M.D.
numero 1, 18 gennaio 2006
Focus
on
I primi passi della sanità italiana
del 2006
di Monica Di Sisto
Un
2006 tutto da immaginare quello che si preannuncia per la
sanità italiana, esaminando da vicino i primi provvedimenti
dellanno. La vera sfida per il sistema sarà
legata alle risorse, al loro equo utilizzo nella riorganizzazione
dei servizi, ma soprattutto a come tenere insieme diritti,
opportunità e garanzie per i cittadini, i Mmg e il
comparto medico più in generale. Lambito sociosanitario
è attraversato con sempre maggiore vigore da una
forza centripeta che sposta in toto criticità, contraddizioni
e possibile innovazione tutti sul territorio, caricando
in particolare i Mmg di maggiori responsabilità.
E in questo complesso scenario cè anche chi
decide che in politica il medico di famiglia che fa da sé,
fa davvero per tre. |
Fondi per la sanità, tagli per il sociale
Nel
2006 i Mmg dovranno informatizzarsi, per amore o per forza.
Una parte dei finanziamenti infatti è vincolata a un
maggiore accesso ai servizi e a una risposta decisa alla gestione
della possibile influenza aviaria. È quanto stabilito
dai principali capitoli della Legge Finanziaria di fine legislatura
(approvata in terza lettura dallAula del Senato con 164
voti a favore, 105 contrari e nessun astenuto). Per il funzionamento
del Ssn sono stati stanziati 93 miliardi, 91 per il FSN e 2
per affrontare con decisione il problema delle liste dattesa.
Altri 300 milioni sono stanziati per i medici specializzandi
e 85 milioni a favore della ricerca medica. I 2 miliardi per
ripianare i debiti sanitari delle Regioni saranno ripartiti
sulla base del numero degli abitanti, una decisione particolarmente
sgradita ai governatori che, su un altro tavolo della complessa
trattativa, si sono visti confermare i tagli annunciati al finanziamento
dei servizi sociali. Secondo i Presidenti delle Regioni ciò
non potrà che indebolire, di riflesso, anche il Ssn nellarea
già abbastanza fragile dellintegrazione sociosanitaria.
Il
calo dei prezzi dei farmaci |
Per
quanto concerne i prezzi dei farmaci, Federfarma ha sottolineato
che, per la prima volta dal 1996, anno della liberalizzazione
del prezzo dei farmaci a carico dei cittadini, i dati Istat,
elaborati dal ministero dellEconomia, hanno mostrato
che tali medicinali nel 2005 hanno subito una riduzione
pari allo 0.3%.
Tale risultato è dovuto principalmente al blocco
dei prezzi dei farmaci introdotto dal decreto legge Storace
(Dl n. 87/2005, convertito nella legge n.149/2005).
Nettamente più marcata la riduzione dei prezzi rilevata
dallIstat (5.2%) per i farmaci a carico del Ssn. Per
contenere la spesa pubblica, lo Stato oltre a contrattare
i prezzi con le aziende produttive, ha introdotto una riduzione
generalizzata di tutti i farmaci prescrivibili a carico
del Ssn e ha previsto unulteriore riduzione selettiva
sui soli farmaci che hanno fatto crescere troppo la spesa. |
Per
saldare i conti difficili della spesa farmaceutica è
stato confermato un taglio dei prezzi a carico dei privati (industrie,
farmacisti, grossisti), puntando, daltro canto, alla ricetta
elettronica per un maggior controllo della spesa e della prescrizione.
Medici di famiglia e pediatri di libera scelta sono infatti
chiamati a trasferire sul circuito informatico centralizzato
grazie alla rete internet almeno il 70% delle ricette, per non
perdere lindennità informatica prevista dalla nuova
convenzione. La multa prevista per gli inadempienti ammonta
a 2 euro a ricetta, ma, misura ancor più stringente,
se sulla prescrizione non verrà riportato il codice fiscale
dellassistito, informazione irrinunciabile per collegare
il consumo sanitario al singolo cittadino, la Asl non liquiderà
il rimborso eventualmente previsto per il farmaco.
La Finanziaria, infine, getta un occhio a Est, per preparare
meglio il Ssn allemergenza dellinfluenza aviaria.
Nel provvedimento si annuncia infatti che sarà rafforzato
il personale medico per fronteggiare lemergenza, trasformando
contratti di collaborazione per i medici coinvolti nella rete-sentinella,
in contratti a tempo determinato di durata triennale.
Un sistema sullorlo della crisi
Nonostante limpegno di risorse e lo sforzo fatto nella
nuova Finanziaria per focalizzare i nuovi investimenti a un
migliore accesso-rendimento del sistema delle cure, le previsioni
sul funzionamento e lequità della rete gettano
unombra sul futuro del sistema sanitario. Il prossimo
anno, infatti, potrebbe vedere il collasso finanziario del sistema
sanitario con un deficit variabile tra i 3,1 e i 10,6 miliardi
di euro. Lo afferma il rapporto Sanità Ceis-Università
di Tor Vergata 2005 presentato nelle scorse settimane a Roma,
che sostiene che, si dovrebbero attuare risparmi di gestione
tra il 5 e il 10% della spesa corrente. Sul fronte dellequità
il rapporto denuncia il fatto che centinaia di migliaia
di famiglie italiane sono in difficoltà economiche a
causa di spese sanitarie private. Il rapporto Ceis-Tor
Vergata focalizza questanno lattenzione particolarmente
sui costi ospedalieri, rispetto ai quali emerge una grande disomogeneità
tra istituti per disponibilità e redditività delle
risorse a disposizione; svolge unanalisi della mortalità
a livello regionale per alcune patologie, dalla quale risulta
che nelle donne il differenziale è sistematicamente più
alto (per esempio, in alcune Regioni letà media
in cui si muore per tumore alla mammella sale a 77 anni, ma
in altre si ferma a 64,5); per poi tornare a un esame più
consueto alle sue analisi, ovvero quello dellincidenza
sui bilanci familiari di spese sanitarie effettuate fuori copertura
del servizio sanitario.
In particolare, secondo lo studio, quasi 300mila famiglie italiane
cadono sotto la soglia di povertà per far fronte a spese
conseguenti a disabilità e agli oneri derivanti dal sistema
del ticket regionale e dallacquisto di farmaci non rimborsabili.
Il fenomeno è più evidente in Calabria con il
3.4% delle famiglie cadute in povertà, seguita dallAbruzzo
con il 2.7 %. Meno colpite la Lombardia con lo 0.5% delle famiglie
e il Veneto con lo 0.8%.
Piccolo riconoscimento economico per i Mmg
Sempre in sede di Legge Finanziaria è stato riconosciuta
ai Mmg la fondatezza della preoccupazione che i benefici economici
previsti dalla nuova convenzione, attualmente in fase di contrattazione
regionale, in realtà non riconoscessero loro lindennità
dovuta. CumiAiss insieme a Unamef avevano sollevato in sede
di discussione della nuova legge di bilancio lobiezione
che laccordo sottoscritto si traducesse in una netta perdita
di peso economico per i medici. La proposta avanzata dalle rappresentanze
mediche prevedeva che si mettesse in linea questa area con la
dirigenza medica, prevedendo direttamente nel testo della legge
Finanziaria lo 0.7% in più di indennità.
Nel passaggio alla Camera dellultima lettura del testo,
però, in assenza di un comma specifico sul tema, è
stato approvato un Ordine del giorno (primo firmatario lonorevole
Eolo Parodi) sulla necessità di una rivalutazione degli
aspetti economici dellAccordo collettivo nazionale (Acn)
dei medici con rapporto di lavoro in convenzione: medici di
famiglia, guardie mediche, pediatri di libera scelta, specialisti.
Gli ordini del giorno, nellordinamento legislativo, servono
a segnalare al Governo problemi emergenti impegnandolo a risolverli,
ma senza indicare date-limite, termini, ordini di priorità,
elementi essenziali invece in finale di legislatura per potere
pensare di portare a casa un qualunque risultato di peso legislativo
definito.
Un fatto invece è certo: che per rendere effettiva la
rilevazione elettronica dei dati della prescrizione, la Legge
Finanziaria investe sui Mmg un contributo di 10 milioni di euro
per il biennio 2006-2007, da specificare con apposita convenzione
tra ministero dellEconomia, della Salute e sindacati.
Ci prendono per fame - ha protestato a mezzo stampa il
presidente Snami Piergiuseppe Conti - tenuto conto che in prospettiva,
secondo il nuovo Acn, quasi tutti i medici di famiglia italiani
dovranno progressivamente utilizzare il computer, 10 milioni
di euro in due anni potrebbero significare la notevole
cifra di 100 euro lordi allanno. Questa - prosegue Conti
- potrebbe essere la somma erogata per i medici che lavorano
sul territorio nazionale, mentre è recente la notizia
che il ministero del Tesoro elargisce ai suoi dipendenti 407
milioni di euro per il 2005 con una media di 6.000 euro a dipendente.
Stanno smantellando il Ssn - conclude il presidente - ma i medici
Snami non ci stanno.
La buttiamo in politica?
Una tra le notizie che più hanno animato gli ultimi mesi
del 2005 è lannuncio dellentrata in politica
del segretario nazionale Fimmg Mario Falconi che, dopo aver
dato vita al movimento politico Salute e Democrazia per prendere
direttamente la parola in contesto partitico sui temi legati
ai diritti e alla salute, ha annunciato un accordo tra il movimento
e lUdeur, con lobiettivo di aiutare la classe
politica del Paese - ha spiegato Falconi - rilanciare la sanità,
quale grande opera dellItalia, non più un costo,
ma un investimento capace di produrre economia. Così,
grazie allaccordo, il neo movimento sarà
la voce dellUdeur - ha sottolineato Falconi - sul fronte
della sanità e della salute.
Ci siamo trovati - ha spiegato alla stampa Clemente Mastella,
segretario dellUdeur - con una comune sensibilità
e una condivisione degli interessi su questo settore. Per questo
vogliamo che il movimento sia protagonista per noi in termini
programmatici e di gestione sul fronte sanità.
Tanto è vero che Mastella ha chiesto a Falconi di candidarsi
alle prossime elezioni politiche di aprile, e il segretario
della Fimmg pare abbia accettato.
Immediate le reazioni delle altre realtà sindacali della
medicina di famiglia. Sul sito della Fimmg - obiettano
da casa CumiAiss - cè un messaggio di Mario Falconi,
in video, di grande impatto emotivo, che parla degli obblighi
politici e morali dei medici e della necessità di scendere
in campo. Falconi nel video messaggio spiega in 12 minuti
le ragioni della nascita del suo movimento Salute e Democrazia:
la crisi del Ssn, il federalismo, la tutela della salute dei
cittadini, le ultime convenzioni firmate (ottime, dice, senza
se e senza ma), i troppi controlli polizieschi sulle attività
dei medici, la cappa delleconomicismo e dei tagli, le
poche risorse....ecc. Poi sottolinea, a scanso di malevolenze,
che la questione non è fare un partito e neppure candidarsi
- obietta Cumi-Aiss - ma fare una lobby delle idee e delle proposte
per uneffettiva tutela del diritto alla salute, come sancito
dalla nostra Costituzione. Dopo la conferenza stampa, leggiamo
che il movimento appena nato ha chiuso un accordo con il partito
del sempreverde Mastella, lUdeur, e che già
si parla di candidature. A questo punto, il presidente dellOrdine
dei medici di Roma, il il vice presidente dellEnpam, il
segretario del sindacato maggiormente rappresentativo Mario
Falconi che farà?.
Negativo come prevedibile anche il commento dello Snami che
come già dichiarato alle prime notizie di fondazione
di un Partito della Salute - ha spiegato alla stampa - ritiene
che un sindacato medico debba continuare a mantenere le sue
caratteristiche in difesa dei valori professionali degli iscritti
restando libero da condizionamenti di parte politica. Il sindacato
deve suggerire ai politici di tutti gli schieramenti quelle
scelte che ritiene necessarie, utili, possibili per poter dare
ai cittadini le risposte di sanità di cui abbisognano
e ciò deve avvenire in piena libertà. Diversamente
si penserebbe a interessi non già della comunità,
ma solo di aventi interesse specifico.
Ma la voglia di fare subito e da soli in ambito politico è
forte ormai in tutta la categoria medica, dove le garanzie di
rappresentanza risultano sempre più esili, in controtendenza
con lemergere di contraddizioni sempre più esplosive.
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