ritiene che le visite domiciliari siano più attinenti
allimpegno sociale che sanitario. Secondo lassociazione
questi dati sono conseguenza della forte diminuzione del numero
dei Mmg (15% in meno previsti entro il 2025), dei tagli stanziati
dalla previdenza sociale e dallinserimento professionale
di una nuova generazione di medici meno disponibili. Per scoraggiare
le richieste di visite inopportune, spesso giustificate solo
dalla comodità dellassistito, il 57%
degli intervistati è favorevole ad una dissuasione economica,
tipo tariffe più costose o non rimborsate. Ai pazienti
resterebbe così lalternativa tra andare al pronto
soccorso o chiamare Sos Medecins, la principale rete per le
urgenze sanitarie, sovraccarica già di richieste di intervento.
Probabilmente con il passare degli anni i medici francesi non
riescono a mantenere più il ritmo di 25 visite a settimana
della metà degli anni Novanta. Tre sono le motivazioni
che possono spiegare questa disaffezione per le visite domiciliari,
soprattutto se richieste per motivi poco rilevanti o francamente
inappropriati:
il continuo incremento degli accessi ambulatoriali dei
malati affetti da polipatologie croniche;
la contemporanea riduzione delle ospedalizzazioni per
tali malattie a seguito dellintroduzione dei DRG che,
assieme alle dimissioni precoci, ha spostato sul territorio
una fetta di patologie in passato gestite a livello nosocomiale;
la necessità di presa in carico degli assistiti
non deambulanti che comportano un onere non indifferente di
tempo e di energie per il monitoraggio domiciliare delle loro
condizioni.
Questi cambiamenti, epidemiologici e organizzativi, spiegano
quanto sia diventato problematico oggi assicurare gli stessi
standard assistenziali di 15-20 anni fa. Cè un
concetto delleconomia che rende conto di tale fenomeno:
il costo opportunità. In economia sanitaria il costo
di una determinata prestazione è rappresentato anche
dalla rinuncia ai risultati che si otterrebbero assegnando le
risorse a un utilizzo alternativo. Non si tratta solo di risorse
economiche, ma anche della variabile tempo, risorsa scarsa per
antonomasia che obbliga il professionista a una continua scelta
tra opzioni alternative: il tempo è irreversibile e in
questo senso ogni ora, ogni giornata hanno sempre e comunque
un costo opportunità. Come dire: ogni visita domiciliare
richiesta per futili motivi toglie tempo ed energie per impieghi
alternativi più produttivi sia per gli assistiti realmente
bisognosi sia per il sistema.