M.D. numero 29, 12 ottobre 2005

Pratica medica
La breve via tra lo stomaco e lšaborto
di Franco Del Zotti, Medico di medicina generale, responsabile italiano “EGPRN-Wonca”, Verona
e Kathleen Aukes, Studente di medicina 3° anno, Università di Maastricht, Tirocinante a Verona

Nell’arco di un mese e in ben due distinte occasioni ho ricevuto una “strana” e immotivata richiesta di prescrizione di misoprostolo da parte di due donne africane.
La prima donna mi ha raccontato che il farmaco serviva a una sua parente residente in Africa, la seconda che “ne aveva bisogno”, senza fornirmi ulteriori spiegazioni. Mi sono opposto alla loro pressione senza capire le richieste, ma la parte finale della seconda visita mi ha illuminato: la signora mi ha infatti chiesto la ri-prescrizione della pillola contraccettiva.
In quel momento ho collegato una serie di avvenimenti: qualche mese fa la donna aveva interrotto volontariamente una gravidanza, non in ospedale come avevamo programmato, ma forse in un setting di aborto clandestino; per non aspettare quattro settimane aveva abortito “per altre vie” imprecisate.
Ho sospettato allora che probabilmente il misoprostolo, un analogo sintetico della prostaglandina E1 (PGE1), indicato per la prevenzione delle ulcere da FANS, venga utilizzato da alcune donne di etnia africana - e non solo - per indurre l’aborto.

Riflessioni


In effetti una successiva indagine in letteratura ha confermato le nostre ipotesi. Da anni ormai il misoprostolo viene utilizzato off label per indurre l’aborto nel primo e nel secondo trimestre: ha infatti proprietà uterotoniche che spiegano l’impiego nell’aborto.
Già da tempo la FDA ha messo in guardia sui rischi di un uso improprio del farmaco: non infrequentemente può provocare rottura o perforazione dell’utero e grave emorragia. La sua economicità e la facile reperibilità evidentemente si sposano con la sua versatilità: per l’aborto viene utilizzato per via orale, rettale e vaginale.
Alla luce di questo caso, pensiamo quindi che i medici di famiglia debbano prestare la massima attenzione alle richieste improprie di questa molecola, per non cadere nel rischio di indiretta complicità con chi pratica aborti clandestini a donne extracomunitarie.

Bibliografia

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