M.D. numero 31, 26 ottobre 2005

Terapia
Gestione dei pazienti in terapia anticoagulante orale
di Mauro Marin, Medico di medicina generale, Pordenone

Le linee guida per la gestione dei pazienti in terapia anticoagulante orale, recentemente emanate dalla Federazione dei Centri Sorveglianza Anticoagulati risultano utili anche per uniformare i comportamenti assistenziali sul territorio

L
a Federazione dei Centri Sorveglianza Anticoagulati (FCSA) ha recentemente pubblicato le linee guida 2005 per la gestione dei pazienti in terapia anticoagulante orale (www.fcsa.it).
La loro importanza è data anche dall’attuale necessità di uniformare i comportamenti assistenziali nel contesto di un’organizzazione sanitaria territoriale multidisciplinare, dove il personale di assistenza non trova sempre il medico reperibile per comunicare il valore dell’INR (International Normalized Ratio) e ottenere subito le eventuali modifiche prescrittive in caso di variazioni del livello di anticoagulazione fuori dagli intervalli terapeutici (tabella 1).

Impiego della terapia


L’impiego della terapia anticoagulante orale (TAO) presenta un trend crescente per l’ampliamento delle sue indicazioni cliniche: fibrillazione atriale, embolia polmonare, trombosi venosa profonda, protesi valvolari cardiache, commissurotomia mitralica, stenosi mitralica, infarto miocardico, arteriopatie periferiche.
In Italia si calcola che vi siano oltre 100.000 pazienti in terapia, di cui circa la metà portatori di protesi cardiache artificiali. I farmaci utilizzati per la TAO sono la warfarina sodica (emivita >24 h) e l’acenocumarolo (emivita 8-11 h), che svolgono il loro effetto anticoagulante mediante inibizione reversibile dell’enzima epatico epossido-riduttasi attivante la vitamina K, necessaria a carbossilare i fattori della coagulazione II, VII, IX e X altrimenti inattivi.
L’effetto terapeutico anticoagulante viene monitorato con la determinazione del tempo di protrombina (tempo di coagulazione del plasma citrato dopo aggiunta di tromboplastina calcica, sensibile all’attività dei fattori della coagulazione vitamina K-dipendenti), i cui risultati costituiscono un indice del difetto coagulativo indotto dalla TAO.
I risultati del tempo di protrombina vengono espressi in INR, al fine di standardizzare e rendere quindi confrontabili i valori ottenuti in laboratori diversi che impiegano come reagenti delle tromboplastine commerciali dotate di sensibilità differente.
È possibile anche determinare il tempo di protrombina nello studio medico, nelle residenze per anziani o al domicilio del paziente mediante un fotometro portatile che consente un monitoraggio domiciliare immediato della TAO (Thromb Res 2004; 113: 35-40), utile soprattutto nei pazienti non trasportabili.

Monitoraggio della terapia

È esperienza comune osservare pazienti che presentano in controlli successivi valori instabili di INR dovuti non solo a irregolare assunzione della TAO, ma spesso anche a interazioni con altri farmaci assunti (tabella 2), a modificazioni dietetiche del contenuto di vitamina K, a consumo di alcolici, a insufficienza cardiaca o epatica, a ipertiroidismo, a febbre, a diarrea e a molte altre cause. Mentre nel paziente con risultati stabili di INR potrà essere sufficiente il monitoraggio del tempo di protrombina (PT) ogni 2-4 settimane, nel caso di ampie variazioni dell’INR è opportuno ricontrollare subito l’esame e poi modificare di conseguenza il dosaggio del farmaco e ravvicinare i controlli del PT.
Va comunque rilevato che il rischio emorragico della TAO è presente anche se il PT si mantiene nell’intervallo terapeutico: in 141 pazienti in TAO seguiti per 55 mesi con controlli mensili del PT sono state rilevate emorragie lievi nel 18% dei casi ed emorragie gravi nel 5% dei casi, ma meno del 30% dei pazienti con segni di emorragia aveva un PT con valori di INR superiori ai limiti dell’intervallo terapeutico (Arch Intern Med 1984; 144: 1966-8).
Tuttavia, il rischio di complicanze emorragiche sale con l’aumento dei valori di INR: in un gruppo di pazienti in TAO con INR nel range terapeutico di 3.0-4.5 è stata rilevata una prevalenza di emorragie del 22% dei casi, mentre in un gruppo di pazienti nel range di 2.0-2.5 la prevalenza di emorragie è stata solo del 4.3% (N Engl J Med 1982; 307: 1676-81).
È utile assicurare una tempestiva comunicazione diretta del risultato del PT da parte del laboratorio d’analisi al medico curante quando l’INR risulta maggiore di 5, sussistendo un elevato rischio emorragico.
La dose media di induzione della TAO è di 10 mg/die per 2 giorni per la warfarina e di 8 mg/die al primo giorno e 4 mg/die al secondo per l’acenocumarolo, controllando il PT quotidianamente. La dose di mantenimento della TAO viene stabilita in base ai risultati del PT ed è generalmente compresa nel range di 1-8 mg/die per l’acenocumarolo e di 2-10 mg/die per la warfarina, assunti in dose singola giornaliera serale.
Durante la TAO è consigliabile evitare terapie intramuscolari che non siano strettamente necessarie per il rischio di causare ematomi, e terapie con antinfiammatori non steroidei che per il loro effetto antiaggregante piastrinico aumentano il rischio emorragico senza modificare i risultati del PT. L’importanza del contenuto di vitamina K nella dieta viene spesso enfatizzata, mentre in realtà risulta più utile introdurre gli alimenti abituali in misura costante piuttosto che seguire una dieta a basso contenuto di vitamina K (Thromb Haemost 1997; 77: 504-9).

Controindicazioni alla TAO


La gestione di un trattamento così impegnativo richiede una responsabile collaborazione da parte del paziente o di chi lo assiste e la preventiva esclusione di controindicazioni alla TAO. Sono controindicazioni alla TAO le malattie già a rischio emorragico (grave piastrinopenia, ulcera peptica attiva, uremia, ipertensione arteriosa maligna, grave retinopatia diabetica, ecc), la demenza e le gravi psicosi in assenza di un supporto assistenziale per il controllo continuativo della terapia, e la gravidanza, in particolare il primo trimestre, in cui la TAO, per il rischio teratogeno ed emorragico del feto, viene sostituita dall’eparina per via sottocutanea.
La TAO va interrotta temporaneamente 3-5 giorni prima e sostituita con la terapia eparinica in previsione di interventi chirurgici maggiori, punture esplorative in cavità, biopsie a cielo coperto, anestesie peridurali. Invece, in caso di esami endoscopici ed estrazioni dentarie, la TAO può essere ridotta di dose mantenendo l’INR nel range di 1.5-2.0 se il paziente non presenta un elevato rischio tromboembolico.

Informazioni al paziente


Va ricordata l’importanza di fornire all’assistito informazioni adeguate (Haematologica 2002; 87: 1081-6) sullo scopo e il meccanismo d’azione della TAO, la necessità di monitorare l’effetto anticoagulante, le possibili interazioni farmacologiche/dietetiche/cliniche, il riconoscimento delle complicanze emorragiche, le modalità per ottenere l’esenzione ticket col codice 002 (DM Salute del 28.5.1999 n. 329) al fine della multiprescrizione del PT e per accedere all’esame nelle sale prelievi distrettuali, ospedaliere o in caso di intrasportabilità al domicilio.
Va rilevato che l’autogestione della TAO da parte del paziente addestrato è risultata di pari efficacia rispetto alla gestione da parte dei Centri Ematologici di Sorveglianza degli Anticoagulanti (Arch Intern Med 2003; 163: 2639-46).