M.D.
numero 28, 5 ottobre 2005
Appunti
E il Parlamento rispolvera il concetto di
razza
C on i tempi che corrono, ogni tanto è
prudente ripassare alcune leggi fondamentali per il corretto
svolgimento della professione, e così sono andato a riguardarmi
la Legge delega 127/2001, vale a dire il Codice in materia di
protezione dei dati personali o, meglio ancora, Legge
sulla privacy. Giunto allarticolo 4, dedicato alle
definizioni, ho dovuto rileggere due o tre volte il capoverso
dei dati sensibili.
Secondo la legge, i dati sensibili sono i dati personali
idonei a rivelare lorigine razziale ed etnica, le convinzioni
religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche,
ladesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni
a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché
i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita
sessuale. Come medico, avevo sempre fermato la mia attenzione
sugli ultimi due punti, relativi allo stato di salute ed eventualmente
alla vita sessuale, e non avevo mai fatto troppo caso a tutto
quanto cera prima.
Adesso invece ci avevo fatto caso, e qualcosa non quadrava.
Origine razziale ed etnica? Passi per lorigine etnica,
anche se non si capisce per quale motivo, in una società
che si proclama multiculturale e multietnica, rivelare lorigine
etnica di una persona possa ufficialmente farle
del male. Ma che cosa centra lorigine razziale?
Se mi dite che mi mettete alla gogna per tre giorni in piazza
del mercato per il reato di aver perso tempo ad appiccicare
definizioni come bianco, nero, o giallo
ai miei pazienti, posso capire. Un medico non dovrebbe essere
deficiente. Io però ero convinto che il concetto di razza
fosse stato bandito dallufficialità dello Stato:
in altre parole, che disquisire di razze umane fosse diventato
un reato solamente intellettuale, come disquisire del sesso
degli angeli. E invece no: ecco che il Parlamento sovrano rispolvera
il concetto di razza e gli dà, vietando ufficialmente
la sua rivelazione, dignità di esistenza concreta. Dunque
allora le razze esistono: lo dice la legge. A quando nuove leggi
razziali?
Antonio
Attanasio
Medico di medicina generale
Mandello del Lario (LC)
Proposta per una azione sindacale più democratica
Esprimendo
la mia insoddisfazione per il metodo con il quale i sindacati
operano, assieme ad alcune riflessioni, avanzo altresì
delle proposte. Innanzitutto non apprezzo il sistema in uso
del dileggio se non dellaggressione verbale che oramai
caratterizza il dialogo fra i rappresentanti sindacali.
Sono convinto che la scarsa rappresentatività del sindacato
sia dovuta anche ai molti colleghi moderati che non riconoscendosi
nel litigio, rifiutano liscrizione e la partecipazione.
Ciò, assieme alla frammentazione delle sigle sindacali
rendono tale istituto debole, a tutto vantaggio della controparte.
È viceversa importante, pur nella legittima diversità
delle posizioni, che il confronto anche vivace eviti le personalizzazioni.
Devono essere le idee, specie quelle maggiormente condivise,
il vero motore del dibattito. In seguito sarebbe necessario
mediare, senza astio e pregiudizi, cercando di sviluppare al
massimo linee comuni. È evidente infatti che se la maggior
parte dei medici intervistati, sindacalizzati e non, non ha
condiviso i contenuti dellACN, coloro che lhanno
sottoscritto, ma non solo, dovrebbero riflettere sul serio e
trarne le dovute conseguenze. È indispensabile che in
una democrazia partecipata le decisioni non cadano dallalto.
I mezzi non mancano. I sindacati maggiori non lesinano risorse
nel produrre volantini od opuscoli che poi fanno recapitare
ad ogni medico via posta od email. Questultimo veicolo
si è rivelato particolarmente efficace, veloce e discreto.
Con facilità e capillarmente si possono divulgare informazioni,
avanzare proposte, raccogliere riscontri. Questa prassi è
già utilizzata dalla Fimmg per aggiornarci su decisioni
già prese: non sarebbe più opportuno interpellare
i medici accompagnando tali decisioni con un questionario di
gradimento nella fase in cui sono ancora proposte?
Il Mmg nellambito della sua attività lavorativa
deve scontare sempre di più inconvenienti, veri e propri
soprusi, disservizi che gli rendono difficile la vita professionale.
Per esempio, corsi di aggionamento obbligatori in orari e giorni
impropri e con modalità molto discutibili; circolazione
viaria difficile con percorribilità di corsie preferenziali
subordinate a domande da effettuarsi in tempi e modi che di
fatto le rendono impraticabili; richieste improprie di certificazioni
urgenti da parte delle imprese di pompe funebri, utili esclusivamente
a loro uso e consumo, ecc. Un elenco, assolutamente indicativo,
per segnalare alcune delle questioni pratiche delle quali i
sindacati dovrebbero farsi carico. Affrontare individualmente
tali questioni, che assillano tutta la categoria, è non
solo difficile, ma anche inefficace. Unazione congiunta
e organizzata permetterebbe di ottenere ben altri risultati
che, tra laltro, avrebbero come ricaduta il sapore di
un vero e proprio servizio rivolto a tutta la cittadinanza,
rendendo i sindacati medici cari anche a essa.
Paolo Personeni
Medico di medicina generale
Milano