M.D. numero 35, 23 novembre 2005

Proposte
Prescrizioni improprie: c’è bisogno di una legge
di Filippo Mele, Medico di medicina generale, Policoro (MT)

La compilazione del nuovo ricettario avrebbe dovuto inserire il Mmg in un sistema che, attraverso il canale informatico, tendesse a mettere in rete e a rendere disponibili al Ssn, nei suoi diversi livelli di responsabilità, informazioni sensibili tra le quali i comportamenti prescrittivi dei medici, ma anche i consumi sanitari di ciascun cittadino. Nelle intenzioni della parte pubblica quindi il nuovo ricettario doveva essere uno degli strumenti attraverso cui portare a regime il controllo in tempo reale dell’appropriatezza delle prescrizioni e della relativa spesa. Ma i primi monitoraggi da quando questo strumento è andato in vigore, con temporalità diversificata da Regione a Regione, mostrano effetti contrari all’obiettivo prefissato


L
e ultime notizie sulle prescrizioni improprie arrivano dalla Liguria. La prima riguarda l’interrogazione al ministero della Salute da parte del senatore Aleandro Longhi, che ha chiesto se ci sono dei motivi particolari sul perché alcuni medici dell’ospedale San Martino di Genova, invece di attenersi alle disposizioni di legge, che prevedono per gli specialisti di struttura pubblica l’uso del ricettario regionale, impongano all’ammalato di rivolgersi al proprio Mmg per la successiva trascrizione. Longhi ha concluso domandando: “se ciò, a parere del ministero, non comporti disagio e perdita di tempo per l’ammalato e un aggravio di lavoro per i Mmg e se siano ravvisabili responsabilità della Regione Liguria”.
Il sottosegretario alla Salute Cesare Cursi ha risposto che: “L’organizzazione dei servizi di assistenza sanitaria rientra nell’ambito delle funzioni delle Regioni. Tale competenza si è consolidata dopo le modifiche al Titolo V della Costituzione”.
La Prefettura di Genova nel frattempo ha comunicato che, secondo quanto riferito dall’assessore regionale alla salute Longhi, esiste un obbligo giuridico e deontologico per tutti i medici. Al rispetto di tale obbligo la Regione, con circolare del 17.12.04 sull’introduzione del nuovo ricettario, ha richiamato l’attenzione dei medici, ribadendo il principio secondo cui le prescrizioni devono essere determinate dallo stesso clinico che ha deciso terapie e indagini da effettuare.

La richiesta dell’Asl di Chiavari


La seconda notizia è di alcune settimane fa. Si tratta di una lettera della responsabile del Dipartimento delle Cure primarie della Asl di Chiavari inviata al direttore generale e a quello sanitario in cui si legge: “Alla luce di numerose segnalazioni dei medici convenzionati a cui i pazienti chiedono la trascrizione di prescrizioni specialistiche, si chiede di voler sensibilizzare i medici del presidio ospedaliero affinché provvedano alla diretta prescrizione di terapie ed indagini ritenute necessarie per l’assistito”.
Ebbene, c’è qualche Mmg d’Italia che possa affermare che quanto accade in Liguria sia un fatto regionale e non nazionale? No. Con l’aumentare delle prescrizioni improprie si rischia di compromettere la tenuta di un Ssn in cui debbono convivere medici convenzionati e dipendenti. Sinora le iniziative intraprese non hanno colto nel segno, tra cui quella di affiggere nelle sale di attesa dei Mmg manifesti in cui si segnala ai pazienti l’obbligo della prescrizione su ricettario regionale di quanto ritenuto necessario dallo specialista convenzionato.

Effetto boomerang


L’introduzione del nuovo ricettario, poi, ha aggravato il problema.
Pochi ospedali sono dotati di sistemi computerizzati per l’uso appropriato di questo nuovo strumento e gli errori trascrittivi aumentano. L’introduzione di campi a lettura ottica e di nuove aree da compilare ha ingenerato più di qualche difficoltà nella compilazione della ricetta, in particolare quando si è impossibilitati all’utilizzo di un programma informatico per la sua scrittura.
Il primo risultato visibile è che il via vai di pazienti si è moltiplicato. Le attese si sono fatte ancora più lunghe. Che fare? Non bastano più i proclami e le intese negli accordi regionali della medicina di famiglia se non rientrano anche nei contratti degli specialisti ospedalieri e di quelli ambulatoriali convenzionati. Inoltre non bastano i principi e gli obblighi senza sanzioni in caso di inadempienze. Occorre una legge del Parlamento, una presa di posizione forte del ministro della Salute Francesco Storace. Ogni “attore” del Ssn deve essere responsabile di quello che prescrive. Su questo tema servono iniziative vigorose, congiunte e sinergiche da parte dei sindacati della medicina di famiglia.