Editoriale
Sperando in un 2006 allinsegna della
qualità
Il 2006 è alle porte e si lascia
alle spalle 365 giorni difficili per la sanità italiana.
Una stagione di conflitti, di carenza di risorse, non soltanto
per la categoria medica, ma per lintero comparto.
Senza dimenticare larrivo della nuova convenzione, con
una richiesta forte di centralità del territorio, che
ha accelerato, al contempo, una profonda spaccatura tra le forze
sindacali che non sembra essersi sanata negli ultimi mesi, ma
ulteriormente approfondita.
È noto che lo scontro si acuisce quando la coperta diventa
corta.
Cè chi la tira verso un modello di salute radicato
sul territorio, ma in forma strutturata rispetto al sistema
dei servizi, sia nei luoghi sia nelle modalità di lavoro.
Cè invece chi crede di più in una professionalità
libera, e tira la coperta verso forme organizzative già
strutturate sul territorio vicine al paziente, ma che conservino
una forte capacità dinnovazione e autonomia rispetto
al Ssn. Per scegliere o per modulare queste due tensioni, cè
bisogno di politica. Una politica nuova, che sappia trovare
le risorse mettendo in valore lenergia e la domanda
di innovazione che sale da medici e pazienti.
La campagna elettorale è vicina e arroventa sicuramente
il clima politico, radicalizzando lo scontro. Ma la richiesta
di politica rimane più forte delle polemiche e sale sia
dal mondo stesso della politica sia dalla professione. Dopo
due ministri della Salute medici, oggi alla guida del dicastero
cè proprio un politico di professione, che ha rivendicato
fin dai primi giorni di mandato il primato della concertazione
su quello delleconomia e delle esigenze di bilancio.
Il Fondo sanitario nazionale, daltro canto, è stato
incrementato, ma con esso è cresciuta la domanda di salute
degli italiani e i conti non tengono. I Governatori, che sono
i primi a risentire delle ristrettezze, protestano per le difficoltà
ma si rifiutano di tagliare i servizi. Come si può uscire
da questo circolo vizioso?
Cè chi ipotizza di passare il timone ai medici,
capaci di governance, di risparmio e di saggezza. Ed ecco che
i Mmg si mettono in movimento, promettendo colpi
di scena a destra e a sinistra, in nome del diritto alla salute.
È un segnale di attenzione, di ripresa della partecipazione,
di voglia di dire la propria a partire dalla propria esperienza
professionale quotidiana. E laugurio di M.D. per i suoi
lettori guarda a un 2006 pieno di nuove idee, di sperimentazioni,
di protagonismo dei Mmg in una cura del Ssn che dovrà
essere necessariamente drastica se vorrà riaffermare
un sistema universalistico, ma di qualità.