M.D.
numero 26, 21 settembre 2005
Terapia
Contrastare efficacemente le allergie
di Angela Walmar
Il trattamento farmacologico gioca un ruolo essenziale per
il controllo dei sintomi e per la prevenzione dellevoluzione
delle malattie allergiche. Gli antistaminici rappresentano in
tale contesto un pilastro terapeutico e, tra essi, quelli di
nuova generazione come levocetirizina sono in grado di agire
anche sulla componente infiammatoria della reazione allergica
Ile
malattie allergiche riguardano fasce sempre più ampie
di popolazione: in Italia esse coinvolgono una persona su quattro
e, anche se solo raramente sono causa di mortalità (escludendo
anafilassi e asma), pesano in maniera rilevante sulla qualità
della vita. Per questi motivi le strategie di prevenzione e
trattamento hanno acquisito una decisiva importanza e, nellambito
del 24° Congresso della European Academy of Allergology
and Clinical Immunology (EAACI), svoltosi a Monaco di Baviera
dal 26 giugno al 1° luglio 2005, diversi eventi ne hanno
vagliato gli aspetti.
Se da una parte è vero che talvolta i soggetti predisposti
sfuggono a un destino di malattia allergica, dallaltra
è stato osservato che sovente in uno stesso paziente
si manifestano più quadri clinici che si susseguono nel
tempo (eczema cronico od orticaria nellinfanzia evolvono
a rinite o asma bronchiale nelladolescenza e nelletà
adulta). Alcuni dati epidemiologici indicano che circa il 70%
dei pazienti con asma bronchiale soffre di rinite allergica
e che il 25% dei pazienti con rinite svilupperà asma
bronchiale.
Le malattie allergiche vanno quindi più correttamente
inquadrate come malattie sistemiche piuttosto che come patologie
dorgano.
Il punto focale delle manifestazioni delle patologie allergiche
è il rilascio di istamina, effettore delle risposte allergiche
IgE-mediate ma che gioca un ruolo fondamentale anche nel mantenimento
della risposta specifica per lallergene, nellamplificazione
della flogosi cronica e nel reclutamento delle cellule infiammatorie
nei siti di flogosi allergica.
Il controllo delle componenti istaminica e infiammatoria
Tabella
1 - Gestione ottimale delle malattie allergiche
|
- Evitare lesposizione agli allergeni
- Farmaci: antistaminici, antileucotrienici,
decongestionanti e corticosteroidi
intranasali
- Immunoterapia
|
Una
gestione efficace della malattia allergica deve affrontare globalmente
tutti i principali fattori implicati (tabella 1). La terapia
farmacologica rappresenta ovviamente uno dei pilastri della
cura del paziente allergico. Tra gli antagonisti dei recettori
H1 di ultima generazione, levocetirizina è molecola in
grado appunto di agire con meccanismo antistaminico e antinfiammatorio,
capace di esprimere una elevata selettività per i recettori
H1 periferici.
Essa contrasta laumento di permeabilità vascolare
e la formazione di edema, la vasodilatazione e laumento
della secrezione, effetti che sono particolarmente evidenti
a livello cutaneo e sulla mucosa dellapparato respiratorio
e sono alla base delleffetto terapeutico nellorticaria
e nella rinite. Attraverso il blocco dei recettori H1, la molecola
esprime anche effetti inibitori sulla sintesi di importanti
citochine e chemochine proinfiammatorie mentre, con meccanismi
genericamente definiti come antiallergici (indipendenti dallazione
anti-H1), levocetirizina interferisce con la differenziazione
dei linfociti Th2 e inibisce la migrazione transendoteliale
di eosinofili.
Terapia della rinite allergica
La rinite è probabilmente la forma allergica più
frequente e tradizionalmente prevede un trattamento che comprenda
gli antistaminici, farmaci di prima scelta sia per il controllo
dei sintomi sia per la prevenzione delle sue complicanze.
Nello studio XPERT (Xyzal in PErsistent Rhinitis Trial), levocetirizina
ha dimostrato di ridurre lo score sintomatico (rinorrea, starnuti,
prurito), con un effetto che si è manifestato precocemente
allesordio del trattamento e si è mantenuto per
tutti i 6 mesi dellindagine.
Altri trial hanno documentato che, anche quando confrontata
con altri trattamenti, levocetirizina assicura un sollievo dai
sintomi già nelle prime 24 ore e con una durata delleffetto
più prolungata. In particolare si segnala che questa
molecola produce un effetto significativo sulla congestione
nasale, sintomo collegato alla componente infiammatoria e generalmente
poco responsivo allantistaminico.
Impiego nelle forme cutanee
In numerosi studi clinici relativi al trattamento delle forme
allergiche cutanee (orticaria cronica, eczemi), levocetirizina
è stata in grado di determinare un significativo miglioramento
dei parametri clinici (intensità e durata del prurito,
numero e dimensioni dei ponfi) e del punteggio relativo alla
qualità di vita. Leffetto terapeutico della levocetirizina
si manifesta rapidamente e si mantiene in maniera durevole.
Inoltre ha più volte dimostrato di essere dotata di elevata
tollerabilità anche in quei pazienti caratterizzati da
particolare reattività cutanea a farmaci.
Studi osservazionali recenti
A
conclusioni analoghe e sovrapponibili a quelle derivate dai
numerosi studi clinici controllati e randomizzati, che hanno
utilizzato levocetirizina in confronto con placebo o con altri
approcci terapeutici, sono giunti due studi osservazionali multicentrici,
presentati in occasione del congresso di Monaco. Una delle due
indagini (Bertrand B, Poster n. 723, XXIV Congresso EAACI, Monaco
26/6/2005-1/7/2005) ha reclutato negli studi di medicina generale
circa 1300 pazienti con diagnosi di rinite allergica stagionale,
di cui il 36% aveva già sperimentato terapie antistaminiche,
valutate poi non efficaci o gravate da eccessivi effetti collaterali.
Lo studio ha valutato levoluzione dello score T4SS (Total
4 Symptom Score: starnuti, rinorrea, prurito nasale e oculare),
la valutazione clinica, il grado di soddisfazione nei confronti
del trattamento proposto, gli effetti collaterali e la sicurezza.
Considerando solo la quota di pazienti già in trattamento
con altri antistaminici, al termine dello studio è emerso
che levocetirizina ha migliorato il punteggio T4SS (da 8.29
a 3.15, p<0.0001) e la valutazione clinica complessiva nel
74% dei casi. Levocetirizina è risultata preferita rispetto
al precedente trattamento dall84% dei pazienti.
La
seconda indagine osservazionale ha arruolato oltre 17mila pazienti
affetti da malattie allergiche respiratorie (81.2%) e/o cutanee
(26.7%) con lo scopo di valutare lefficacia di levocetirizina
sui sintomi, il grado di soddisfazione generato nei pazienti,
la tollerabilità e sicurezza (Schott et al. Poster n.
724, XXIV Congresso EAACI, Monaco 26/6/2005-1/7/2005). Indipendentemente
dal tipo di diagnosi, il trattamento con levocetirizina ha determinato
un miglioramento dei sintomi prossimo al 90% (figure 1 e 2).
Hanno dichiarato migliore il trattamento con levocetirizina
il 75% dei pazienti con forme allergiche respiratorie e il 71%
di quelli con allergie cutanee. I vantaggi offerti da uno studio
osservazionale sono quelli di offrire un quadro che rispecchia
la situazione clinica della quotidianità e quindi di
fornire informazioni valide sulle performance di un farmaco
della pratica medica.
In aggiunta a questi studi, è entrato nella sua fase
conclusiva il trial EPAAC (The Early Prevention of Asthma in
Atopic Children Trial), che vuole investigare la potenzialità
di levocetirizina nella prevenzione dellasma in bambini
ad alto rischio con dermatite atopica, allergie alimentari o
respiratorie. Lo studio ha preso il via dallipotesi che
sia possibile prevenire una evoluzione della malattia allergica
in soggetti ad alto rischio, interrompendone la progressione
con la somministrazione di un idoneo trattamento, e i suoi risultati
saranno presentati entro la fine dellanno.