M.D.
numero 32, 2 novembre 2005
Il
caso
Asl di Milano: tre problemi per i medici di
famiglia
di Roberto Carlo Rossi, Ugo Tamborini, Stefano Nobili,
Medici di medicina generale - SNAMI Milano
Convocazione
urgente
Giunge
notizia, confermata dai funzionari del Comitato d¹Azienda dell¹Asl
08 Città di Milano, che in data 15 settembre 2005 è stata disposta
mediante telegramma la convocazione urgente di medici di medicina
generale che hanno come unica ³colpa² quella di aver prescritto
ai loro pazienti affetti da malattie croniche alcune confezioni
in più di una determinata terapia rispetto all¹arco temporale
di due mesi. Va precisato che le terapie ³incriminate² sono
appunto croniche e i pazienti sono perpetuamente obbligati ad
assumerle. L¹analisi con la quale sono stati selezionati i medici
è stata compiuta sull¹arco temporale di un quadrimestre prescrittivo
ed ha utilizzato un parametro definito ³DDD² (defined daily
dose - dose definita giornaliera).
La
nostra preoccupazione è legata ai seguenti motivi:
-
non
vengono presi in considerazione i Comitati di Distretto e
ciò viola il vecchio e nuovo Accordo Collettivo Nazionale
(art. 27 comma 5);
-
si
utilizza lo strumento del DDD, utile in campo farmacoeconomico
e farmaco epidemiologico, ma inutile per condurre indagini
di carattere amministrativo;
-
si
tiene conto di un arco temporale prescrittivo troppo breve;
-
si ignorano le indicazioni espresse in passato dalle organizzazioni
sindacali;
-
viene utilizzato uno strumento di ³chiamata² come il telegramma
che convoca il medico senza alcuna spiegazione;
-
è censurabile perché obbliga soggetti con patologie croniche
ad accedere allo studio del proprio medico curante più volte
per motivi di mero carattere burocratico;
-
in ultima analisi si configura un¹indebita pressione sui soggetti
³prescrittori² per ridurre il volume ³prescrittivo², il quale,
come noto, non è particolarmente elevato nella città di Milano
rispetto al resto della Lombardia e all¹Italia, nonostante
i condizionamenti determinati dalla presenza delle numerose
strutture specialistiche e universitarie accreditate.
Piano
Vaccinale 2006
Il secondo problema su cui poniamo l¹attenzione è il programma
vaccinale antinfluenzale 2006 presentato al Comitato d¹Azienda:
l¹Asl Città di Milano. Pur a fronte degli incentivi modestissimi
previsti dall¹ultimo Accordo Collettivo Nazionale, si è deciso
di ridurre a meno della metà, rispetto agli scorsi anni, la popolazione
che può afferire al proprio medico curante per tale vaccinazione,
escludendo la larga fetta di settantacinquenni che non hanno subito
ricoveri negli ultimi due anni, anche nel caso siano soggetti
non deambulanti e o in assistenza domiciliare integrata o programmata.
Che cosa potranno mai dire ai cittadini i medici di famiglia milanesi
abituati a vaccinare i loro pazienti anziani?
Continuità assistenziale
È noto il grave sottodimensionamento del servizio di Continuità
Assistenziale a Milano. L¹Asl Città di Milano è probabilmente
l¹unico esempio in Italia di un rapporto tra personale medico
di Continuità Assistenziale e popolazione residente di circa 1/130.000
rispetto al previsto 1/40-50.000 dei passati accordi regionali
e 1/5.000 della nuova convenzione. Mentre in alcune Regioni le
Asl si sono mosse prontamente onde adeguarsi al nuovo ³limite²
imposto dalla convenzione, a Milano, la ³capitale morale d¹Italia²,
nulla si fa per potenziare il servizio e portarlo a livelli almeno
accettabili. La nostra preoccupazione è rivolta ai cittadini da
noi assistiti per il disservizio conseguente.
|