M.D.
numero 36, 30 novembre 2005
Saper
fare
Gestione domiciliare del paziente con tracheotomia
di Massimo Bregant, Dirigente Medico ORL, Terme di
Bibione (VE), ORL Policlinico San Giorgio (PN) e Mauro Marin,
Medico di medicina generale, Pordenone
Questa rubrica si propone di trattare la tecnica degli interventi
manuali di più comune utilità nella pratica clinica
del medico di famiglia. Lacquisizione di ulteriori abilità
manuali consente al medico del territorio di risolvere in autonomia
e direttamente a domicilio del paziente problemi clinici che
altrimenti richiederebbero una gestione nelle strutture ospedaliere
Si
definisce tracheotomia lapertura della parete tracheale
e della cute, con conseguente comunicazione tra la trachea cervicale
e lesterno, la cui pervietà è garantita
da una cannula tracheale.
La presenza della cannula tracheale implica invariabilmente
unimportante modificazione dellequilibrio fisiologico
della meccanica respiratoria, alterando flussi e resistenze
e traumatizzando la mucosa cigliata della trachea. Al fine di
ridurre lincidenza di complicazioni quali infezioni, granulomatosi
e stenosi, è necessario un corretto e costante intervento
di nursing, che necessariamente deve far parte del
bagaglio culturale del medico di medicina generale, sempre più
coinvolto nelle problematiche dei pazienti domiciliari con tracheotomia.
Strumentario
(figura 1) e terminologia
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Cannula:
(n. 1) tubo di diverse dimensioni generalmente di plastica,
raramente metallico, attraverso la quale il paziente respira.
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Controcannula:
(n. 2) tubo rimovibile coassiale al diametro interno della
cannula, che evita lotturazione del cannula stessa.
Non tutti i tipi di cannula ne sono dotati.
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Mandrino:
(n. 3) tubo a punta smussa coassiale alla cannula che, inserito
al suo interno al posto della controcannula, facilita lintroduzione
della cannula e che deve essere rimosso immediatamente dopo
e sostituito con la controcannula.
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Cuffia:
(n. 4) palloncino gonfiabile che circonda il terzo distale
di alcune cannule, che viene gonfiato per evitare laspirazione
di materiale alimentare e/o secrezioni laringee oppure per
mantenere la tenuta pressoria durante la ventilazione assistita.
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Finestratura
della cannula: apertura di varie fogge sulla convessità
superiore di alcune cannule che permette la respirazione e
la fonazione per le vie naturali con la cannula chiusa.
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Flangia:
(n. 5) placca di arresto della cannula che impedisce la totale
penetrazione della stessa nello stoma.
Pulizia
della cannula e dello stoma (figure 2 e 3)
La presenza della cannula implica, soprattutto nelle fasi
iniziali, un importante aumento delle secrezioni bronchiali
e della loro viscosità, che obbligano a una costante
e ripetuta pulizia della cannula e dello stoma.
Queste procedure di pulizia e medicazione dovrebbero, a
seconda del paziente, avvenire almeno due volte al giorno
con la seguente procedura di base:
- asportare
la controcannula ruotandola di 1/4 di giro antiorario
e riporla in acqua ossigenata, previa aspirazione delle
secrezioni tracheali;
- rimuovere
la garza attorno alla cannula pulendo le secrezioni peristomali
e quelle dietro la flangia disinfettando poi la zona;
- cambiare
i lacci della cannula facendo attenzione a non stringerli
troppo, al fine di non bloccare il ritorno venoso dei
vasi del collo (concretamente dovrebbero passare comodamente
due dita);
- lavare
la controcannula con lapposito scovolino sciacquandola
poi con soluzione idrosalina;
- reinserire
la controcannula e bloccarla;
- applicare
una nuova garza.
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Procedura
di sostituzione della cannula
Nel caso in cui si sia chiamati a eseguire un cambio cannula è
sempre necessario avere a disposizione i seguenti strumenti:
- mandrino;
- cannula
di ricambio di una misura più piccola di quella in situ;
- forbici;
- pallone
Ambu;
- dilatatore
di Laborde (n. 6);
- specchio
con luce frontale;
- aspiratore;
- siringa
da 10 ml per la cuffia della cannula (n. 7);
- lubrificante.
A
questo punto ci si appresta alla sostituzione, posizionando il
paziente con il capo in lieve iperestensione; si tolgono tutte
le medicazioni e si tagliano i lacci tenendo con una mano la cannula
in sede. Fatta questa operazione, si rimuove la cannula e con
una mano si stira in alto la cute, si inserisce la nuova cannula
previamente lubrificata partendo da posizione ore 3 o 9 e, una
volta sicuri di essere in trachea, inserire completamente la cannula
ruotandola di 90° e spingendola inferiormente nella sua posizione
definitiva ore 6. Solitamente questa manovra non presenta particolari
problematiche. Uno degli incidenti a cui più frequentemente
è soggetto il portatore di cannula tracheale è la
formazione del tappo mucoso, favorito dalla ipersecrezione bronchiale
e dalla scarsa umidificazione della stanza del paziente. Un respiro
frequente, superficiale, rumoroso attraverso la cannula deve mettere
sempre in allarme chi segue il paziente.
In questo caso, dopo aver accertato che non si tratti di insufficienza
polmonare, si rimuove la controcannula. Se il tappo si trova allinterno
la dispnea si risolverà. In caso di persistenza è
quindi necessario sondare con un catetere aspiratore la pervietà
della parte distale della cannula e della trachea valutando attentamente
la presenza di resistenze allintroduzione del catetere.
Se laspirazione non dovesse risolvere il problema si rende
necessario porre il paziente davanti a un umidificatore e procedere
alla rimozione e sostituzione della cannula in quanto tipicamente
il tappo mucoso si trova tenacemente adeso alla parte distale
della cannula.
Comunque in ogni caso anche dopo lasportazione del tappo
mucoso è buona norma fare eseguire al paziente una serie
di inalazioni. Va sempre consigliato che il paziente riposi in
una stanza in cui vi sia normalmente funzionante un umidificatore.
Inoltre, è buona norma eseguire saltuariamente un controllo
batteriologico delle secrezioni peristomali, al fine di individuare
eventuali cariche batteriche patogene resistenti ai comuni antibiotici.
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