M.D. numero 30, 19 ottobre 2005


Editoriale
Piano sanitario nazionale: le parole dei sogni

Organizzare meglio e potenziare la promozione della salute e la prevenzione. Rimodellare le cure primarie, mettendo al centro, concretamente questa volta, la medicina generale in stretta connessione con la medicina di distretto. Da ultimo razionalizzare i percorsi diagnostici e terapeutici, guardando soprattutto all’assistenza ospedaliera e specialistica che dovranno fare di necessità virtù. Infatti, tutte le imminenti risorse che verranno messe in campo dovranno essere concentrate sulle nuove grandi emergenze di salute che interessano il nostro Paese: la non autosufficienza e la gestione dei pazienti ad “alto assorbimento” di risorse. Secondo le prime informazioni a disposizione, sono questi i contributi centrali del nuovo Piano sanitario nazionale 2006-2008, presentato alle Regioni, che hanno cominciato ad esaminarlo, ma anche, in forma sintetica, ai sindacati medici.
Il sottosegretario alla Salute Cesare Cursi ha annunciato che il ministero vuole arrivare all’approvazione del Piano, il documento strategico del Ssn, entro la fine dell’anno. E il Piano assume una particolare importanza in questo momento perché, stando al testo della nuova legge Finanziaria, l’accesso ai 2 miliardi di euro di ripiani per gli anni 2002-2004 da parte delle Regioni è subordinato alla loro adesione (entro il 31 marzo 2006) proprio all’intesa con il Governo sul nuovo testo di programma. Cruciale, in questo senso, sarà il capitolo sulla garanzia dei Livelli essenziali d’assistenza e la riduzione delle liste d’attesa, che le Regioni vorrebbero autodeterminare e che il Governo vorrebbe garantire centralmente con una certa decisione.
Nel documento troviamo tutte le parole-chiave per il rilancio del sistema salute venute alla ribalta negli scorsi anni. Innanzitutto il “governo clinico” e l’“integrazione” tra tutti i livelli del sistema delle cure, dalla prevenzione alle cure primarie, dall’assistenza ospedaliera alla specialistica, ma anche tra sanità e servizi socio-sanitari.
In secondo luogo spazio alla partecipazione e responsabilizzazione dei cittadini, rilancio della ricerca sanitaria, con progetti dedicati specialmente ai pazienti terminali o alla salute mentale, argomenti difficili per il Ssn. La parola d’ordine, però, che irradia una luce particolare sul nuovo PSN è “valutazione”: della performance
del servizio, ma anche della fattibilità ed efficacia del Piano stesso.
Ora si aspettano i dettagli del documento, o i successivi atti collegati, per conoscerne modalità e tempi. Quando la valutazione diventerà un pezzo del sistema sanitario, potremo dire che l’Italia sarà davvero entrata in Europa, non soltanto per l’euro ma anche per la salute. Invitiamo però i decisori a prevedere un check-up serio dell’efficacia del sistema e dei suoi professionisti, ma anche dello stesso strumento di programmazione. E forse ci accorgeremo una volta per tutte che se il sistema non gira, non è certo colpa dei Mmg e dei loro pazienti, ma magari di un libro di sogni e di fondi troppo rarefatti.