M.D.
numero 27, 28 settembre 2005
Terapia
Migliorare la prevenzione dellictus
di Livia Tonti
Linibizione del sistema renina-angiotensina sembra
in grado di offrire alla prevenzione degli eventi cerebrovascolari
delle armi in più rispetto alla sola riduzione pressoria.
I dati del LIFE forniscono solide evidenze a supporto
Tenere
sotto controllo i valori di pressione arteriosa è un
obiettivo cruciale per ridurre il rischio di eventi vascolari.
Tale strategia sembra poter essere ulteriormente migliorata
se la terapia antipertensiva è abbinata allinterferenza
con i meccanismi fisiopatologici che promuovono e sostengono
lipertensione e la progressione della malattia vascolare,
come il sistema renina-angiotensina-aldosterone (SRAA).
Lapprofondimento di questa tematica è stato argomento
di un simposio tenutosi nel corso dellultimo congresso
dellAssociazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri
(ANMCO) (Firenze, 1-4 giugno 2005), in cui, in particolare si
è considerato, sulla base dei risultati dei grandi trial
clinici, il ruolo di questo approccio in prevenzione cerebrovascolare.
Dai trial allindicazione clinica
Gli effetti dellinibizione farmacologica del SRAA in termini
di protezione vascolare sono emersi con chiarezza da alcuni
grandi studi clinici, principalmente lHOPE e il LIFE,
che per le caratteristiche del disegno, la limpidezza dei risultati
e la rilevanza clinica delle evidenze, hanno sancito il ruolo
degli inibitori del SRAA nella prevenzione cardiovascolare del
paziente iperteso ad alto rischio.
Dagli stessi studi sono anche emerse le più importanti
evidenze sui benefici di questa strategia in prevenzione cerebrovascolare.
Lo studio HOPE ha rivelato una riduzione del rischio relativo
di ictus del 32% nel gruppo trattato con ACE-inibitore rispetto
a placebo (p<0.001), mentre dallo studio LIFE è emerso
che il trattamento con losartan era in grado di indurre una
ulteriore riduzione del rischio di ictus del 25% rispetto ad
atenololo (p=0.001).
La robustezza e la rilevanza dei risultati del LIFE hanno consentito
la concessione a losartan dellindicazione per la prevenzione
dellictus nei pazienti ipertesi.
Quali meccanismi?
Tali risultati hanno spinto a ipotizzare lesistenza di
unazione aggiuntiva di questi farmaci inibitori del SRAA
al di là delleffetto antipertensivo. Per verificare
questa ipotesi è indispensabile che il confronto tra
farmaci o con placebo avvenga a parità di riduzione
pressoria: un maggiore effetto pressorio da parte di uno
dei trattamenti provocherà verosimilmente anche una maggiore
riduzione degli eventi, mascherando leventuale intervento
di altri meccanismi protettivi.
Lunico grande studio in cui questa logica è rispettata
è il LIFE, in cui si è registrata tra losartan
e atenololo una riduzione pressoria sovrapponibile a fronte
di una differenza sostanziale nellincidenza di ictus,
supportando lesistenza di effetti protettivi indipendenti
dallazione antipertensiva.
Una possibile spiegazione dei maggiori effetti di losartan sembra
riguardare la maggiore riduzione dellipertrofia ventricolare
sinistra (IVS), fattore predittivo indipendente di eventi cerebrovascolari,
ma un ruolo importante potrebbe essere svolto proprio dallinibizione
del SRAA, la cui attivazione è già di per sé
un fattore di rischio per la patologia vascolare. Unipotesi
che appare convincente riguarda in particolare la capacità
di losartan (come degli altri sartani, in maniera più
o meno marcata) di bloccare selettivamente il recettore AT1
per langiotensina II (che ne media gli effetti sfavorevoli),
lasciando questo peptide libero di legarsi al suo recettore
AT2, con effetti vasodilatanti e antiproliferativi. Una conferma
di questa ipotesi può essere individuata nel maggiore
effetto protettivo nei confronti dellictus rilevato con
i farmaci che attivano questi recettori: sartani, diuretici,
calcioantagonisti (J Am Coll Cardiol 2004; 43: 1343-7) e dallosservazione
che i benefici di losartan sono evidenti soprattutto nellictus
ischemico e aterotrombotico, in cui la popolazione dei recettori
AT1 è più coinvolta (Hypertension 2005; 45: 46-52).
Altri elementi di speculazione provengono dai sottostudi del
LIFE, che hanno mostrato effetti ancora maggiori di losartan
rispetto ad atenololo nella riduzione dellictus sia in
pazienti con ipertensione sistolica isolata (RRR: 40%; p=0.02)
(JAMA 2002; 288: 1491-8), che nei pazienti con fibrillazione
atriale (RRR: 45%; p=0.039) (Hypertension 2002; 39: 739-43).
Possibili spiegazioni di questi risultati sembrano da ricercarsi
rispettivamente nella riduzione dellIVS, che nei pazienti
con ipertensione sistolica isolata sembra avere un valore predittivo
di eventi più elevato che nellipertensione sisto-diastolica,
e nella capacità di losartan di ridurre anche lipertrofia
atriale (associata a IVS e a un aumentato rischio di ictus),
oltre che di avere effetti favorevoli sullaterotrombosi.
Le ipotesi sullesistenza di effetti aggiuntivi allazione
antipertensiva che giustifichino gli importanti effetti sulla
protezione vascolare, e in particolare dellictus, dellinibizione
del SRAA, sembra, almeno per quanto riguarda losartan, ben giustificato,
fornendo un forte razionale per il suo utilizzo come trattamento
antipertensivo al fine di prevenire gli eventi.