M.D. numero 34, 16 novembre 2005

Segno clinico
La tomografia ad emissione di positroni (PET)
di Gian Paolo Andreoletti, Medico di medicina generale, Vertova (BG), direttore editoriale di www.senology.it

Questa rubrica si propone di ripercorrere sinteticamente la storia clinica del paziente, evidenziando l’indagine o il reperto biochimico strumentale che maggiormente ha contribuito ad indirizzare l’iter clinico verso una diagnosi definitiva

La paziente
Donna di 53 anni, sottoposta sette anni prima a mastectomia totale destra con linfoadenectomia ascellare per carcinoma mammario T2N1M0. All’intervento chirurgico erano seguite chemioterapia adiuvante (6 cicli di CMF: ciclofosfamide-metotrexate-fluorouracile) e ormonoterapia con tamoxifene (20 mg al giorno per cinque anni).
La paziente lamenta da alcune settimane dolori persistenti all’emitorace sinistro ed all’anca destra.
Una radiografia dei distretti ossei dolenti e una scintigrafia ossea total body non evidenziano reperti patologici.
Gli esami ematochimici rivelano un incremento spiccato del CEA (136 ng/ml).
La TAC toracica ed addominale con mezzo di contrasto non evidenzia la presenza di secondarismi in tali sedi.

L’indagine diagnostica


Tomografia ad emissione di positroni (PET) total body: l’indagine PET con F-fluoro-2-deoxy-D-glucosio evidenzia a livello addominale, toracico ed osseo la presenza di numerose aree di iperaccumulo.

La diagnosi


Metastasi ossee e viscerali da carcinoma mammario.

Commento


Il caso in questione si riferisce a una pazienteno la cui sintomatologiano clinica, associata a uno spiccato incremento ematico di un marker tumorale (antigene carcinoembrionario, CEA), poneva fortemente il sospetto della presenza di una progressione della malattia tumorale mammaria, per la quale era stata operata alcuni anni prima. Le radiografie standard, la scintigrafia ossea e la TAC toracica e addominale non consentivano tuttavia di confermare il dubbio clinico.
In questo caso è risultata dirimente l’esecuzione di una tomografia ad emissione di positroni (PET) total body con F-fluoro-2-deoxy-D-glucosio.
Tale indagine, utilizzando del glucosio marcato, è in grado di evidenziare aree caratterizzate da intensa attività metabolica, quali le localizzazioni metastatiche neoplastiche: essa risulta dunque molto preziosa quando le tradizionali metodiche di diagnosi, staging e follow-up risultano silenti o mostrano reperti dubbi.
La sua elevata sensibilità (86%) e specificità (93%) ne fanno una indagine di estremo interesse e di sempre maggiore utilizzo clinico.