M.D. numero 29, 12 ottobre 2005

Italia Sanità
Spesa farmaceutica in ritirata

Dai dati elaborati da Federfarma emerge una riduzione pari al 5.5% nei primi sette mesi dellšanno

L a cura dimagrante per la spesa farmaceutica a carico del Ssn sembra dare i primi frutti. Federfarma tira le somme del periodo gennaio-luglio 2005 e registra un sonoro -5.5% rispetto allo stesso periodo del 2004. La spesa si attesta, dunque, a circa 6.844 milioni di euro. Il calo si è verificato nonostante un minimo incremento del numero delle ricette (0.6%) rispetto ai primi sette mesi del 2004. Il numero delle ricette nei primi sette mesi del 2005 è stato pari a quasi 281 milioni, in media 4.85 per ogni cittadino. Qualora la tendenza nazionale al ribasso risultasse sostanzialmente confermata negli ultimi 5 mesi dell’anno, il fabbisogno nazionale risulterebbe coperto dallo stanziamento previsto dal FSN, ferme restando notevoli differenze tra le Regioni.
Il calo del valore delle ricette secondo Federfarma è correlato alle riduzioni selettive dei prezzi dei medicinali che nel 2004 hanno determinato i maggiori incrementi di spesa, introdotte nell’ambito della revisione del Prontuario nazionale e in vigore dal 1 gennaio 2005, e allo sconto pressoché generalizzato del 4.12% sul prezzo al pubblico, a carico dell’industria farmaceutica, in base al decreto legge n. 156/2004, convertito nella legge n. 2002/2004, in vigore dal 26 giugno 2004”. I risparmi continueranno, ma ancora per poco, dunque, se è vero che questo sconto, in base a quanto stabilito recentemente dall’AIFA, sarà in vigore fino al 31 ottobre 2005.
Gli ultimi mesi censiti da Federfarma, giugno e luglio scorsi, fanno registrare complessivamente un calo di spesa del -5% confermando l’andamento medio dei mesi precedenti.
Presi singolarmente però i due mesi segnano andamenti fortemente contrastanti: giugno: +3.6%; luglio: -12.5%. Ciò è dovuto al fatto che alla fine di giugno 2004 è entrato in vigore lo sconto del 4.12% a carico dell’industria. L’iniziale difficoltà di contabilizzare tale sconto ha indotto la maggior parte delle Regioni a invitare le farmacie a trasferire le ricette dell’ultima settimana di giugno 2004 al mese successivo.

Il rebus delle Regioni




La figura 1 mette in relazione, Regione per Regione, l’andamento della spesa netta e del numero delle ricette nei primi mesi del 2005 rispetto allo stesso periodo del 2004. L’aumento del numero delle ricette registrato in Calabria è da imputare all’applicazione, dal 1 settembre 2004, dell’obbligo per i medici di prescrivere non più di una sola confezione di ciascun farmaco per ricetta. Più rigidi controlli sulle prescrizioni sono all’origine del netto calo della spesa a Bolzano.
Molise, Basilicata, Trento e Valle d’Aosta applicano da tempo accordi convenzionali con le farmacie per la distribuzione di medicinali acquistati dalle Asl (ai sensi dell’articolo 8 della legge n. 405/2001), - spiega Federfarma - accordi rinnovati anche per il 2005. Più recenti sono, invece, quelli stilati in Liguria e in Puglia. In Sicilia il notevole calo di spesa è correlato alla maggiore incidenza del ticket, mentre la rimodulazione del ticket dal 1 gennaio 2005 è alla base dell’aumento del numero delle ricette e del contenuto calo della spesa in Puglia.
Ben altro destino è toccato alle tasche dei cittadini. Nei primi sette mesi del 2005, infatti, l’incidenza sulla spesa lorda delle quote di partecipazione a carico dei cittadini - relative sia al ticket che alla differenza rispetto al prezzo di riferimento - va da una quota che oscilla tra 0.7 e 1.1% nelle Regioni che non applicano ticket e tra 6.5% e 8.7% nelle Regioni con ticket più incisivo. Se le Regioni risparmiano, dunque, spendono i pazienti. E l’appropriatezza non coincide con l’equità.