M.D.
numero 28, 5 ottobre 2005
Tribuna
Limiti e inefficacia dell'attuale sistema
Ecm
di Giuseppe Belleri - Medico di medicina generale,
Flero (BS)
Siamo ormai al terzo anno di applicazione del sistema di
Ecm; è tempo quindi di un bilancio, seppur da un punto
di vista generale e con inevitabili riferimenti allesperienza
personale. Già sul finire dellultimo decennio del
secolo scorso purtroppo era venuto meno il livello qualitativo
delle iniziative formative promosse dalle Asl. Le esperienze
di aggiornamento degli ultimi anni si sono però rivelate
spesso deludenti, e talvolta frustranti, sia per lanimatore
di formazione sia per il discente.
C
on
lentrata in vigore dellEcm il panorama della formazione
permanente, lungi dal migliorare, sembra essersi ulteriormente
deteriorato. Non mi riferisco tanto agli eventi di carattere
nazionale o interprofessionale (congressi di Società
scientifiche, convegni su temi specifici, seminari di carattere
generale, ecc.), ma alle iniziative locali promosse dalle Asl
in sinergia con le società della medicina di famiglia
che dovrebbero garantire la formazione dei professionisti in
attività.
Il numero spesso esorbitante di partecipanti ai corsi Ecm, le
carenze organizzative di varia natura e non ultimo la contrazione
delle risorse ha reso difficile garantire elevati standard di
qualità e ancor di più la verifica delle ricadute
sullattività quotidiana, a distanza dagli eventi
stessi.
Limpressione è che con il passare del tempo sia
prevalsa, nellofferta e nella domanda, una sorta di caccia
ai crediti fine a se stessa, parzialmente indifferente a contenuti,
tecniche e metodi formativi.
Questioni di qualità
Occorre in primis stabilire con quali indicatori si può
valutare lefficacia e la qualità della formazione
permanente. In questo settore si è affermata la logica
EBM: non basta la partecipazione ad un evento, ma bisogna evidenziare
i cambiamenti indotti dalle esperienze formative. In analogia
agli studi clinici EBM, che documentano evidence di efficacia
di un farmaco o di una procedura (in termini di riduzione di
mortalità, di riacutizzazioni, di ospedalizzazioni o
di aumento della sopravvivenza, oppure del miglioramento dei
sintomi o della qualità di vita), anche lapprendimento
efficace si rifletterà su parametri obiettivabili in
relazione allevento stesso. Quelli più appariscenti
e facilmente rilevabili sono le variazioni di performance cognitive
dovute allacquisizione delle nozioni esposte durante il
corso. Mi riferisco, per esempio, al punteggio del questionario
di valutazione dellapprendimento, che viene abitualmente
compilato allinizio e al termine di una sessione. Ma è
sufficiente?
Non solo crediti
In caso di risposta affermativa, il semplice conseguimento dei
crediti formativi garantirebbe in automatico lefficacia
formativa dellevento. Ma purtroppo lesito positivo
di un corso non basta a documentarne gli esiti pratici.
Oltre agli aspetti cognitivi, la corretta valutazione pedagogica
di un evento richiede la verifica delle sue ricadute comportamentali
tra i discenti, nella pratica professionale quotidiana e sul
medio-lungo periodo (per esempio laumento di prescrizioni
di un farmaco o di unaccertamento diagnostico dopo un
convegno ad esso dedicato).
Si tratta quindi di rilevare parametri più pesanti
della semplice, seppur necessaria, performance cognitiva immediata.
Antonino Cartabellotta del GIMBE (Gruppo Italiano per la Medicina
EBM) ha così sintetizzato il problema: Una revisione
Cochrane ha dimostrato che le attività formative tradizionali,
in cui il partecipante ha esclusivamente una funzione passiva,
sono inefficaci nel modificare la pratica professionale e gli
esiti assistenziali, contrariamente a quanto avviene per le
iniziative che coinvolgono attivamente i partecipanti e forniscono
loro strumenti pratici.
Requisiti defficacia
Ecco invece, in sintesi, i requisiti degli eventi Ecm funzionali
alla modificazione dei comportamenti professionali e, di riflesso,
al miglioramento della qualità assistenziale.
Per garantire lefficacia pedagogica un corso di formazione
dovrebbe:
-
essere
preceduto da una fase di valutazione degli obiettivi educativi,
con questionari pre-apprendimento e rilevazione di dati sui
comportamenti professionali tra i potenziali partecipanti
(audit e revisioni tra pari);
-
utilizzare
la metodologia del lavoro in piccoli gruppi, che favorisce
la partecipazione attiva dei discenti;
-
garantire
un elevato livello di coinvolgimento e di interazione tra
docenti e discenti;
-
essere
problem-based, ossia impegnare i partecipanti nellelaborazione
di soluzioni a problemi clinici concreti;
-
evitare
di infondere nozioni ex-cattedra, scarsamente memorizzate
e destinate a rapida obsolescenza;
-
fornire
lopportunità di mettere in pratica conoscenze,
competenze e strumenti adatti al contesto professionale;
-
supportare
lattività educazionale con altre strategie che
consolidino i cambiamenti sul medio periodo, anche con verifiche
delle ricadute a distanza dagli eventi.