M.D. numero 29, 12 ottobre 2005

Focus on
Accordi regionali: voglia di Lea per la medicina generale
di Filippo Mele - Medico di medicina generale, Policoro (MT)

I tavoli regionali della Convenzione riavvicinano le parti sindacali in nome della tutela dei cittadini e dei compensi dei Mmg, contro una possibile “devoluzione” spinta. Fimmg presenta un documento su principi irrinunciabili e proposte inaccettabili da osservare in ogni tavolo locale e Snami avvalora. Dopo il gelo dei mesi scorsi tra i due schieramenti sindacali forse si intravede un segnale verso una rinnovata compattezza

Il 31 dicembre 2005 scadrà la nuova Convenzione per la medicina generale, anche se la sua parte economica rimarrà in vigore fino all’approvazione di un nuovo testo. L’esistenza della Sisac, tuttavia, garantisce continuità a questa tornata perché, come organismo che rappresenta stabilmente la parte pubblica, essa potrà essere chiamata in causa per controllare il rispetto della convenzione nel periodo della sua vigenza e degli eventuali “interregni”, per verificare ed eventualmente perfino “vicariare” gli accordi regionali, per intervenire su eventuali effetti distorsivi della convenzione stessa e, soprattutto, per proseguire il dialogo in vista del prossimo e vicino rinnovo.
Ma la funzionalità e l’efficacia della Convenzione per una medicina del territorio sempre più articolata, efficiente e soddisfacente per cittadini e Mmg, non si risolve con la semplice funzione di disegno della cornice, e di sorveglianza sul rispetto delle regole. C’è bisogno, a questo punto, di riempire la cornice a livello locale. Spetta infatti alla contrattazione regionale, secondo l’ACN, “definire obiettivi di salute, modelli organizzativi e strumenti operativi per attuarli, in coerenza con le strategie e le finalità del Servizio Sanitario Regionale, integrando elencazione, incentivazione e remunerazione di compiti con il perseguimento di obiettivi e risultati”. Il livello aziendale deve poi definire “i progetti e le attività del personale sanitario convenzionato necessari all'attuazione degli obiettivi individuati dalla programmazione regionale”.
Il tempo non è molto, per un processo tanto impegnativo: nell’agosto scorso, quando erano trascorsi sei mesi dall’entrata in vigore del presente accordo, la Sisac ha concesso gli ulteriori 3 mesi di proroga per la verifica dello stato di avanzamento degli Accordi in ciascuna Regione. Al 23 novembre dovrebbe, in teoria, concludersi tutta la trattativa. La Sisac, a rigore di Convenzione, avrebbe 15 giorni per convocare le organizzazioni sindacali nazionali e, valutato lo stato di inadempienza, potrebbe procedere, entro i successivi 30 giorni, alla convocazione delle parti regionali interessate al fine di pervenire a un accordo, da stipularsi entro i successivi 60 giorni. Se si verificasse l’impossibilità a raggiungere il risultato, la Sisac e le organizzazioni sindacali nazionali dovrebbero trovare, entro i successivi 60 giorni, una “soluzione sostitutiva all'accordo regionale - recita la Convenzione - da sottoporre alla approvazione della Conferenza Stato - Regioni e Province autonome a valere per la Regione, e valida fino alla stipula dell'Accordo regionale”.
Ma non c’è soltanto la variabile-tempo a ostacolare il cammino della Convenzione. C’è il fondato rischio che gli Accordi collettivi regionali (Air) procedano in ordine sparso, come nella passata negoziazione, disegnando modelli assistenziali differenziati da Regione a Regione e livelli retributivi diversi per i Mmg.

L’iniziativa della Fimmg


Per questo la Fimmg ha cercato di correre ai ripari. Dopo aver somministrato un questionario ad hoc alle segreterie regionali ha elaborato un documento nel quale ha spiegato quali sono, capitolo per capitolo, i livelli organizzativi e retributivi irrinunciabili da raggiungere, le proposte inaccettabili e le linee guida per promuovere i percorsi virtuosi. Quattro gli argomenti-chiave intorno ai quali si articola il ragionamento:
1. Assistenza primaria (Ap).
2. Continuità assistenziale (Ca).
3. Medicina dei servizi.
4. Emergenza territoriale.
Il vademecum sui Lea della medicina generale, approvato dal Consiglio nazionale Fimmg, sarà diffuso a tutti i delegati sindacali impegnati nelle trattative. La segreteria nazionale del sindacato si è impegnata a esercitare “un’opportuna azione di coordinamento e di tutela nei confronti dei progetti di modelli convenzionali decentrati”. Il Consiglio nazionale della Fimmg, in una nota di accompagnamento al testo, ha sottolineato la necessità di elaborare e mantenere “modelli contrattuali forti e unitari di risposta organizzata ai singoli problemi”, che forniscano “risposte reali e durature ai mandati che l’attuale ACN affida alle trattative decentrate”. Un passaggio questo plaudito, a sorpresa, anche dal principale oppositore della convenzione in vigore. Snami, infatti, in una nota chiarisce come la sua ostinazione nel rifiutare un accordo ad alto tasso di devoluzione era dovuto al fatto che, al contrario, “un forte Accordo collettivo nazionale poneva e pone sempre le basi per accordi decentrati senza che si creino 21 convenzioni regionali”.
Alla meta regionale si marcia, dunque, a ranghi serrati, con l’obiettivo di “non creare disomogeneità sul territorio nazionale a danno dei cittadini”, come spiega Fimmg nel vademecum e Snami riprende nella sua nota. Il nemico comune: soluzioni locali, che i sindacati temono “ispirate alla logica di un federalismo spinto in sanità”.

Il vademecum Fimmg


ASSISTENZA PRIMARIA

1. Domiciliarità

  • Principi inderogabili: rispetto delle competenze orarie della Ca e dell’Ap a meno che non siano concordemente regolamentate; obbligatorietà e promozione dell’Adi; difesa dell’Adp.
  • Principi inaccettabili: pagamento o ticket della visita domiciliare da parte dell’assistito (eccetto le visite occasionali); reperibilità (da distinguere dalla disponibilità anche telefonica); affidamento funzioni mediche a terzi; ospedalizzazione domiciliare; dimissioni protette non concordate.
  • Linee guida: possibili sperimentazioni di pagamento dell’Adi per complessità di carico assistenziale; deburocratizzazione di Adi ed Adp.

2. Residenzialità

  • Principi inderogabili: gestione affidata al Distretto; trasformazione delle Uvg in Uv distrettuale con il Mmg.
  • Principi inaccettabili: affidamento delle cure a medici non di medicina generale e coordinamento di ospedalieri.

3. Forme associative

  • Principi inderogabili: apertura o ampliamento dei tetti di rete e di gruppo e flessibilità rete/gruppo per esigenze territoriali.
  • Principi inaccettabili: trattative e accordi diretti con le Asl.
4. Società (cooperative, di servizio)
  • Principi inderogabili: facilitazioni fiscali per gli studi associati; trattative dirette, con partecipazione del sindacato, solo per la fornitura di beni e servizi previsti in accordi sindacali.
  • Principi inaccettabili: trattative e accordi diretti società/Asl per temi inerenti l’Acn; erogazione diretta di prestazioni sanitarie.
5. Forme organizzative (Equipes)
  • Principi inderogabili: coinvolgimento della Ca secondo modelli integrati per attività domiciliare, urgenze, Adi, organizzazione della ricezione; organizzazione H24; individuazione di referente di equipe (retribuito); collegamento con gli Uffici di coordinamento.
  • Principi inaccettabili: accordi diretti con Asl; sponsorizzazioni da parte di aziende farmaceutiche o altre.
  • Linee guida: definire obiettivi assistenziali su cui fondare la retribuzione.
6. Forme organizzative (Utap)
  • Principi inderogabili: cogestione delle sperimentazioni con rappresentanza regionale del sindacato; trasparenza della disponibilità dei fondi già stanziati dal Ministero della Salute per le sperimentazioni; condivisione a livello regionale dei criteri di assegnazione dei fondi e dei limiti delle sperimentazioni; coinvolgimento della Ca.
  • Principi inaccettabili: gestione dell’Utap da parte di personale dipendente.
7. Formazione
  • Principi inderogabili: programmazione condivisa a livello regionale; retribuzione attività didattiche.
  • Principi inaccettabili: trattativa diretta con le Asl da parte di docenti, animatori, tutor; formazione senza coinvolgimento di Mmg; affidamento all’Università di formazione specifica.
  • Linee guida: costituzione di centri regionali di formazione in Mdf per prelaurea, specifica, Ecm e ricerca; centri istituiti da Regione e regolati con accordo contrattuale (Air o specifico); accordi con Università non diretti ma mediati da centri regionali.
8. Informatizzazione
  • Principi inderogabili: software accreditati; supporto personale; controllo dei dati aggregati.
  • Principi inaccettabili: prestazioni informatiche senza incentivi accreditati.
9. Personale di studio
  • Principi inderogabili: scomparsa dei tetti; incentivi alla formazione del personale.
  • Principi inaccettabili: dotazione di personale Asl che non risponde al medico titolare dello studio.
10. Appropriatezza delle cure e uso delle risorse
  • Principi inderogabili: istituzione e funzionamento dell’Ucad (Ufficio di coordinamento attività distrettuali) con retribuzione degli addetti; collegamento Ucad/équipe ed Utap attraverso referenti; destinazione di risorse per progetti obiettivo aziendali o distrettuali; quota capitaria regionale per impegnare a partecipazione progetti aziendali e/o distrettuali; accordi aziendali e distrettuali firmati da sindacati e non da rappresentanti Ucad; lotta agli atteggiamenti fiscali sulla spesa farmaceutica.
  • Principi inaccettabili: imposizione di linee guida e protocolli diagnostico-terapeutici; incentivi sul risparmio.
  • Linee guida: osservatorio regionale.
11. Rappresentanza
  • Principi inderogabili: esclusione dai Comitati consultivi dei sindacati non firmatari; sostegno delle spese per attività sindacale di supporto ad Asl e Regione.
  • Principi inaccettabili: incarichi a tempo pieno per Ucad e direzione di Distretto.
12. Rapporto territorio/ospedale (Liste di attesa)
  • Principi inderogabili: condivisione linee guida per appropriatezza tempi di accesso; linee guida solo per prestazioni più frequenti.
  • Principi inaccettabili: imposizione o vincolo linee guida; esenzione degli ospedalieri dall’uso del nuovo ricettario.
  • Linee guida: osservatorio regionale.
13. Rapporto ottimale
  • Principi inderogabili: non inferiore a 1:1100. Principi inaccettabili: che resti invariato senza neppure provvedimenti tipo quello indicato nelle linee guida.
  • Linee guida: possibile aggiungere al valore dichiarato del rapporto ottimale meccanismi di individuazione delle carenze che tengano conto della somma dei massimali dei medici già inseriti.

CONTINUITA' ASSISTENZIALE

  • Principi inderogabili: revisione verso il basso o l’alto del rapporto ottimale (5.000 + 0 – 30%) comunque non inferiore a quanto previsto dall’Acn; integrazione a 360° con Ap in équipes per la gestione della domiciliarità; piena integrazione nei processi associativi funzionali e strutturali; potenziamento del servizio in relazione alle presenze reali e non solo ai residenti; elaborazione di linee guida e definizione di “prestazione indifferibile”; l’ambulatorialità deve essere normata e retribuita.
  • Principi inaccettabili: postazioni indecenti o pericolose; cedevolezza dell’art. 70 che riporti la possibilità generalizzata da parte di medici senza titolo di formazione specifica agli incarichi di sostituzione provvisoria; in nessun caso il servizio deve essere succedaneo naturale del 118; derogare al principio che i non residenti debbano pagare la visita occasionale.
  • Linee guida: sviluppare la stabilità del servizio cercando tutti i mezzi per eliminare il turnover; prospettare la Ca come opportunità per i medici; netta separazione tra il servizio di Ca e quello di emergenza-urgenza; elaborazione di linee guida regionali e definizioni degli ambiti di competenza.

MEDICINA DEI SERVIZI

  • Principi inderogabili: responsabilità organizzative distrettuali a supporto della medicina generale; salvaguardare i medici con doppia convenzione per favorire il passaggio a unico rapporto senza danni.
  • Principi inaccettabili: disimpegno dei segretari regionali.
  • Linee guida: possibilità di transito volontario della Ca o MdF nella Medicina dei Servizi
EMERGENZA TERRITORIALE
  • Principi inderogabili: definire le modalità di accesso al corso; conferimento degli incarichi solo a medici in possesso dell’attestato per l’emergenza; possibilità di attribuire l’incarico scaduto allo stesso medico; definire le modalità dell’aggiornamento continuo e specifico; riconoscere ai medici 118 funzioni di formatori in tema di emergenza sanitaria; partecipazione dei medici 118 alla programmazione del servizio; definire in modo inequivoco le sedi di lavoro del medico 118; definire in modo chiaro le ore spettanti per il riposo annuale e la loro retribuzione; organizzare in modo omogeneo il servizio sul territorio regionale.
  • Principi inaccettabili: porre sbarramenti in ingresso, non necessari in base al rapporto tra domande di partecipazione e posti disponibili; conferimento degli incarichi provvisori per un numero di ore inferiore a 38; non riconoscere la figura unica del medico dell’emergenza; non definire le modalità di accesso alle varie funzioni.