
M.D.
numero 25, 14 settembre 2005
Malattie
rare
Sclerosi sistemica: una malattia curabile
di Nicoletta Del Papa - Day Hospital Reumatologia, Ospedale
"Gaetano Pini", Milano
La prognosi dei pazienti affetti da questa malattia autoimmune
è migliorata negli anni sia per la maggiore informazione
sui sintomi di esordio sia per la disponibilità di nuove
terapie
La
sclerosi sistemica (o sclerodermia - SSc) è una malattia
autoimmune caratterizzata da una vasculopatia generalizzata,
dallaccumulo di matrice extracellulare (collagene) a livello
di cute e organi interni e dalla presenza di autoanticorpi specifici.
Come altre patologie autoimmuni è più frequente
nel sesso femminile rispetto a quello maschile (3:1), mentre
la reale incidenza nella popolazione generale non è nota.
La SSc è una malattia sistemica con un ampio spettro
di sintomi e segni in relazione allorgano interessato
e allentità del coinvolgimento. Il fenomeno di
Raynaud, manifestazione dellalterazione funzionale a carico
delle arterie terminali, è presente praticamente in tutti
i pazienti. Questi episodi di insufficienza vascolare si associano
a una vasculopatia responsabile dellischemia tissutale,
cui segue nel tempo il processo fibrotico a carico degli organi
bersaglio della malattia: cute, polmone, cuore, tratto gastrointestinale
e rene. In genere la SSc è una malattia cronica, persistente
per anni.
Nella forma diffusa di malattia, caratterizzata sierologicamente
dalla presenza degli anticorpi anti-Scl-70, la fibrosi della
cute e degli altri organi (in particolare i polmoni) compromette
la qualità di vita e la prognosi dei pazienti affetti.
Nella forma limitata di malattia, in genere contraddistinta
dalla presenza degli anticorpi anti-centromero, la fibrosi cutanea
è invece limitata alle estremità distali, con
un andamento più lento e benigno, anche se gravato da
complicazioni come lipertensione polmonare, con o senza
fibrosi polmonare, e locclusione delle arterie con ischemia
digitale e gangrena.
I dati relativi alla sopravvivenza dei pazienti sclerodermici
indicano una certa variabilità dovuta in primo luogo
al grado di coinvolgimento degli organi interni. I pazienti
con la forma diffusa hanno una prognosi peggiore con una sopravvivenza
a 10 anni di circa il 55% rispetto al 70% dei pazienti con forma
limitata.
La prognosi dei malati sclerodermici è molto migliorata
negli ultimi dieci anni e questo dato può essere spiegato,
almeno in parte, sulla base di due considerazioni:
-
allo
specialista arriva un maggior numero di pazienti con forme
di SSc più lieve e questo grazie a una migliore informazione
sia sulle caratteristiche della malattia - in particolare
i suoi sintomi di esordio - sia sui centri specializzati nella
diagnosi e cura di questa malattia;
-
attualmente sono disponibili terapie più efficaci,
che nelle forme particolarmente attive e/o aggressive sono
introdotte nelle fasi iniziali di malattia.
Approccio terapeutico
Unšassociazione
che aiuta a vivere meglio |
LAILS
(Associazione Italiana Lotta alla Sclerodermia) è
impegnata da anni per sensibilizzare lopinione pubblica
e le autorità su questa patologia. Oltre a promuovere
la ricerca scientifica, lassociazione è in
collegamento con altri enti per promuovere le novità
terapeutiche tra i suoi iscritti.
AILS - Sede Nazionale: Ancona,
tel 0735-62278.
Sezione Provinciale di Milano:
c/o Azienda Ospedaliera San Paolo
tel 02.89120468 02.89153469.
www.ails.it - ails@tiscali.it
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Un moderno approccio terapeutico al paziente sclerodermico prevede
di identificare i pazienti a rischio di sviluppare
una malattia aggressiva, iniziando possibilmente la terapia
in una fase pre-sclerotica.
Lo schema di trattamento attuale si articola principalmente
su due livelli: la terapia vascolare (calcioantagonisti, prostacicline
sintetiche) e la terapia immunosoppressiva (ciclofosfamide,
efficace nella localizzazione polmonare attiva di malattia).
A queste va sempre associata una terapia dorgano, per
lo più sintomatica e relativa alle singole complicanze
della malattia (esofago, cuore, polmone, intestino, ecc).
La disponibilità di nuovi farmaci apre ulteriormente
lorizzonte sulle possibilità terapeutiche per i
pazienti sclerodermici. Tra questi, il bosentan, antagonista
recettoriale dellendotelina-1 (mediatore chiave nella
patogenesi della SSc), è ormai entrato tra i farmaci
di scelta nel trattamento dellipertensione polmonare e
sono in corso trial clinici circa la possibile efficacia sulla
fibrosi e sulle ulcere digitali.
Infine, il trapianto autologo di midollo costituisce una promettente
alternativa terapeutica già operativa presso diversi
centri.
Data la variabilità dei sintomi e delle complicanze tipici
della SSc, è in definitiva molto difficile tracciare
un protocollo di trattamento standard: per ogni paziente la
terapia è assolutamente personalizzata e va associata
alla terapia fisica, ricordando che la sclerosi sistemica richiede
da parte del medico, del paziente e dei familiari un grosso
impegno educazionale e psicologico.
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