M.D. numero 31, 26 ottobre 2005

Appunti
Prescrizioni indotte, esempio di malasanità

E' da tempo che leggo i contributi del collega Attanasio pubblicati da M.D. perché le esperienze da lui evidenziate rispecchiano molto bene quelle di tutti noi Mmg. Vorrei particolarmente ringraziarlo per avere segnalato ancora una volta il problema delle prescrizioni indotte (M.D. 2005; 27: 14) contro le quali anche il sottoscritto sta conducendo solitariamente una battaglia a livello locale che mi ha visto scontrare anche verbalmente con i colleghi specialisti, in particolare con quelli ospedalieri e di Pronto Soccorso.
Lo scandalo vero e proprio non sta solo nelle incongruenze prescrittive di molti specialisti, ben evidenziate nello scritto di Attanasio, ma soprattutto che tali prescrizioni vengono redatte per pazienti di cui non conoscono assolutamente la storia clinica (vedi prescrizione di coxib a cardiopatici ecc.). L’indecenza vera e propria sta nella flessibilità temporale e posologica dei trattamenti rispetto alle indicazioni terapeutiche e alle evidenze cliniche. Cosicché, là dove basterebbe prescrivere una scatola di quel dato farmaco per “centrare il trattamento” ne vengono indicate due, con costi ovviamente raddoppiati.
Di molte delle decisione in termini di variazioni posologiche e temporali in merito ad alcuni farmaci mi piacerebbe conoscerne il razionale, non solo in rapporto all’aumento della spesa prescrittiva indotta, ma anche per l’ansia che si crea nei pazienti che, pur non potendo entrare nel merito, percepiscono gli “aggiustamenti” dei loro Mmg come una lesioni di diritti, con ovvie conseguenze di conflittualità tra curante e assistito. I colleghi specialisti che sono obbligati alla prescrizione su ricettario rosso, continuano a fare orecchie da mercante e delegano a noi l’input della prescrizione, senza neanche prendere in considerazione il fatto che compiono un’omissione d’atti d'ufficio violando una legge dello Stato in vigore dal 1 aprile 2005.
Ma gli organi di sorveglianza dove sono? Tutto fanno tranne che vigilare e nel caso un Mmg segnali l’anomalia spesso e volentieri nicchiano. Ma ciò non toglie che per me la dignità professionale va difesa assieme al decoro di non essere un trascrittore degli altri, a costo di revoche. Non voglio più subire ricatti vessatori.

Mario De Negri

Medico di medicina generale
Vergato (BO)



Non voglio essere un finanziatore occulto


Dopo oltre 25 anni di attività ho ancora molto da imparare. Quest’estate, a breve distanza di tempo, sono venuti nel mio ambulatorio due assistiti per rinnovare alcune prescrizioni farmacologiche. Dalle date precedenti facevo rilevare a tali assistiti che avevano almeno una confezione di farmaco intera per oltre un mese di terapia. Poiché affermavano, insistendo, il contrario, li invitavo a controllare: in entrambi i casi risultava che avevano dimenticato di ritirare i farmaci dalla farmacia. Di tale questione ne ho parlato con un’amica titolare di una farmacia con un’utenza numerosa. Mi ha confermato che la cosa succede con una certa frequenza. Le ho chiesto cosa accade in questi casi. Mi è stato risposto che erano consegnati alla locale casa di riposo. Non ho voluto indagare su come si comportano i farmacisti a cui solitamente afferiscono le mie ricette perché, nel mio piccolo, mi sono sentito un finanziatore occulto, senza conoscere neppure i beneficiari.
Boutade a parte, questo insegna che i Mmg devono fare ancor più attenzione alle prescrizioni. Da parte delle Asl, se proprio vogliono “raschiare il fondo del barile”, oltre a calcolare per ogni medico “la media aritmetica maggiorata di due volte lo scarto quadratico medio”, dovrebbero monitorare l’entità del problema e trovare soluzioni alternative al buon cuore dei farmacisti.

Fabio Cocconi

Medico di medicina generale - AIMEF
Gazoldo (MN)


Dipendente o libero professionista? Il dubbio si rafforza


Man mano che leggo il nuovo ACN e i commenti dei colleghi su di esso, per la verità assai diversi fra loro, mi chiedo se preferiamo essere considerati dipendenti o autonomi. La convenzione ci definisce liberi professionisti, ma poi ci dà tali e tanti obblighi e vincoli a volte peggiori di qualsiasi lavoro dipendente. Il fisco, dal canto suo, ci considera giustamente liberi professionisti e ci tassa da tali. Eppure c’è chi tra ifirmatari del nuovo ACN lo considera il migliore mai stipulato.
Dobbiamo comunicare con 15 giorni di anticipo la sospensione dell’attività per ristoro psicofisico, periodo che non può superare i trenta giorni all’anno, il sostituto deve dichiarare di conoscere la convenzione, di conoscere le norme sulla privacy, di saper usare il programma informatico di chi sostituisce (ma non bastava dichiarare di accettare l'incarico?), inoltre possiamo salutare per sempre l’incarico se non rispettiamo i dettami dell’Asl in materia di risparmio, e qui mi fermo per non tediare i colleghi, ma la lista dei nostri obblighi e vincoli sarebbe ancora lunga. Ma a noi Mmg stanno bene questi vincoli? Preferiamo essere dipendenti o liberi professionisti? È forse il caso di indire un sondaggio? Propenderei per libero professionista, ma se mi ritrovassi in minoranza avrei modo di adeguarmi.

Diego Baruzzo

Medico di medicina generale
Melazzo (AL)