Editoriale
Sistema sanitario sotto il segno dellemergenza
Il 2006 per la Sanità italiana
si apre nel segno dellemergenza: influenza aviaria da
un lato e necessità di ripiano della spesa farmaceutica
dallaltro.
Il sistema sembra assediato, su un versante lo stringono le
dinamiche globali, che lo portano sempre più a confrontarsi
con pandemie che corrono veloci sulle tracce delle merci e delle
migrazioni, ma anche con i meccanismi demografici generali a
cui non è possibile rispondere con un semplice ritocco
nei servizi non essenziali o nelle poste di bilancio collaterali.
Dallaltro lato il sistema ha il respiro corto per una
crisi di risorse che sembra ormai destinata a diventare cronica,
e che sposta da un lato a carico delle imprese, ma dallaltro
sulle tasche dei cittadini il peso di unassistenza un
tempo compressa tra le garanzie essenziali assicurate dalla
nascita, ma che oggi rischia di diventare, soprattutto in un
momento di più generale crisi di potere dacquisto,
causa di impoverimento e di emarginazione sociale in unampia
fetta di cittadinanza.
La medicina generale, in questo quadro, rischia di diventare
il catalizzatore ma anche il rifugio naturale per tutte le nuove
tensioni.
È il terminale del sistema più vicino al cittadino,
e ad esso sono sempre più affidate funzioni di governo
in un quadro di risorse e di scelte che però spesso è
deciso e dato ad un livello molto lontano e non intercettabile
dalla medicina generale stessa. Stretta tra la naturale solidarietà
e la minaccia di revoca, la medicina di famiglia è costretta
ad assumere in proprio responsabilità sempre più
importanti, senza da un lato poter contare su luoghi agibili,
stabili e paritari di concertazione e programmazione, e dallaltro
con uno scarso riconoscimento economico e formale del nuovo
ruolo. Se per lemergenza aviaria il ministro
della Salute Francesco Storace ha messo immediatamente in campo
ununità di crisi, che monitori levoluzione
dellepidemia e appronti le risposte più razionali,
urgenti, efficienti, ancor più importante ci sembrerebbe
la creazione di ununità di crisi per il sistema
sanitario nel suo complesso, che valuti il livello di garanzia
e di omogeneità, i Lea, il livello di integrazione e
armonizzazione dei livelli istituzionali, tra tensioni neocentriste
e un federalismo di fatto compiuto e legittimato costituzionalmente.
Che inoltre determini il livello di finanziamento e la possibilità
di reperimento di nuove risorse, con meccanismi di bilancio
e di tassazione innovativi ed equitativi, che tirino in campo
nuovi soggetti senza rimpallare responsabilità tra pazienti,
medici, Asl e aziende farmaceutiche. La tentazione più
grande sembra essere quella della scorciatoia di palazzo
che potrebbe portare a pensare di risolvere problemi di questa
portata con un presidio diretto dei diversi livelli istituzionali.
Le professioni mediche sono tra le più rappresentate
dagli eletti dellultimo Ventennio: qualcuno tra medici,
pazienti e cittadini in genere se nè forse accorto?