
M.D.
numero 34, 16 novembre 2005
Riflessioni
In gruppo, in associazione o in rete? Scelte
forzate per sopravvivere
di Carlo Iannotti, Medico di medicina generale, Benevento
La continua erosione delle nostre competenze e retribuzioni
e le incombenze burocratiche hanno relegato sempre più
i Mmg al ruolo di passacarte. La sopravvivenza del medico di
famiglia che lavora da solo è diventata inappropriata
non per i bisogni medico-clinici degli assistiti, ma per quelli
dellapparato contabile e amministrativo del comparto
Sono
medico di famiglia, massimalista da più di dieci anni,
e mai come in questo momento mi rendo conto di quanto la burocrazia
influenzi labbruttimento professionale.
Inoltre, la continua erosione delle nostre retribuzioni unitamente
alla mancata coesione della categoria ci ha indotto - e ci induce
- a subire condizioni di contratto sempre più gravose.
Per pochi soldi abbiamo accettato il trasferimento di incombenze
assurde che sottraggono tempo al nostro ruolo medico e clinico.
Un esempio per tutti è quello relativo alla campagna
vaccinale. In questo caso il ricatto economico si è spinto
fino al punto di pretendere ladesione a incombenze burocratiche
così pesanti (e peraltro inutili) che la somministrazione
del vaccino (e cioè latto medico vero e proprio)
è diventato laspetto più trascurabile dellintera
campagna. Questa infatti prevede molteplici e diversificati
adempimenti:
-
a
luglio/agosto dobbiamo compilare un elenco nominativo dei
pazienti candidabili alla vaccinazione con lindicazione
dei dati anagrafici completi e della motivazione alla base
della loro eleggibilità (mi è stato perfino
rifiutato un elenco perché non ordinato in senso alfabetico);
-
programmare
il numero delle dosi necessarie (che peraltro puntualmente
non saranno fornite nella quantità richiesta);
-
ad
avvio della campagna dobbiamo sobbarcarci le operazioni di
facchinaggio e recarci personalmente a ritirare gli scatoloni
contenenti le dosi richieste (tutto questo ovviamente negli
orari consoni agli uffici della pubblica amministrazione,
senza contare le note difficoltà di parcheggio nei
pressi di uffici così frequentati);
-
sottoscrivere
modalità di consegna e trasporto impossibili: ci dobbiamo
cioè assumere per iscritto la responsabilità
del trasporto a temperatura controllata, ma bisognerebbe affittare
il furgone dei gelati dato che una borsa termica è
insufficiente al trasporto, oppure frazionare il trasporto
stesso in più fasi;
-
a
campagna ultimata dobbiamo infine presentare un rendicon-to
delle vaccinazioni effettuate suddiviso per patologie di rischio
ed età.
Tra
modulistica varia inoltre ci ritroviamo a fare quasi un migliaio
di fotocopie: spese e fastidio ovviamente a carico nostro.
Non si tratta forse di incombenze arrogantemente scaricate sui
medici? Si pensi per esempio alla tenuta e allaggiornamento
dellarchivio esenzioni o allinformatizzazione dei
dati/pazienti. Una rete informatica ha bisogno di personale qualificato
sia per limplementazione sia per la gestione sia per la
manutenzione ordinaria e straordinaria sia per la responsabilità
che quei stupefacenti adempimenti previsti dalle normative sulla
privacy impongono. Adempimenti e problematiche che - assieme ai
costi - lo Stato ha surrettiziamente scaricato sulle spalle dei
Mmg.
Non ho intenzione di evocare le solite lamentazioni tanto diffuse
quanto inutili. Tento solo di fare il punto della situazione per
quella che mi risulta essere. Mi auguro anzi di affermare cose
inesatte, discendenti da una imperfetta conoscenza del contratto
e di essere perciò smentito.
Una chance?
Al momento lunico modo di tentare di sopravvivere nelle
attuali assurdità burocratiche mi appare quello di imboccare
la strada verso la quale ci spinge lo stato delle cose: la medicina
di gruppo o di rete. Sempre che, a furia di lasciarci spingere
nella direzione in cui soffia il vento, non ci troveremo definitivamente
nellimpossibilità di svolgere ulteriormente questo
pur nobile lavoro. La complessità della nostra attività
è ormai tale che - di fatto - non possiamo essere sostituiti
da altri se non Mmg e, in proposito, mi piacerebbe anche ottenere
dei chiarimenti.
Ci siamo per esempio resi conto di come è diventato difficile
se non impossibile farsi sostituire in caso di necessità?
E non parliamo di ferie, che potrebbero sembrare perfino pleonastiche.
Parliamo invece di qualche necessaria assenza imposta da una qualche
pur banale e passeggera malattia. Chi e come ci potrà sostituire
se una mattina ci svegliamo febbricitanti? Qualche anno fa era
semplice. Ci si poteva anche limitare ad esporre un cartello sulla
porta dello studio che desse indicazioni relative alla reperibilità
del collega che ci sostituiva. Un collega disponibile lo si trovava
con un semplice giro di telefonate. Si trattava, in fondo, solo
di fare ciò che tutti i medici sono stati da sempre preparati
a fare: diagnosi e terapia. Oggi non è più così
semplice.
Superspecializzati in burocrazia
Gli adempimenti burocratici discendenti dalla osservanza delle
note, dei livelli essenziali di assistenza, dei piani terapeutici,
assieme alla necessità di archiviare le giustificative
di numerose prescrizioni di esami diagnostici, nonché larchiviazione
elettronica dei farmaci prescritti da inviare alla Asl per via
telematica ha reso estremamente problematica la nostra sostituibilità.
Come pretendere che un collega in vece nostra archivi (in fotocopia)
le più disparate giustificative di prescrizioni, prenda
nota di tutti i farmaci prescritti (che noi dovremo successivamente
annotare su computer), registri ogni prescrizione effettuata ai
diabetici nonché ogni prescrizione fisioterapica. A causa
dellindividualità del budget di spesa non è
poi pensabile che questi usi il suo ricettario: bisognerà
fargli avere il nostro in tempo reale e poi occorrerà recuperarlo,
unitamente a una nota scritta di tutte le singole attività
svolte, sperando che non vi siano errori o dimenticanze. Fatto
importante visto che gli emolumenti di alcuni progetti sono direttamente
legati alla percentuale di errori. Comunque che il collega effettui
delle visite per conto nostro è una cosa, che egli ci faccia
da notaio/ragioniere è tuttaltra pretesa.
Non è biasimabile e non meraviglia una diffusa indisponibilità
di colleghi che già si sentono sovraccaricati da analogo
carico burocratico da svolgere per se stessi.
Proviamo allora ad ipotizzare la sostituzione da parte di un giovane
collega. In primo luogo è molto difficile oggi reperire
sul mercato giovani colleghi inoccupati e disponibili alle sostituzioni.
LUniversità attualmente sforna certamente meno medici
di un tempo, per cui (fortunatamente per loro) i giovani colleghi
trovano sempre qualche attività da svolgere ed esse - ahimé
- sono quasi sempre incompatibili con le sostituzioni in medicina
generale. Perciò, date le responsabilità in gioco,
chi se la sente di affidare loro lo studio senza i crismi dellufficialità?
Se poi si trova qualcuno di questi giovani colleghi disposto a
sostituirci non si può pretendere che egli impari in un
attimo tutte le adempienze burocratiche che ci assillano, nonché
lespletamento dellattività in modo informatizzato.
Come risolvere il problema? I più fortunati e attenti tra
i Mmg hanno una segretaria addestrata alla bisogna (anche questa
figura dipendente è diventata ormai una necessità
a nostro carico). Ella potrebbe essere di supporto, ma anche di
controllo allattività prescrittiva del medico neofita.
Sarà però necessario che il collega ci sostituisca
presso il nostro studio e questo accresce le possibilità
di dinieghi e il costo.
Ma una volta superati anche questi ostacoli le domande che si
annidano sono tante, per esempio: sarà il collega in grado
di utilizzare il computer? E se sì, conosce il nostro software?
Associarsi: una via obbligata
A questo punto penso che lavorare in associazione, malgrado come
la si pensi, più che una scelta è una necessità.
Associamoci allora, ma in che modo? In rete o in gruppo? E che
differenza cè tra le due forme? Come ci si organizza,
per esempio a proposito di responsabilità delle prescrizioni
di un collega che in caso di nostra assenza prescrive per i nostri
pazienti? Non credo occorra comunicare lassenza/sostituzione,
allora su quale ricettario il collega che ci sostituisce deve
prescrivere? Come si separa la responsabilità di ciascuno
dei due medici relativamente al ricettario utilizzato? Bisogna
in ogni caso essere in rete su un web server sempre attivo che
contenga i dati di tutti coloro che sono in rete/associati? Bisogna
che il software di gestione preveda una sorta di giornale
macchina che abbia memoria del medico prescrittore?
Queste le sfide attuali che ci spingono verso problematiche sempre
più complesse e che nulla hanno a che fare con quanto i
medici imparano allUniversità e che poi realmente
interessa i nostri pazienti: la diagnosi e la terapia.
Penalità da contratto
Infine non dimentichiamo che lo Stato ha recentemente delegato
alle Regioni il contenimento della spesa sanitaria e subito le
Asl si sono scatenate. Se finora ci intimavano di stare in un
budget di spesa arbitrariamente fissato, adesso il nuovo ACN li
autorizza finanche alla revoca della convenzione in caso di inosservanza
di un budget prestabilito.
Siamo in mezzo a un guado: se continueremo a curare con coscienza
i nostri pazienti rischiamo il licenziamento; se non lo facciamo,
i nostri pazienti, quelli che non ci hanno ricusato ed eventualmente
sopravvissuti alla forzata malpractice, ci denuncerebbero.
Ma non basta, lo Stato nel frattempo ipotizza strutture faraoniche:
le UTAP. Unipotesi sperimentale, ma comunque difficile da
realizzare viste le ristrettezze del comparto sanitario.
Ma chi, come e perché, dovrebbe gestire queste strutture?
I medici di famiglia? Dobbiamo anche improvvisarci manager fai
da te? Ma se le incombenze sono quelle ipotizzabili chi avrà
il tempo per curare i pazienti? Alla faccia della qualità
e della omogeneità delle prestazioni.
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