M.D.
numero 25, 14 settembre 2005
Riflessioni
Influenza aviaria e apparato para-militare
della medicina
di Franco Del Zotti, Medico di medicina generale,
Verona - Resp. per lItalia di EGPRN-Wonca
Un campo minato quello in cui ogni giorno si trova a svolgere
la propria professione il medico di medicina generale. Le mine
sono svariate e di diversa entità e potenza, soprattutto
in periodi sensibili da un punto di vista medico-sanitario.
È quanto viene sottolineato nellarticolo di seguito
che prende spunto dalleco dato, non solo dalle riviste
scientifiche, alla vicenda dellinfluenza aviaria e dalla
recente scoperta dellumanizzazione del virus. Un esempio
per evidenziare e riflettere su come in certi casi si inneschino
dei meccanismi che possono influenzare significativamente le
risposte dei medici di medicina generale.
Due le possibili scelte messe in atto dai Mmg: il ricorso o
a una medicina difensiva o preventiva alleccesso..
Questa
riflessione nasce dalla lettura di unintervista allo scienziato
Anthony Fauci, comparsa su lEspresso (21 luglio
2005) dal titolo: Una paura da polli. In esso si
narra la vicenda dellinfluenza aviaria e della recente
scoperta dellumanizzazione del virus, ormai in grado di
scatenare una pandemia influenzale del tipo della spagnola (notizia
pubblicata recentemente su Nature e altre autorevoli giornali
scientifici). Queste pandemie sono in grado di colpire anche
il 70% della popolazione e aumentano sensibilmente la mortalità
anche in fasce di età diverse dalle solite (prima infanzia
anziani). Fauci inoltre sostiene che il vaccino per i nuovi
virus, in allestimento, non sarà sufficiente per la prossima
stagione.
E allora, vista la minaccia, che fare? Intensificare la produzione
e luso dei nuovi test rapidi per la diagnosi? Intensificare
luso di due farmaci antivirali di nuova concezione?
Si scatena lansia
Fin qui le notizie, da una parte paralizzanti, dallaltra
inducenti lansia e la fretta di procurarsi per la propria
famiglia e per i propri pazienti gli ombrelli di nuova concezione.
Ma, se ci distacchiamo dalla emotività che larticolo
sembra stimolare in noi, è necessario approfittare di
questo esempio per capire alcune regole generali del campo minato
in cui come professionisti della Medicina Generale ci muoviamo:
1. Le riviste scientifiche autorevoli creano scoperte-notizie
spaventose che in poco tempo vengono amplificate
dai media.
2. Lo stesso complesso tecnologico-produttivo di cui sopra (editoria
delle riviste scientifiche - editoria dei media) ci fornisce
le armi-prodotti per la lotta. In questo caso: nuovi vaccini,
nuovi test diagnostici, nuovi farmaci antivirali. Da una parte
essi saranno relativamente scarsi e appetibili, e quindi di
alto prezzo. Dallaltra se li reperiremo, si rischierà,
soprattutto per i test rapidi e per i farmaci, di abusarli nel
momento sbagliato, o nel paziente sbagliato.
3. Per proteggere noi stessi e i nostri pazienti siamo indotti,
ancora prima della conferma della minaccia, ad usare la nostra
autorevolezza per diffondere queste notizie-prodotti tra i nostri
pazienti
4. Quindi, noi medici di medicina generale e i pazienti, scossi
da queste paure e, stressati, siamo pronti a reagire con due
opposti eccessi: la fuga (far finta di niente) o la lotta (iper-medicalizzare).
Scelte quasi obbligate
La lettura di questi 4 punti potrebbe far nascere una discussione
tra di noi: è migliore questo professionista che allarma
anzitempo i suoi pazienti, rischiando di indurre in loro un
danno di una medicina pre-preventiva, o è migliore quel
medico che non dice nulla e rischia così di omettere
informazioni vitali e di essere scavalcato da pazienti informati
dai giornali o dai media?
Ahimè, non esistono risposte certe. Quel che è
invece quasi certo è laumento dei titoli azionari
di quelle aziende produttrici di vaccini, test, farmaci, giornali,
dopo la pubblicazione su Nature.
Quasi certa è inoltre la sensazione di sbandamento dei
Mmg, professionisti abili nelle relazioni di lungo periodo,
e a disagio con i rumori della globalizzazione.
Come reagire? Di fronte al dispiegamento quasi militare di tale
apparato scientifico-mediatico-industriale, il singolo Mmg ha
poche e deboli armi.
Speriamo solo che una volta tanto sindacati e/o società
culturali possano coordinare posizioni comuni e pressioni autorevoli
- sia a livello nazionale che internazionale - sul mondo della
Big Science e della Big Politics, al fine di condividere informazioni
e decisioni di qualità, che in tempi rapidi minimizzino
ansie inutili e massimizzino le risorse sicuramente efficaci.