M.D.
numero 5, 15 febbraio 2006
Epidemiologia
Banca dati sullšantibiotico-resistenza
Il
progetto Patologie gravi e farmacoresistenza,
coordinato dallISS e realizzato con investimenti pubblici
e privati, ha permesso la creazione di una banca dati nazionale
sui germi resistenti agli antibiotici, che sarà utilizzabile
da tutti gli operatori sanitari
Lea
tempo lOMS ha lanciato l'allarme sul fenomeno dell'antibiotico-resistenza,
denunciandolo come uno dei principali pericoli per la sanità
pubblica nel mondo. In Italia lavvertimento è stato
raccolto sia dalla comunità scientifica sia dalle istituzioni
sanitarie, proprio per fronteggiare un fenomeno che sta creando
seri problemi nel trattamento delle malattie infettive.
In questa direzione si inserisce lo studio Patologie gravi
e farmacoresistenza, un progetto nazionale coordinato
dallIstituto Superiore di Sanità e co-finanziato
dal Ministero della Salute e da Pfizer Italia, ideato per conoscere
la distribuzione delle principali infezioni gravi causate dai
batteri in Italia e quanto questi batteri siano diventati resistenti
agli antibiotici.
Lanalisi dei risultati ha consentito la creazione di una
banca dati nazionale, al momento unica in Europa. Nello studio
sono stati isolati circa 6.000 ceppi batterici, dei quali è
stato poi indagato lintero spettro di suscettibilità
agli antibiotici.
La mappatura realizzata dallISS è uno strumento
tanto più importante quanto più il fenomeno dellantibiotico-resistenza
ha assunto nel nostro Paese una consistenza e una diffusione
allarmanti, con un aumento della morbilità e della mortalità
nei pazienti ospedalizzati. La banca dati sarà a disposizione
di tutti gli operatori sanitari e soprattutto dei reparti di
terapia intensiva che potranno disporre di dati che consentono
di conoscere i germi più comunemente causa di infezioni
gravi.
Ogni medico potrà mettersi in contatto con lospedale
che ha partecipato allo studio nella propria area geografica
e acquisire le informazioni corrette sui batteri resistenti
agli antibiotici e potere così migliorare il proprio
approccio terapeutico. La mappatura, quindi, offre anche informazioni
immediatamente utilizzabili per la pratica clinica quotidiana.
Epidemiologia
& costi |
In Italia si stimano circa 500.000 infezioni ospedaliere/anno
Circa 72.000 infezioni (1/7 del totale) sono
causate da germi multiresistenti
Lantibiotico-resistenza raddoppia almeno
di una settimana il tempo
di degenza e i costi connessi
Il costo dellantibiotico-resistenza è
quantificabile in 300 milioni di euro
Fonte: ISS
|
Lobiettivo
dello studio è anche fornire un strumento utile al servizio
sanitario per lelaborazione di strategie di politica farmacoeconomica.
Secondo i ricercatori dellISS i risultati permettono infatti
di avere a disposizione uno strumento di controllo, che può
fare dimezzare i costi impegnati per questo genere di infezioni.
Liniziativa è inoltre un esempio di come una collaborazione
tra un ente di ricerca pubblico e unazienda farmaceutica
privata possa costituire un valido contributo per la razionalizzazione
della spesa sanitaria e per la tutela della salute pubblica.
Lo studio
Lindagine, durata oltre due anni, ha coinvolto 45 tra
i più grandi centri ospedalieri e universitari italiani
ed è stata condotta attraverso l´analisi di 5.353
campioni, tra sangue, escreato profondo, lavaggio broncoalveolare
e brushing protetto.
Dall´analisi dei risultati è emerso che oltre un
quarto dei batteri che causano infezioni (setticemie, polmoniti,
endocarditi, ascessi profondi e infezioni chirurgiche) sono
resistenti ad uno o più antibiotici usati per curare
tali patologie. In alcuni batteri che molto di frequente sono
causa di infezioni, quali lo stafilococco, la resistenza alle
penicilline ha raggiunto la soglia dell80%, mentre nei
reparti di terapia intensiva le resistenze hanno superato il
90%.
Circa un terzo di tutti i ceppi isolati di Enterobacter, uno
degli agenti più comuni nelle sepsi ospedaliere, è
resistente alle cefalosporine e ai fluorochinoloni, mentre in
batteri quali Stenotrophomonas e Acinetobacter, frequenti visitatori
dei reparti di terapia intensiva, la resistenza a penicilline,
fluorochinoloni, e imipenem può arrivare a più
del 90%.
Misure da adottare
I risultati dello studio costituiscono fonte di preoccupazione
e di allerta, ma suggeriscono anche i settori in cui lintervento
va focalizzato. Per lISS le misure da adottare comprendono:
attivazione di comitati di controllo delle infezioni
ospedaliere, col compito di monitorare costantemente limpiego
corretto degli antibiotici e la diffusione dei patogeni principali;
assicurare il corretto uso delle terapie antibiotiche
da parte dei medici del territorio;
implementazione della ricerca di nuovi strumenti in
grado di contrastare le infezioni (vaccini e strumenti immunoterapici),
con un impegno condiviso tra settore pubblico e privato;
miglioramento della diffusione della pratica vaccinale,
incoraggiamento delle forme di educazione sanitaria dei
cittadini al corretto uso degli antibiotici.
LISS è comunque impegnato nella continuazione del
progetto e nel costante monitoraggio dei dati.