M.D. numero 36, 30 novembre 2005

Farmaci
Doppia inibizione contro l’ipercolesterolemia
di Sirio Spadano

L’associazione ezetimibe/simvastatina è il primo e unico farmaco che inibisce contemporaneamente l’assorbimento del colesterolo nell’intestino e la sua sintesi nel fegato, rendendo più facile il raggiungimento dei livelli desiderati di colesterolemia LDL

N
egli ultimi anni i trial clinici internazionali hanno ampiamente dimostrato come la riduzione dei valori di colesterolo LDL sia determinante ai fini di ridurre la mortalità cardiovascolare. La strategia del “lower is better” (“più basso è, meglio è”) mira a ridurre il più possibile i valori del colesterolo LDL, ma nella pratica clinica quotidiana risulta spesso difficile ottenere l’obiettivo terapeutico desiderato, specie quando i livelli di LDL da raggiungere sono particolarmente bassi (<100 mg/dL, nei soggetti con molteplici fattori di rischio o già colpiti da eventi cardiovascolari maggiori come infarto e ictus).
Le statine sono in grado di ottenere buoni risultati in termini di riduzione delle LDL, ma anche quando vengono impiegate ad alte dosi non sempre riescono a raggiungere i livelli target indicati dalle linee guida. è importante ricordare, per esempio, che il maggior effetto ipocolesterolemizzante delle statine si ottiene con la dose iniziale raccomandata, mentre ogni raddoppio della posologia produce un incremento di efficacia non proporzionale all’aumento del dosaggio e nel contempo aumenta il rischio di insorgenza di effetti collaterali.
Per tali ragioni appare di grande interesse pratico la recente disponibilità dell’associazione precostituita tra ezetimibe e simvastatina: i due farmaci agiscono in modo complementare attraverso la “doppia inibizione” sia dell’assorbimento intestinale che della biosintesi epatica di colesterolo, consentendo quindi di esplicare un controllo completo del metabolismo del colesterolo, in grado di determinare un calo della colesterolemia LDL superiore a quello ottenibile con la sola statina, anche con le molecole di questa classe di maggiore efficacia.

Il razionale farmacologico


Ezetimibe rappresenta il capostipite di una nuova classe di farmaci agenti a livello dell’assorbimento intestinale del colesterolo: il target del farmaco è rappresentato dalle cellule epiteliali dell’intestino tenue e più precisamente dalla proteina NPC1L1 deputata all’assorbimento del colesterolo. A tale livello ezetimibe inibisce l’assorbimento del colesterolo sia di origine biliare (che rappresenta circa i tre quarti del colesterolo presente nell’intestino), sia di origine alimentare. Grazie a questa attività si riduce il colesterolo di ritorno al fegato, organo in cui avviene la biosintesi del lipide, che viene inibita dalla statina attraverso l’attività sull’enzima HMGCoA. La doppia inibizione sul colesterolo LDL determinata dall’associazione tra ezetimibe e simvastatina rappresenta quindi un meccanismo di estremo interesse farmacologico per l’efficace sinergia che si verifica tra i due principi attivi.
Al dosaggio abituale raccomandato di 10 mg di ezetimibe e 20 mg di simvastatina, l’associazione tra i due farmaci permette di ottenere la stessa riduzione del colesterolo LDL che si raggiunge con la dose massima della statina da sola, ma con un migliore profilo di sicurezza e tollerabilità. Ezetimibe/simvastatina contribuisce inoltre a migliorare il quadro lipidico generale aumentando il colesterolo HDL e l’apolipoproteina A-1 ad azione antiaterogena, riducendo invece i trigliceridi, l’apolipoproteina B e la proteina C reattiva, il cui innalzamento è predittivo di aumentato rischio di aterosclerosi.
La disponibilità di questa associazione farmacologica consente pertanto di ottenere più facilmente gli obiettivi indicati nelle linee guida, senza peraltro aumentare il rischio di insorgenza di effetti indesiderati legati alla terapia.
Gli studi di sicurezza e tollerabilità condotti fino ad ora dimostrano infatti che, in seguito alla somministrazione di ezetimibe con una statina, il rischio di effetti collaterali rimane praticamente sovrapponibile a quello registrato con la sola statina.


Studi prospettici in corso
oSono attualmente in corso alcuni grandi trial prospettici che definiranno il ruolo di ezetimibe/simvastatina su endpoint “hard”. Lo studio IMPROVE IT valuta su circa 10mila pazienti con sindrome coronarica acuta la potenziale riduzione del rischio di morte cardiovascolare e di altri eventi cardiovascolari maggiori fornita dal trattamento per un periodo minimo di 2.5 anni con la combinazione ezetimibe/simvastatina 10/40 mg rispetto a simvastatina 40 mg. Lo studio SHARP coinvolge 9mila pazienti con patologie renali croniche per determinare se il trattamento con ezetimibe/simvastatina 10/20 mg può ridurre il rischio di un evento cardiovascolare maggiore rispetto a placebo per quattro o più anni e rispetto a simvastatina 20 mg per un anno. Lo studio SEAS coinvolge 1400 pazienti con stenosi aortica sintomatica ed è volto a verificare se il trattamento con ezetimibe 10 mg e simvastatina 40 mg rispetto a placebo possa ridurre il rischio di eventi cardiovascolari maggiori.
La durata del follow-up è di 4 anni. Infine, lo studio ENHANCE coinvolge 725 pazienti con ipercolesterolemia familiare ed è volto a determinare se il trattamento per due anni con ezetimibe 10 mg e simvastatina 80 mg sarà più efficace della sola simvastatina 80 mg nel ridurre lo spessore intima-media della carotide.