M.D. numero 29, 12 ottobre 2005


Editoriale
Tessere, smart card e sudate carte

Sono i giorni della celebrazione della tecnologia al servizio dell’efficienza sanitaria. È partita in grande stile, infatti, la campagna nazionale di comunicazione per spiegare agli italiani che entro la fine dell’anno riceveranno la tessera sanitaria.
Undici milioni di “carte di credito della salute” già distribuite in via sperimentale in Abruzzo, Umbria, Emilia Romagna, Veneto, Liguria e Molise, entro fine anno la valanga di tesserine dovrà raggiungere tutti gli assistiti. Una slavina preceduta da una campagna impressionante, fatta di annunci sui giornali nazionali, ma anche
sulle Tv e le radio locali, senza dimenticare internet, con annesse le tradizionali affissioni, gli spot nei cinema e i depliants nelle banche.
L’obiettivo: monitorare la spesa sanitaria, quella per i farmaci, ma anche le analisi e tutte le visite. Proprio per riempire di informazioni le tesserine, i nuovi ricettari, quelli con gli spazi per i codici fiscali degli assistiti, sono già in distribuzione tra i Mmg. E attraverso i nuovi moduli i pazienti, le loro vicende sanitarie e i loro consumi sanitari dovrebbero essere completamente tracciabili nei meandri del sistema, tra esenzioni, invalidità e benefit,
e gli eventuali comportamenti inappropriati potrebbero essere valutati e corretti. Al momento i medici di famiglia stanno facendo la loro parte: risultano già trasmesse in via telematica alla Sogei, l’agenzia che coordina l’allineamento delle banche dati, oltre 700 milioni di ricette. Ma sono solo le farmacie pubbliche e i laboratori ad aver aperto il flusso informativo, mentre, sempre secondo l’agenzia, le farmacie private fanno difficoltà. Dunque all’ennesimo cambiamento delle carte in tavola, all’ennesima variazione di abitudini e supporti prescrittivi in pochi anni, i Mmg hanno risposto positivamente, e se quella massa di tesserine acquisiranno preziose informazioni a ragion d’essere, sarà dovuto in gran parte alla loro capacità di adattamento. Una scuola di sopravvivenza ormai
ben collaudata dai Mmg che sembra, tuttavia, senza limiti.
Mentre la campagna e i suoi colori accattivanti conquistano il centro della scena, nell’ombra rimangono i medici di famiglia e le loro sudate carte. Sì, perché il nuovo ricettario è solo una delle incombenze che gli pioveranno sulle spalle. Rimane in sospeso, ancora oggi, la vicenda dei certificati per infortuni e malattie professionali.
L’Inail doveva produrre una bozza d’accordo per organizzare e remunerare meglio questo compito. La Cumi ci fa sapere che “il linguaggio è pretestuoso e i compensi insufficienti”, e che “si continua ad aumentare il carico di lavoro dei medici e a burocratizzarlo senza senso”. Così non si va da nessuna parte, accusa la Cumi, e ci sentiamo di sottoscriverlo. Gli fa eco Snami che sottolinea di non potere svendere un’attività medico legale,
con tutti i rischi legati ad essa. Carte tecnologiche da un lato, sudate carte dall’altro: è dura la vita per i Mmg.