
M.D.
numero 4, 8 febbraio 2006
Pratica
medica
Una strana eosinofilia ancora senza diagnosi
di Francesco Carelli, Medico di famiglia, Insegnamento
Medicina di Famiglia, Università di Milano
e Marianna Meroni, Medico tirocinante, Milano
Un
paziente cinquantenne con storia clinica negativa ci contatta
lamentando da qualche giorno iperpiressia. Alla visita riferisce
faringodinia, mialgie diffuse ed eritema maculo-papuloso
pruriginoso agli arti, che persistono nonostante assunzione
di paracetamolo.
Prescriviamo un ciclo di antibioticoterapia nellipotesi
di sovrainfezione, ma la febbre non passa. |
Ricovero
ospedaliero
Consigliamo
il ricovero presso un grande ospedale milanese specializzato
in diagnosi e cura di malattie infettive.
I colleghi ospedalieri effettuano analisi approfondite, investigando
la presenza di infezioni batteriche e virali.
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Esami
sierologici: escludono positività per EBV, CMV, Toxoplasma,
HIV, HSV, HBV, HCV, Parvovirus B19, Leptospira, Salmonella,
Brucella, sifilide, Amoeba, Rickettsia, Coxiella, malaria,
Coxsackie. Come unico dato positivo il valore di IgM per Borrelia
è ai limiti superiori, per cui viene ripetuto il prelievo.
Vi è inoltre riscontro di leucocitosi eosinofila (WBC
26.390; eosinofili 28.4%, n. assoluto 7.500); AST 76, ALT
186, LDH 567, VES 43, PCR 1.2, ferritina 390, IgE totali 867,
b2microglobulina 2.9, ANA positivi 1:80 con pattern omogeneo.
La restante autoimmunità (ENA, p-ANCA, c-ANCA, a-LKM)
risulta negativa.
In
corso di degenza si rilevano puntate iperpirettiche (fino a
39 °C), prevalentemente serotine, per cui vengono eseguite
colture che risultano negative. Il rash, al contrario, regredisce
spontaneamente.
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Ecocardiogramma:
nulla di significativo.
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Ecografia
addome: nulla di significativo.
Nel sospetto di malattia emolinfoproliferativa viene eseguita
una biopsia osteo-midollare (BOM).
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BOM:
midollo moderatamente ipercellulato, con aumento della quota
mieloide eosinofila e del reticolo. Anche lanalisi citologica
midollare BCR/ABL risulta nella norma.
Il
paziente viene dimesso con diagnosi generica di iperpiressia,
eosinofilia periferica e midollare di natura da definire (ndd).
Un mese più tardi riceviamo dai colleghi ospedalieri
la comunicazione di positività delle IgM per Borrelia
burgdorferi (titolo 3.6, negativo <1), per cui viene posta
diagnosi di borreliosi acuta e viene prescritta doxiciclina
100 mg 2/die per 15 giorni, a cui deve seguire nuovo controllo
sierologico.
Prescriviamo la terapia, che il paziente segue scrupolosamente.
Tuttavia al termine della terapia leosinofilia è
peggiorata (23.4%, n. assoluto 2.150). La sorpresa però
arriva subito dopo: la ricerca di anticorpi anti-Borrelia (IgG
e IgM) è negativa.
Nuovi sintomi e nuovo ricovero
La netta sensazione di non avere afferrato appieno di quale
patologia sia affetto il nostro paziente è suffragata
da un nuovo ricovero, dopo quattro mesi dalla dimissione.
Questa volta il problema appare ben più allarmante: si
tratta di un dolore toracico atipico. Vengono eseguite diverse
indagini.
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Ecocardiogramma:
versamento pericardico ubiquitario, ipertrofia concentrica
del ventricolo sinistro e aumentata ecoriflettenza, anche
se con FE conservata.
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Ecocardiogramma
transesofageo: conferma ecoriflettenza di tipo a cielo
stellato con lieve ipertrofia miocardica.
Le
altre indagini strumentali (RMN cuore, test da sforzo, elettrocardiogramma)
sono negative.
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TAC
torace: segni di interstiziopatia subpleurica con strie fibrotiche
diffuse.
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Esofagogastroduodenoscopia:
esclude un quadro di gastrite eosinofila (vi è solo
un modesto reflusso biliare).
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Biopsia
cutanea: conferma un quadro infiammatorio, ma purtroppo aspecifico.
Data
la persistenza di eosinofilia (n. assoluto 2.600), vengono nuovamente
testati gli anticorpi anti-Borrellia, che si confermano negativi.
Viene dunque intrapresa terapia con metilprednisolone 100 mg
a scalare, con remissione delleosinofilia.
Il paziente è dimesso con diagnosi di pericardite in
sindrome eosinofila di ndd.
Ulteriore ricovero
La continua presenza delle tre lettere (ndd) ad accompagnare
la diagnosi di dimissione non è affatto confortante,
tuttavia, lavere trovato un farmaco capace di controllare
la deriva del dato clinico più preoccupante è,
almeno in parte, rassicurante.
Resta però aperto un problema, anzi il problema: il nostro
paziente ha di certo una patologia sistemica, dal coinvolgimento
multiorgano e dallandamento progressivo, però non
ha una diagnosi.
Come sempre accade quando si brancola nel buio, la malattia
si scatena: passano sei mesi e il paziente torna in ospedale
per la ricomparsa di iperpiressia (39 °C) accompagnata,
come allesordio dei disturbi, da rash cutaneo maculo-papuloso
eritematoso al palmo delle mani, questa volta con diffusione
agli avambracci.
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Esami
ematochimici: conferma di leucocitosi neutrofila ed eosinofila
(WBC 12.200, neutrofili 77%, eosinofili 17%, n. assoluto 2.200),
PCR 4.86; elettroforesi infiammatoria.
Dopo
prelievo di emocolture e urinocoltura (poi risultate negative)
si inizia terapia con ciprofloxacina, con aggiunta di fluconazolo
per la comparsa di candidosi orale.
Vengono ripetuti numerosi accertamenti.
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Rx
torace: strie di aspetto fibrotico in sede medio-polmonare
destra e lieve ingrandimento ilare destro, ritenuto meritevole
di approfondimenti.
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TAC
torace e addome completo con e senza mdc in cui si evidenziano
linfoadenopatia ilare destra ed epatomegalia.
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EGDS: lo stomaco rivela mucosa edematosa e lievemente nodulare
nel corpo, nel bulbo duodenale e nel duodeno discendente,
con biopsie negative.
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Ecocardiogramma:
conferma cardiomegalia ipertrofica e aspetto puntinato con
iperecogenicità prevalentemente posteriore.
Il
paziente viene dimesso con limprobabile diagnosi di infezione
batterica, candidosi orale in sindrome ipereosinofila, eruzione
cutanea da farmaci, con la seguente terapia: metilprednisolone
10 mg, ciprofloxacina 500 mg x 2/die, fluconazolo 100 mg, esomeprazolo
1 cp, sucralfato 2 bustine al dì.
Storia recente
Il nostro assistito permane in terapia steroidea ed è
seguito da un ambulatorio ospedaliero di ematologia. Leosinofilia
oscilla da valori di molto al di sopra del normale (viene aumentato
lo steroide) a valori nella media (viene scalato); parimenti,
le sue condizioni cliniche sono alternativamente in peggioramento,
con artromialgie, febbricola e indici infiammatori elevati (viene
aumentato lo steroide) così come di assoluta normalità
(viene scalato lo steroide).
Già, lo steroide. Ma la diagnosi?
Note & approfondimenti
Il caso presentato appare di difficile gestione: nonostante
i tre ricoveri (in due diversi ospedali) e i numerosi accertamenti
eseguiti, non si è mai giunti a una diagnosi precisa,
almeno, non ancora.
A nostro avviso, nel corso della lunga storia diagnostica che
il nostro paziente ha subito, qualcosa forse è stato
tralasciato: innanzitutto lautoimmunità, che è
stata solo parzialmente indagata nel corso del primo ricovero.
Tuttavia, la persistenza di segni infiammatori sistemici accompagnati
da sintomi autoimmuni classici quali febbre, artromialgie
e rash meriterebbero quantomeno un riscontro a distanza.
Non va dimenticato che talvolta, allesordio di malattia,
gli autoanticorpi possono risultare negativi, per poi positivizzarsi
(del resto il nostro paziente presentava già una positività
per ANA a basso titolo, ma dal pattern indicativo).
Spostandoci poi sul terreno minato delle patologie rare, potremmo
prenderne in considerazione alcune.
La più probabile è la malattia di Churg-Strauss,
una vasculite che si manifesta tipicamente con interessamento
polmonare, febbre ed eosinofilia.
La positività agli ANCA può essere assente o verificarsi
solo in un secondo momento. Utile invece indagare la condizione
delle alte vie aeree tramite visita ORL e TAC dei seni nasali
e mascellari.
Malauguratamente, la diagnosi si ottiene solo dallosservazione
diretta dei granulomi in un campione bioptico.
Della stessa famiglia vanno ricordate la sarcoidosi, la panarterite
nodosa e la micropoliangiopatia, che tuttavia hanno sintomi
di presentazione lievemente diversi.
Più subdola la febbre mediterranea familiare, che è
una malattia autoinfiammatoria sistemica su base ereditaria
(autosomica dominante). Sovente ha esordio infantile, ma talvolta
si manifesta solo nelletà adulta con episodi febbrili
ricorrenti e sierositi (potrebbe essere il caso illustrato).
Tra le malattie sistemiche di difficile diagnosi, infine, lamiloidosi
- croce e delizia del medico - può avere manifestazioni
svariate e differenti dalla classica presentazione renale; ha
però la caratteristica costante di coinvolgere numerosi
organi, in cui il deposito fibrillare può dare luogo
a caratteristici pattern (e qui la rifrangenza cardiaca a
cielo stellato e la fibrosi polmonare vanno a braccetto).
La diagnosi preliminare è comune a entrambe: un semplice
prelievo di tessuto adiposo periombelicale, tramite siringa
e in anestesia locale, per la ricerca dellamiloide al
rosso-Congo. In caso di sospetto anamnestico può essere
ricercata direttamente lalterazione genetica alla base
della febbre mediterranea familiare.
Commento
Una patologia che si presenta con febbre, rash, artromialgie
e alterazioni della formula leucocitaria, una volta esclusa
ragionevolmente la sua genesi batterica o virale, è fortemente
suggestiva per malattia infiammatoria sistemica. La risposta
sintomatica allo steroide conferma tale sospetto.
In questottica, indagare approfonditamente e ripetutamente
lautoimmunità è dobbligo. Parimenti,
non devono essere escluse dalla diagnosi differenziale le malattie
infiammatorie rare, anche nel caso in cui la loro diagnosi comporti
esami bioptici o analisi genetiche.
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