Editoriale
Non basta dire qualità, bisogna incentivarla
Accessibilità allambulatorio,
esperienza medica, rispetto degli orari di appuntamento, approccio
terapeutico:
sono soltanto alcuni degli indicatori rispetto ai quali 8.486
studi di medici di famiglia inglesi sono stati valutati nella
prima indagine condotta dal Nhs, il sistema sanitario pubblico
dOltremanica, sulla qualità del servizio offerto.
Centocinquantatre diversi criteri in base ai quali il lavoro
dei Mmg è stato esaminato con attenzione ed è
stato promosso a pieni voti: una media di 959 punti su un massimo
di 1.050. Il nuovo contratto dei medici di famiglia prevedeva
che un pacchetto di incentivi premianti fosse vincolato a questo
passaggio di verifica, ed ora
che la loro pratica professionale è risultata di ottima
qualità operativa se ne vedranno i risultati in busta
paga: oltre 290 milioni di euro di adeguamenti degli stipendi.
E in Italia?
Si era molto discusso, con la cosiddetta riforma Bindi, di trovare
forme per istituzionalizzare la verifica della performance del
Servizio sanitario nazionale. Era stato questo, in seguito,
uno dei primi compiti affidati allAgenzia per i servizi
sanitari regionali: verificare se e come i Livelli essenziali
di assistenza fossero garantiti al cittadino. LAgenzia,
però, ha prodotto fino ad oggi dei survey qualitativi
su alcuni peculiari aspetti
del Ssn senza, tuttavia, legare a queste ricognizioni alcun
meccanismo premiante per i professionisti coinvolti.
Gli unici meccanismi rispetto ai quali cè una valutazione
sul singolo operato professionale è lequilibrio
di bilancio garantito dai Direttori generali, che sulla carta
rischiano il posto qualora non lo raggiungessero, anche se i
casi di avvicendamento per merito risultano decisamente inferiori
a quelli dovuti allo spoil system (distribuzione delle cariche).
Sorvegliare sullapplicazione, sulla declinazione locale
della convenzione per la medicina generale e sulla qualità
del lavoro dei Mmg è un compito che in Italia è
stato affidato alla Sisac.
Ma nellultimo testo convenzionale non si prevede certo
di distribuire premi legati alla qualità, quanto piuttosto
si minacciano rescissioni dei rapporti convenzionali, paventate
anche qualora il medico non accettasse di aderire a particolari
modelli organizzativi proposti dalla Parte Pubblica. Per di
più le uniche verifiche condotte, a colpi di Guardia
di Finanza e di titoli sui giornali, hanno puntato su esami
quantitativi di ricette e fustelle, come se il rapporto terapeutico
tra un cittadino e il suo medico di fiducia, escludendo da queste
considerazioni le poche gravi violazioni rilevate, si potesse
ricondurre al semplice pallottoliere. Offriamo alla riflessione
dei decisori italiani lesperienza inglese, perché
la qualità costa e solo nel nostro Paese sembra che nessuno
se ne accorga mai.