M.D. numero 30, 19 ottobre 2005

Epidemiologia
Le resistenze batteriche in Italia

L e indagini epidemiologiche che valutano e approfondiscono il fenomeno delle resistenze batteriche esprimono tutta la loro validità nel momento in cui vengono usate come guida alla scelta antibiotica: la disponibilità in tempo reale di questi dati e della loro localizzazione territoriale consente infatti di impostare una terapia efficace in grado di ottenere una rapida eradicazione del patogeno in causa.
Lo studio PROTEKT Italia, condotto dal 2002 al 2004, rappresenta una ricerca di grande interesse su questo tema. La numerosità dei ceppi respiratori valutati e l’ottimale distribuzione geografica dei centri di raccolta permettono infatti di disporre di una banca dati estremamente significativa, e quindi di realizzare un’efficace istantanea delle resistenze che modulano l’efficacia clinica degli antibiotici.
I dati relativi al 2004 dimostrano che, pur con ampie variabilità locali, il 36.1% dei ceppi di Streptococcus pyogenes risulta resistente a claritromicina, antibiotico della classe dei macrolidi, con tassi più elevati nell’Italia del Sud; è confermata la sensibilità ai beta-lattamici (penicilline e cefalosporine). Per quanto riguarda i ceppi di Streptococcus pneumoniae la refrattarietà alle penicillina varia molto da regione a regione, con picchi più alti al centro sud. In generale macrolidi, cotrimossazolo e tetracicline presentano le percentuali maggiori di resistenza; è inoltre segnalato che molto batteri hanno sviluppato resistenze multiple agli antibiotici (38.1% dei ceppi isolati). Nove molecole su 15 tra quelle testate hanno rilevato un’attività superiore al 99% nei confronti di Haemophilus influenzae, per il quale permane la resistenza all’ampicillina in poco più di un caso su 5 e, in alcune aree, anche nei confronti di claritromicina e cotrimossazolo.
La disponibilità di molecole innovative contribuisce tuttavia ad aumentare le possibilità di un controllo delle infezioni. Telitromicina, capostipite della classe dei ketolidi, è una delle molecole più interessanti emersa negli ultimi anni: in base ai dati dello studio PROTEKT, i germi più frequentemente implicati nelle infezioni respiratorie comunitarie (S. pneumoniae, H. influenzae, M. catarrhalis) non mostrano resistenze a questo antibiotico.