M.D. numero 34, 16 novembre 2005

Tribuna
Alla ricerca di percorsi condivisi tra MdF e specialisti
di Giacomo Tritto, Medico di medicina generale, Bari - Presidente AIMEF

La diversità tra medicina di famiglia e specialistica può essere fattore di arricchimento della pratica medica, se a prevalere è il confronto e il dialogo, all’insegna della complementarietà. Non esistono due differenti scienze, una della medicina generale e una della clinica medica specialistica, da contrapporre una all’altra; si tratta, piuttosto, di identificare i punti di prospettiva, i modelli di spiegazione e comprensione, da utilizzare nell’osservazione dei fenomeni biologici che si propongono all’attenzione clinica, in un determinato momento, così che gli interventi messi in opera saranno stabiliti di comune accordo. La medicina di famiglia però deve superare barriere culturali e presunzioni scientifiche e non cadere nella trappola di adottare modelli non consoni, ma tipici delle cure secondarie

I
l medico di famiglia (MdF) identifica e gestisce i problemi presentati da un paziente in collaborazione con il paziente stesso.
Nella identificazione dei problemi il MdF parte da alcuni punti chiave:

  • identifica il problema attraverso la cartella clinica;
  • identifica i motivi per cui il paziente si è recato in ambulatorio;
  • identifica le probabili cause dei problemi descritti dai pazienti.
Qualche volta il paziente presenta problemi non chiaramente inquadrabili, come possono essere quelli legati a difficoltà economiche, a problemi di lavoro o relazionali. Pertanto la medicina di famiglia analizza le dimensioni fisiche, psicologiche e sociali dei problemi presentati dal paziente. In quest’ottica il medico di famiglia dovrebbe inviare il paziente alle strutture di secondo livello, per consulenze appropriate.
Le prime difficoltà nascono dalla non corretta comunicazione con gli specialisti (ambulatoriali e ospedalieri) a causa sia delle liste di attesa sia della scarsa conoscenza, da parte dei colleghi del secondo livello, dei problemi burocratici che incombono sulla prescrizione (note AIFA, delibere regionali, ecc.).
L’integrazione dell’ospedale con il territorio, ancora nelle prime fasi attuative, pone purtroppo il paziente non al centro dell’assistenza, ma fra i conflitti irrisolti presenti nei vari dipartimenti ospedalieri.
I problemi della medicina di famiglia nascono nel momento in cui si cerca la consulenza specialistica che, in alcune Regioni, a causa della scarsità delle risorse, diviene problematica e realizzata con tempi di attesa molto lunghi.
Pertanto i referti sia delle visite specialistiche che degli esami strumentali giungono negli ambulatori con notevole ritardo, procrastinando la fase diagnostica e terapeutica.

Il problema dell’inapropriatezza


Il territorio in molte Regioni non è in grado di accogliere le richieste di salute del cittadino utente a causa di una cattiva organizzazione del sistema sanitario regionale e di un allocamento inappropriato delle risorse.
Il MdF svolge il ruolo di risolutore di problemi. Nella nostra organizzazione sanitaria il ruolo del medico di primo livello è quello di “smistatore” dei pazienti verso le strutture pubbliche o private accreditate.
Il ruolo originario che poneva il MdF al centro del Ssn come fulcro della assistenza primaria sul territorio si è snaturato in quello di semplice burocrate asservito ai tanti DPR regionali per contenere la spesa farmaceutica e ospedaliera.
I pazienti abituati a ottenere tutto subito e gratis premono sul MdF alimentando richieste di visite specialistiche e prescrizioni farmaceutiche improprie. Aumentano le visite al Pronto soccorso e si bypassano i medici di famiglia facendo aumentare le visite da codice bianco.
Con questo modo di fare, le consulenze specialistiche si moltiplicano provocando quelle voragini nei conti dello Stato e delle Regioni.
La colpa di questa situazione è attribuita sempre alla medicina di famiglia, che non riesce a bloccare queste richieste e a risolvere i problemi di salute del paziente.
La MdF si è trovata nell’impossibilità di svolgere attività che sono state delegate alla specialistica per fattori meramente di politica economico-sanitaria. I MdF debbono riappropriarsi di quei problemi di salute più frequenti e del loro monitoraggio. Bisogna sensibilizzare il mondo politico e amministrativo agli interessi dei cittadini e ai principi di accessibilità, efficacia, efficienza ed equità, ottimizzando il rapporto costo-beneficio.


Sintesi della lettura presentata alla 5ª Assemblea Scientifica Nazionale AIMEF - Montesilvano (PE), 4-5 novembre 2005