M.D.
numero 4, 8 febbraio 2006
Riflettori
Dal budget finanziario al budget di salute?
di Giuseppe Belleri, Medico di medicina generale,
Flero (BS)
Il compito del Mmg, nellottica del budget
di salute, è quello di preservare nel tempo il livello
di salute dei propri assistiti affetti da malattie croniche,
in virtù di interventi preventivi o di una gestione integrata
delle condizioni patologiche
Il budget è
uno dei capisaldi della filosofia manageriale applicata alla
sanità e ha destato nel tempo non pochi sospetti tra
gli addetti ai lavori, che ne temono i vincoli finanziari e
i condizionamenti sullattività professionale.
L'accezione
comune |
Per
budget si intende un programma di gestione, riferito allesercizio
futuro, che si conclude con la formulazione
di un bilancio preventivo, e con le seguenti caratteristiche:
globalità e articolazione per centri di responsabilità;
periodicità infrannuale e quantificazione
economico-monetaria.
Le funzioni e gli obiettivi del budget sono molteplici:
guida dellazione manageriale in sintonia con
il piano strategico;
incremento delle conoscenze economiche, finanziarie
e patrimoniali;
coordinamento dei vari organi dellimpresa;
miglioramento qualitativo, organizzativo e gestionale.
Il budget è uno strumento delle politiche di programmazione
e controllo, si fonda sul confronto tra dati previsti e
dati realizzati e può riguardare varie aree
funzionali: produttiva, finanziaria, commerciale, patrimoniale,
contabile, acquisti, sviluppo e ricerca, ecc. |
Laccezione
più comune del termine non è quella un po
oscura della teoria manageriale, ma quella semplificata e concreta
del tetto di spesa programmato (budget finanziario), a cui si
devono attenere le diverse unità operative aziendali,
in particolare ospedaliere. In pratica si stabilisce a tavolino
che alcuni capitoli di spesa, costi e/o prestazioni, non debbano
superare nellanno successivo, o in periodi infrannuali,
un certo incremento rispetto alla spesa corrente oppure che
debbano ridursi in relazione a parametri predefiniti.
Anche in medicina generale sono state avviate, nella seconda
metà degli anni novanta, diverse sperimentazioni basate
sul tetto di spesa programmato. Il concreto rischio di queste
iniziative è che si persegua un obiettivo meramente finanziario,
cioè il risparmio fine a se stesso, indipendentemente
da considerazioni su efficacia, appropriatezza ed equità
delle prestazioni erogate. Dalle varie esperienze sono emersi
i limiti del budget finanziario per singola voce di spesa (per
esempio farmaceutica), riconducibili a fattori sia teorici sia
empirici:
-
uneccessiva
focalizzazione dellattenzione dei medici sulla variabile
finanziaria a scapito dellefficacia clinica e della
qualità assistenziale;
-
leffetto
vasi comunicanti durante la sperimentazione, vale
a dire lo spostamento delle prestazioni verso altri servizi
o voci di spesa (per esempio aumento dei ricoveri o della
diagnostica dopo la riduzione delle prescrizioni di farmaci);
-
leffetto
rebound sulle prescrizioni dopo il termine di validità
della sperimentazione;
-
problemi
di rilancio degli obiettivi di mero risparmio nei cicli di
budget successivi al primo;
-
mancata
pesatura della spesa farmaceutica in rapporto
alla composizione anagrafica degli assistiti;
-
prevalenza
degli obiettivi finanziari di breve periodo (risparmi sul
bilancio annuale) rispetto a quelli clinici di più
ampio respiro temporale (contenimento delle complicanze o
delle recidive sul medio/lungo periodo);
-
difficoltà
nella costituzione di gruppi di Mmg omogenei e con popolazione
minima di 9.000 assistiti, al fine di tenere conto della variabilità
statistica e per una equa ripartizione del rischio tra i medici
aderenti;
-
rischio
di incoerenza tra obiettivi finanziari e altre iniziative
promosse dalla Asl (limplementazione di linee guida
e PDT non garantisce affatto il rispetto o il rientro nelle
medie di spesa, ma può comportare aumenti delle prescrizioni
di indagini e/o farmaci e quindi della spesa) e problemi etico-deontologici
relativi agli incentivi economici per i medici parsimoniosi;
-
mancato
scorporo delle prescrizioni del Mmg indotte dalle strutture
ospedaliere o specialistiche ambulatoriali (ricoveri, farmaci
per malattie croniche, ecc.)
Per
questi motivi già allinizio del terzo millennio
in molte Asl si è optato per un progressivo abbandono
delle variabili puramente finanziarie (tetto di spesa) a vantaggio
di sperimentazioni orientate a dimensioni più complesse
di tipo clinico-economico, come lapplicazione o verifica
di linee guida e limplementazione dei percorsi diagnostico-terapeutici.
Ciononostante la filosofia del tetto di spesa programmato sopravvive,
per diverse motivazioni, in due forme di budget che riguardano
le strutture ospedaliere e il distretto sanitario.
Budget di produzione ospedaliero
Questa forma di budget non riguarda tanto le prescrizioni del
Mmg, ma lerogazione di prestazioni da parte dei fornitori
ospedalieri accreditati, ai quali il Ssr commissiona un certo
volume di prestazioni annue, stipulando contratti ad hoc.
Fino ai primi anni novanta la pratica del budget era nei fatti
irrealizzabile a livello delle strutture ospedaliere, complice
il sistema di pagamento a giornate di degenza. Solo con lavvio
del processo di aziendalizzazione della sanità pubblica
nel 1992 e la successiva introduzione del sistema di pagamento
a tariffa predefinita iso-risorse, secondo le categorie individuate
dai DRG, si sono realizzate le condizioni per una gestione budgettaria
delle aziende ospedaliere. I DRG sono funzionali alle strutture
che erogano prestazioni a maggiore complessità organizzativa
ma più standardizzabili (DRG chirurgici in regime ordinario
o in day-hospital). Gli effetti dellintroduzione dei DRG
sullefficienza delle aziende ospedaliere sono stati significativi.
Ciononostante dopo alcuni anni sono emersi alcuni problemi legati
al rapporto tra tariffe predefinite e costi di produzione ospedalieri,
tendenzialmente rigidi e incomprimibili.
Con il passare del tempo i DRG hanno generato alcuni effetti
collaterali, correlati a due situazioni antitetiche:
-
nel
caso in cui la tariffa sia significativamente inferiore al
costo di produzione vi è il rischio che lerogatore
ricorra alla cosiddetta selezione avversa dei casi meno remunerativi
(cream skimming), con conseguente alterazione del case mix
per screening dei pazienti più impegnativi (cronici
e polipatologici, casi rari e complessi, ecc.) che non consentono
la copertura dei costi fissi;
-
se
invece la tariffa si rivela remunerativa rispetto al costo
medio di produzione si verificherà la situazione opposta,
ovvero la selezione positiva dei DRG più vantaggiosi
per lerogatore (atti chirurgici programmabili con elevato
turn-over di pazienti) con espansione delle prestazioni
funzionali allequilibrio costi/ricavi.
La
diffusione dei meccanismi tariffari e la conseguente spinta inflazionistica
per la convenienza economica dei produttori a incrementare la
propria offerta ha imposto lintroduzione di meccanismi di
programmazione e controllo dei volumi delle prestazioni, ovvero
i tetti di produzione su base annuale, al fine di controbilanciare
la tendenza allautoinduzione delle prestazioni e la selezione
dei casi da parte degli erogatori.
Per compensare i potenziali effetti distorsivi dei DRG, le Asl
e le Regioni hanno adottato alcune contromisure, centrate appunto
sul contingentamento della produzione per il controllo
dellofferta di prestazioni. Sono stati così introdotti
i contratti con le strutture accreditate che prevedono limitati
incrementi dei volumi e tetti alle prestazioni erogabili nonché
vincoli normativi relativi a tempi di attesa, criteri di appropriatezza
e standard di qualità.
Budget di produzione distrettuale e dei
Mmg
A differenza della precedente forma di budget, che riguarda le
strutture operanti a valle della medicina generale, il budget
di produzione territoriale interessa sia il distretto sia i Mmg,
considerati centri di responsabilità subordinati ai quali
sono ricondotte le prescrizioni.
Il budget di produzione attiene alle prestazioni consumate globalmente
dal distretto e/o indotte dai Mmg, singoli o associati, vale a
dire prescrizioni di farmaci, ricoveri, accertamenti diagnostici
e specialistica ambulatoriale ecc. Teoricamente al distretto e
ai Mmg dovrebbero essere affidati obiettivi di budget correlati
alla loro produzione diretta, scorporando quindi quanto prescritto
da altri produttori, che impropriamente ricade sotto la responsabilità
del medico di famiglia. In pratica i Centri di Responsabilità
territoriali dovrebbero ricostruire, per ogni prestazione erogata,
il percorso decisionale al fine di stabilire chi ha prodotto che
cosa. Leconomista sanitario Emanuele Vendramini osserva
che, adottando questo approccio, vi è però il rischio
che il processo di budgeting si possa risolvere nella ricerca
del colpevole della prescrizione.
Il budget di distretto così inteso propone un annoso problema:
leffettiva attribuibilità economica delle prescrizioni
che originano dal territorio. È ben noto che non sempre
le ricette firmate del Mmg sono farina del suo sacco. Infatti
la rete assistenziale in cui è inserito il Mmg è
composta da una pluralità di prescrittori/decisori autonomi
che interagiscono a vari livelli e non è affatto detto
che tutte le prescrizioni possano essere ricondotte al cosiddetto
prescrittore unico del territorio. Anzi, i dati della
letteratura dimostrano che il medico di famiglia è il diretto
responsabile di una quota di prescrizioni che varia dal 25 al
70%, mentre ad altri decisori della rete assistenziale vanno attribuite
quote rilevanti di prescrizioni di elevato impatto economico (per
esempio oltre la metà dei ricoveri, della diagnostica
per immagini e la totalità dei farmaci di costo elevato
per patologie rare).
Valga per tutti lesempio dei farmaci assoggettati a nota
AIFA e piano terapeutico dei centri specialistici ospedalieri
e universitari (interferoni, eritropoietina, ormoni per la fecondazione
assistita, anti-diabetici e anti-psicotici, immunosoppressori
ecc.). Non è infrequente che la spesa per questi prodotti
sia imputata al Mmg quando costui non solo non è
in condizioni di prescrivere di propria iniziativa questi farmaci,
ma deve di norma accettare le scelte altrui senza possibilità
di sottrarsi alla trascrizione del farmaco. Anche
nella gestione delle patologie croniche il secondo livello gioca
un ruolo decisionale preponderante. In questo settore infatti
il Mmg delega spesso alla medicina specialistica scelte cliniche
rilevanti (ricoveri per interventi di bypass, rivascolarizzazione
coronarica, cataratta, chirurgia rifrattiva, ginecologica, ecc.),
la presa in carico degli assistiti portatori di malattie a bassa
prevalenza (HIV, neoplasie, malattie autoimmuni, trapiantati,
emopatici e nefropatici cronici ecc.) o di particolare complessità,
come il diabetico tipo I in fase di instabilità o con complicanze
nefro-vascolari.
Una situazione paradossale, più volte evidenziata dai diretti
interessati, che configura quello che gli psichiatri sistemico-relazionali
definiscono doppio legame organizzativo: al Mmg viene
imputata la responsabilità della spesa correlata a decisioni
terapeutiche attribuite dalle norme vigenti ad altri professionisti!
Verso la gestione del budget di salute?
La metafora del budget di salute è il tentativo di coniugare
dimensione clinica ed economica, in quanto enfatizza la differenza
tra logica finanziaria del budget come tetto di spesa (contenimento
fine a se stesso delle uscite, per lequilibrio di bilancio
annuale) e sfera economica nellaccezione più ampia
(individuazione di obiettivi di medio-lungo periodo a fronte di
risorse definite da utilizzare in base a priorità di costo/efficacia).
Il compito del Mmg, nellottica del budget di salute, è
quello di preservare nel tempo il livello di salute dei propri
assistiti affetti da malattie croniche, in virtù di interventi
preventivi (modifica degli stili di vita, educazione alimentare,
diagnosi precoce di diabete, ipertensione ecc.) o di una gestione
integrata delle condizioni patologiche (follow up dei pazienti.
diabetici, ipertesi, BPCO, asmatici ecc. su base EBM).
Tre sono i presupposti, al contempo clinico-epidemiologici ed
economici, su cui si regge lipotesi che il Mmg persegua
obiettivi di budget di salute piuttosto che di puro
equilibrio finanziario:
1. buona parte della spesa sanitaria è assorbita dalle
patologie croniche-degenerative, rispetto a quelle acute autolimitanti,
e in futuro è presumibile un ulteriore fabbisogno di risorse
per la gestione di questa area;
2. nel pool delle malattie croniche quelle ad alta prevalenza
assorbono le maggiori risorse e sono in genere co-gestite dalla
medicina di I e II livello, mentre quelle a bassa prevalenza (tumori,
AIDS, emopatie e nefropatie croniche, diabete I in fase di complicanze,
psicosi, sclerosi multipla ecc.) sono in carico alle strutture
specialistiche;
3. gli obiettivi della gestione integrata (disease management)
dei pazienti affetti da malattie croniche ad alta prevalenza (riduzione
della progressione del danno dorgano, delle fasi di scompenso
e delle complicanze acute) sono coerenti e in sintonia con quelli
gestionali ed economici dellazienda (contenimento dei costi
sul medio-lungo periodo).
Per ovviare al rischio di sovrapposizione di interventi tra I
e II livello e di palleggiamento delle responsabilità per
la spesa si è affermata lipotesi di introdurre percorsi
diagnostico-terapeutici condivisi, che riguardano la gestione
complessiva della patologia (farmaci, accertamenti diagnostici,
consulenze specialistiche ecc.) e non singole voci, come nel caso
degli accordi locali sul budget di spesa farmaceutica globale.
Ecco quindi che gli obiettivi di una gestione integrata ed efficace
delle malattie croniche (appropriatezza clinica ed organizzativa)
si sposano in modo diretto con le logiche economiche (efficienza
allocativa) e indirettamente con le esigenze finanziarie di contenimento
sul lungo periodo della spesa sanitaria.
z Gli strumenti
Gli strumenti operativi che possono garantire gli obiettivi clinici
correlati al budget di salute sono ben noti: verifica della qualità
mediante audit, linee guida, percorsi diagnostico-terapeutici
e, da ultimo, il governo clinico.
Il recente contratto dei GP britannici rappresenta un riferimento
in tale senso, poiché ha fatto propria lidea di budget
di salute, implicita nella filosofia di verifica della qualità
che ispira la clinical governance. Si tratta di individuare e
monitorare alcuni indicatori di processo e di esito che garantiscono
una buona gestione delle patologie croniche (prevenzione del danno
funzionale, delle complicanze acute, delle recidive, della disabilità
ecc.) piuttosto che seguire parametri puramente finanziari, come
i tetti di spesa, che in sé hanno poco a che fare con levoluzione
delle patologie croniche e la salvaguardia del budget di salute
degli assistiti.
Bibliografia disponibile a richiesta:
bellegi@inwind.it
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