Editoriale
Proposte di buon senso e tempi d'elezioni
L'influenza da H5N1, più comunemente
definita influenza dei polli, è destinata
a diventare, dopo la Sars, la nuova emergenza sanitaria che
interesserà i Paesi europei a partire dal prossimo autunno.
Controlli rigorosi alle frontiere di merci e persone provenienti
dal Sud-est asiatico, scorte vaccinali rimpinguate, circolari
ministeriali con tutte le istruzioni sulla loro somministrazione
più efficace possibile. Il mondo della politica della
salute offre un contributo di immediata applicazione, rivolta
innanzitutto ai cittadini, per arrestare la psicosi crescente
innescata dai media con unimpressione di efficienza e
di velocità di risposta. In secondo luogo il ministero
della Salute si è rivolto ai medici del Ssn, per suggerire
loro il migliore utilizzo dei presidi vaccinali a disposizione,
un percorso terapeutico rapido e utile. Ma ci si può
limitare solo a questo?
La polemica la fa partire Mario Falconi della Fimmg che, forte
dellesperienza della rete dei medici sentinella
che il suo sindacato aveva messo in piedi in occasione dellallarme
Sars, ha buon gioco a ricordare ai decisori che oggi lunica
vera efficace misura contro i virus è rappresentata non
tanto dai farmaci antivirali, quanto
dalla prevenzione: unazione combinata di vaccini specifici,
la tempestiva individuazione di eventuali focolai di infezione
e la loro immediata circoscrizione.
Certo, ciascuno sottolinea ciò che sa e ciò che
fa: è evidente che sullo sfondo di unaffermazione
simile ci sia anche la volontà di rivendicare un primato
e di ritagliare nuovo protagonismo per unesperienza diniziativa
privata che rischia di rimanere nellombra a causa dellemergenza
presente. Ma è innegabile che lapproccio riproposto
dalla sanità pubblica sia sempre lo stesso: intervento
a valle e centralità degli ospedali, anche
se pure i più recenti allarmi sulla salute hanno confermato
che agli ospedali andrebbe riservato, come sempre dovrebbe avvenire,
principalmente lintervento di secondo livello, se non
si vuole rischiare il collasso organizzativo.
La proposta che arriva dalla medicina generale sembra semplicemente
di buon senso: mettere in campo un vero sistema sanitario integrato,
dove il primo indispensabile baluardo deve essere assicurato
dalla rete dei medici del territorio.
Un sistema a rete nel quale siano attivati tutti
i soggetti interessati, ma anche un serio programma di informazione-formazione
per tutti i cittadini e gli operatori sanitari. I decisori,
mentre il mondo medico comunque propone, si accapigliano come
al solito. E la lunga campagna elettorale che è già
rovente in vista delle prossime elezioni politiche, sembra già
che non porterà nulla di buono per la salute dei cittadini
né per la qualità professionale dei loro medici.