Editoriale
Appropriatezza, cosa non si fa nel tuo nome
In una fase in cui la sanità
italiana è chiamata a stringere la cinghia sempre di
più, il ministro della Salute Francesco Storace non vuole
privare il proprio dicastero degli strumenti più rigorosi
possibili per potere offrire ai cittadini il migliore servizio
con le risorse a disposizione. È per questo che ha chiesto
di inserire in Finanziaria listituzione della Commissione
Nazionale sullAppropriatezza. E di appropriatezza, se
non di un vero e proprio miracolo, sembra esserci bisogno, considerando
che mentre le Regioni reclamano 4,5 miliardi di euro per coprire
il rinnovo dei contratti del 2004, il Governo chiede loro di
mettere sul tavolo altri 2 miliardi per contratti e convenzioni
del biennio 2004-2005 e ancora 1,7 miliardi per il 2006-2007.
Daltronde il debutto nazionale della tessera sanitaria
è stato rimandato di altri sei mesi (giugno 2006) perché
la rete informatica, cui è stato affidato il compito
di tenere sotto controllo on-line consumi e spesa sanitaria,
non è ancora a punto. La criticità è tale
che sembra non resti altra scelta se non quella di affidarsi
ad un nuovo organismo composto da medici di medicina generale,
specialisti, esperti individuati dal ministero e dalle Regioni,
per vigilare, indirizzare, governare attraverso linee guida
e affini il mare magnum dellinappropriatezza sanitaria
italiana.
Ma non ci si ferma qui. Alla manovra Finanziaria verrebbe assegnato
anche il compito di trovare risorse adeguate per il Siveas,
ossia un Sistema nazionale di verifica e di controllo sullassistenza
sanitaria nuovo di zecca, condiviso tra i dicasteri dellEconomia
e della Sanità, che dovrebbe verificare tutte le attività
svolte dal Ssn, avvalendosi anche di un nucleo ispettivo, quel
Sar (Supporto per lanalisi delle disfunzioni e la revisione
organizzativa) che dovrà svolgere tutte le azioni di
monitoraggio, di garanzia, di controllo oggi frammentate tra
diverse competenze.
E se nemmeno ispettori e commissioni dovessero raddrizzare il
rapporto spesa-efficacia nella sanità italiana, il ministero
potrà persino avvalersi di società scientifiche
e istituti di ricerca italiani ed esteri, per un massimo di
20 esperti e di un budget complessivo di 10 milioni di euro
lanno. Battezzato il Grande Fratello della sanità,
il Siveas potrebbe allontanare dai medici lo spettro della polizia
giudiziaria, per turbare i loro sonni con una polizia sanitaria,
che non controlli solo fustelle e ricette, ma anche percorsi
di cura e attese.
In palio, però, non cè un premio in denaro
come nei giochi televisivi, ma soltanto la nomination,
cioè il rischio di uscire dal Ssn nel caso in cui non
si corrisponda in pieno a scartoffie e circolari. Con buona
pace di scienza e coscienza.