M.D.
numero 4, 8 febbraio 2006
Rassegna
Fattori prognostici di progressione di malattia
dopo prostatectomia radicale e radioterapia
di Giovanni L. Pappagallo - Ufficio di Epidemiologia
e Sperimentazioni Cliniche, Dipartimento di Oncologia ed Ematologia
Oncologica, Ospedale P.F. Calvi, Noale (VE)
Intervenire
precocemente nei pazienti a rischio maggiore di ripresa di
malattia ed evitare un approccio terapeutico aggressivo in
soggetti con malattia a decorso potenzialmente lento è
lo scopo dei nuovi schemi di valutazione del rischio
L'incidenza
del carcinoma della prostata negli Stati Uniti dAmerica
nel 2005 è stimata in oltre 230.000 soggetti. Questo
fa di tale neoplasia la più frequente fra le neoplasie
solide (non cutanee) e la pone seconda solo al cancro del
polmone come mortalità.
Tuttavia la maggior parte dei soggetti giunge a exitus con
piuttosto che a causa di tale neoplasia, imponendo
lidentificazione quanto più precoce possibile delle
forme a maggiore rischio.
La crescente percezione sociale di questa patologia e la conseguente
diffusione della determinazione nel siero dellantigene
prostata-specifico (PSA), unitamente alladozione di modalità
bioptiche sempre più estese, hanno condotto allaumento
delle diagnosi annuali.
Lo stesso sistema di stadiazione della malattia (TNM) è
stato adeguato alla mutata situazione con laggiunta dello
stadio T1c, indicante la malattia caratterizzata dalla sola
anormalità del PSA sierico. Lo stadio T1c è attualmente
lo stadio di più frequente presentazione del carcinoma
prostatico, mentre meno del 5% dei casi viene diagnosticato
con malattia al di là della ghiandola prostatica (stadi
T3 e T4) e solo il 3% dei casi giunge a osservazione con malattia
metastatica.
In una tale situazione di prevalenza delle forme localizzate
alla prostata è essenziale potere disporre di informazioni
prognostiche alternative allo stadio TNM.
Lattuale sistema di descrizione del grado istologico delladenocarcinoma
della prostata prevede lassegnazione di un punteggio (Gleason
Score) variabile da 2 a 10 (di aggressività crescente),
somma dei due aspetti di più comune osservazione nella
biopsia (o nel pezzo operatorio).
Nel corso degli ultimi anni si è assistito a un aumento
progressivo dei valori di Gleason Score, probabilmente più
a causa di mutati standard classificativi da parte dei patologi
che in dipendenza di una mutata biologia della malattia.
Schemi validati
Tabella
- Categorie di rischio (secondo D¹Amico e coll, 1998)
|
Basso rischio Stadio T1c-T2a e PSA £10 ng/ml e Gleason
Score < = 6
Rischio intermedio Stadio T2b oppure PSA „10-20 ng/ml
oppure Gleason Score 7
Alto rischio Stadio T2c oppure PSA >20 ng/ml oppure
Gleason Score „8 |
Da
alcuni anni sono stati prodotti schemi di valutazione del rischio
di ripresa di malattia nei casi di malattia localizzata alla
prostata (T1-T2) sottoposti a prostatectomia radicale (due consecutive
determinazioni del PSA „0.2 ng/ml, in aumento) o radioterapia
(tre consecutive determinazioni in aumento rispetto al valore
minimo - nadir - dopo il completamento dellirradiazione),
sulla base della stadiazione clinica (T), del valore del PSA
alla diagnosi e del Gleason Score.
Lapproccio di DAmico e coll. ha portato alla ripartizione
dei pazienti in categorie di rischio (basso-medio-alto, tabella
1), mentre Kattan e coll. fanno uso di metodiche di analisi
statistica multivariata (modello di Cox) per stimare il rischio
individuale di un paziente. Entrambi gli schemi citati sono
stati di recente reciprocamente validati e testati per luso
anche al di fuori degli Stati Uniti dAmerica.
Variabili prognostiche
In particolare, le categorie di rischio proposte da DAmico
e coll. si sono rivelate utili anche nel predire la sopravvivenza
cancro-specifica di pazienti con malattia localizzata
alla prostata e sottoposti a chirurgia o radioterapia, con un
rischio di morire per carcinoma prostatico 14 volte maggiore
per un paziente della categoria ad alto rischio rispetto a un
paziente della categoria a basso rischio.
Lo studio della cinetica del PSA (sia prima sia dopo il trattamento
chirurgico o radiante) può contribuire al miglioramento
dellefficienza degli schemi citati; una PSA velocity „2.0
ng/ml/anno pre-prostatectomia è fattore prognostico indipendente
sia di ripresa di malattia sia di mortalità cancro-specifica.
Le caratteristiche del prelievo bioptico (localizzazione del
tumore, numero di prelievi positivi e quantità di tumore
per ciascun prelievo) potrebbero fornire un contributo aggiuntivo
alla determinazione del rischio di ripresa di malattia, soprattutto
allo scopo di indirizzare i pazienti a rischio intermedio verso
la categoria superiore o inferiore.
Rimane tuttavia da determinare se tali informazioni siano indipendenti
o meno dai fattori prognostici di cui sopra.
Le stesse variabili prognostiche citate consentono di distinguere
tra rischio di ripresa di malattia solo a livello locale
e rischio di estensione sistemica della malattia; in caso
di neoplasia poco differenziata (Gleason Score >7) con
PSA velocity pre-prostatectomia >0.75 ng/ml/anno che ricada
entro i 12 mesi dalla prostatectomia ed evidenzi un tempo di
raddoppiamento del PSA <6 mesi è infatti plausibile
ritenere trattarsi di una recidiva sistemica.
Un tempo di raddoppiamento del PSA <3 mesi dopo ripresa biochimica
di malattia è infine fattore prognostico indipendente
di mortalità cancro-specifica in pazienti sia operati
sia radiotrattati.
In ogni caso lo scopo è di intervenire precocemente e
in maniera possibilmente definitiva nei pazienti a rischio maggiore,
evitando nel contempo un approccio terapeutico aggressivo in
quei pazienti con malattia a decorso potenzialmente indolente.