M.D. numero 30, 19 ottobre 2005

Esperienze
Continuità assistenziale: il percorso di Imola
di Filippo Mele, Medico di medicina generale, Policoro (MT)

In merito al potenziamento e alla regolamentazione dell’assistenza territoriale, risulta di particolare interesse su scala nazionale quanto è stato sancito nell’Accordo aziendale firmato tra la Asl di Imola e la Fimmg provinciale in merito alle attività aggiuntive nell’ambito del servizio di continuità assistenziale. Innanzitutto è stato chiarito che non compete ai medici di continuità assistenziale erogare assistenza, prescrizioni e cure nella sede di “guardia medica” ai cittadini che vi si recano personalmente. L’Asl di Imola ha provveduto a regolamentare tale attività con annessa retribuzione attraverso un più ampio progetto di integrazione di assistenza sul territorio delle cure primarie

E' da tempo che si assiste ad un contenzioso in merito ad alcuni servizi che dovrebbero essere garantiti dalla continuità assistenziale (CA). La materia del contendere è inerente al fatto che per i medici di Ca erogare assistenza, prescrizioni e cure ai cittadini che si recano volontariamente nei presidi di ex guardia medica non è di loro competenza, ma le Asl di appartenenza non la pensano così.
I contrasti nascono da quanto stabilito nel precedente ACN (art. 52) e nel nuovo (art. 67). Il risultato è che nella stragrande maggioranza delle Asl e nei piccoli paesi il servizio di Ca è stato sempre gestito come continuazione dell’attività ambulatoriale dei Mmg. Un problema portato alla ribalta anche dalle principali organizzazioni sindacali, come Fimmg e Snami.

Un nuovo modello


L’accordo aziendale di Imola si propone di: “perseguire una maggiore qualificazione del servizio della Ca, di migliorarne l’integrazione con la medicina generale, e di proseguire la valorizzazione del servizio, al quale si ritiene di affidare una sempre maggiore responsabilità ed un ruolo più centrale nell’ambito delle cure primarie”.
Con questa intesa si dà vita a un modello organizzativo innovativo che dovrebbe garantire a tutti i cittadini del circondario la possibilità di accedere ad un ambulatorio medico sul territorio nell’arco diurno 7 giorni su 7. Si integra il lavoro dei Mmg e del servizio di Ca prefestivo e festivo, cosicché oltre alla consueta attività di guardia medica notturna (che prevede il consulto telefonico e l’eventuale visita al domicilio e non l’accesso diretto in ambulatorio), si affida al servizio di Ca una collocazione centrale nell’attività di assistenza territoriale del Dipartimento di Cure Primarie. Attraverso tale accordo peraltro, si spera di sgravare il Pronto Soccorso di Imola dai molti accessi impropri per codici bianchi.
Ma le novità non finiscono qui. Il documento d’intesa prevede inoltre il potenziamento del coordinamento del servizio di Ca con la garanzia per i pazienti assistiti nei programmi di Adi ed Adr di un’assistenza continuativa e globale per l’intero arco della giornata, così da evitare ricoveri ospedalieri inappropriati. “I medici di continuità assistenziale - si legge nell’accordo - si impegnano a garantire nei confronti dei pazienti assistiti nei programmi di ADI (II e III livello) e di quelli assistiti nelle case protette convenzionate e non convenzionate (per i quali sia stato attivato dal medico di medicina generale il programma assistenziale ADR) la necessaria continuità terapeutica in collegamento e integrazione con il medico di medicina generale (…)”.
L’importanza fondamentale dell’accordo, tuttavia, sta nel fatto di aver riconosciuto che l’attività ambulatoriale è un valore aggiunto, rispetto ai compiti di routine dell’ex guardia medica (attività domiciliare e counselling telefonico), e che deve essere remunerata di conseguenza. Il vantaggio maggiore deriva dall’apertura degli ambulatori diurni nei giorni prefestivi e festivi con l’aggiunta di un medico dedicato e l’aumento dello stipendio orario per i medici in servizio a 28,5 euro contro i 20,84 dell’attuale ACN.

Pareri e contrasti tra sindacati


Giudizio positivo sull’accordo di Imola da parte del responsabile nazionale Ca della Fimmg, Domenico Crisarà. “C’è la necessità di aprire i punti di ex guardia medica ai cittadini. Sabato e domenica gli utenti debbono potere usufruire dell’assistenza in ambulatorio così come accade negli altri giorni presso i propri Mmg. Noi operiamo nell’ambito delle cure primarie e in questo senso dobbiamo orientare anche gli utenti”.
Il sindacato Snami non obietta i contenuti dell’intesa, ma si oppone perché escluso dalla firma. “Una mossa scorretta - ha dichiarato il responsabile regionale della Ca del sindacato, Romano Burzi - in quanto Snami ha partecipato a tutte gli incontri, portando un importante contributo da un punto di vista tecnico ed economico.