Editoriale
Il capitolo Sanità nei programmi elettorali
In queste settimane cominciano a circolare
le prime bozze dei programmi degli schieramenti politici di
centrodestra e di centrosinistra per il Governo prossimo venturo,
e non manca il fondamentale capitolo della Sanità.
La maggioranza attualmente al timone presenta i propri risultati
di governo, cercando di portare a casa le ultime riforme di
sistema, come quella dellarea del farmaco. LUnione
espone alle proprie articolazioni regionali una prima sintesi
del lavoro di elaborazione svoltosi nellultimo anno, tra
professori, esperti e territori.
Se la salute è riconosciuta da entrambi gli schieramenti
quale indicatore primario delle condizioni di vita e di lavoro,
e misura delle disuguaglianze sociali, territoriali, di genere,
lUnione lancia lidea di promuovere una valutazione
di impatto sulla salute cui subordinare la coerenza di tutti
i provvedimenti di politica economica, a livello nazionale ed
anche europeo.
Uninversione completa di tendenza rispetto alla direttrice
bipartisan che ha caratterizzato entrambe le ultime due legislature,
di utilizzare il Sistema Sanitario Nazionale invece come salvadanaio
da rompere e al quale attingere nel caso di emergenza del Sistema
Paese. Il programma dellUnione dichiara di voler ripartire
dalle leggi di riforma del servizio sanitario nazionale e dellassistenza
(D.Lgs. n. 229 del 1999 e Legge n. 328 del 2000) e dai principi
ispiratori di difesa e riqualificazione del Ssn: universalità
e solidarietà, programmazione dei bisogni di salute
e reperimento delle risorse adeguate; centralità del
cittadino e del territorio, dellintegrazione socio-sanitaria;
ruolo degli Enti locali nella programmazione e nel controllo
dei risultati; regole certe per laccreditamento delle
strutture private; professionalità e aggiornamento continuo
degli operatori, ma anche fondi integrativi per prestazioni
aggiuntive ai livelli essenziali di assistenza.
Si rinuncia così, in un sol colpo, al dogma del tutto
pubblico sacrificato alla tenuta dei conti, ma si dichiara
al contempo di volere tornare a quellepoca di bindiana
memoria, lepoca delle riforme di sistema, dalla
quale proprio il centrosinistra si era voluto allontanare di
corsa, per passare dalla politica alle campagne pubblicitarie,
affidate ai grandi nomi della professione prestati allagone
nazionale. La nuova chiave di svolta del sistema? Sviluppo della
medicina delle cure primarie, con al centro la figura del medico
di famiglia.
Se in questa legislatura il disegno di legge sul Governo clinico
del ministro Sirchia, suo cavallo di battaglia proprio in questa
direzione, non è riuscita ad affrontare nemmeno il primo
esame in commissione, cè poco da stare tranquilli
guardando in avanti. Per i prossimi mesi, un solo auspicio:
meno parole, più fatti, con i medici di famiglia finalmente
protagonisti dei nuovi provvedimenti, fin dai primi 100 giorni
del Governo che verrà, qualunque esso sia.