M.D.
numero 22, 15 giugno 2005
Editoriale
Servizio sanitario e risorse: la sfida continua
E' colpa del decentramento decisionale
se i conti della sanità italiana sono fuori controllo.
Ad affermare ciò lOCSE che, nel recente rapporto
sulle prospettive delleconomia, ha bocciato la devolution.
Secondo losservatorio istituzionale sia il controllo della
spesa sia lefficienza del servizio sono complicati dal
fatto
che la gestione finanziaria della sanità è decentrata
pur essendo finanziata essenzialmente dallo Stato. Dal 1995
al 2003 la spesa sanitaria complessiva è cresciuta del
67.99%, confermando una dinamica evolutiva, come del resto in
tutti gli altri Paesi dellOCSE, superiore a quella del
costo della vita. La voce più onerosa riguarda gli ospedali,
che assorbono il 52.35% della spesa, un altro 29% è appannaggio
di altre prestazioni sanitarie, mentre i farmaci incidono solo
per il 12%. Cifre non certamente in linea con lo sviluppo economico,
che ribadiscono la sfida che il mondo della sanità si
trova a fronteggiare ormai da tempo e a cui non si è
riusciti a dare ancora una risposta adeguata: coniugare luniversalismo
delle prestazioni sanitarie con la sostenibilità finanziaria.
Daltro canto le Regioni e le città, sempre più
protagoniste nella tutela della salute dei propri cittadini,
giudicano il finanziamento dei servizi sanitari locali ancora
insufficiente. LAssociazione Città Sane OMS, rete
di 127 Comuni italiani presieduta dal Comune di Bologna,
ha chiesto infatti al Governo di mettere a disposizione degli
Enti locali i fondi necessari a sviluppare unefficace
strategia di pianificazione a tutela della salute. Fondi che
servirebbero innanzittutto a sanare
le emergenze aperte a causa delle politiche poco lungimiranti
adottate in passato, ma anche a prevenire quelle del futuro.
Lidea è che la Conferenza Stato-Regioni dovrebbe
introdurre criteri di valutazione improntati allanalisi
dei costi-benefici e alla considerazione dellevidenza
scientifica, anche in relazione allattività di
prevenzione regionale e nel contesto del riparto della spesa
sanitaria nazionale fra le Regioni.
Il ministro della Salute Francesco Storace ha recentemente annunciato
una proposta di legge delega per far fronte alle richieste aggiuntive
di risorse che vengono reiterate dagli Enti locali.
Il ministro ha tenuto a precisare che la discussione legislativa
verte sul come poter tradurre il principio del riequilibrio
a risorse date in maniera equa e efficace. I finanziamenti aggiuntivi,
secondo Storace, hanno il respiro corto se non cè
alla base un virtuosismo di progetto capace di ottimizzare
le risorse a disposizione con la domanda di salute. Per questo
motivo il riequilibrio più appropriato si potrà
ottenere togliendo da una parte e dando in altra, misurando
la capacità di spesa delle Regioni e di risposta sui
servizi ai cittadini.
Sarà dunque la virtù a richiamare altro denaro.
Ma la coperta, a conti fatti, sembra rimanere sempre troppo
corta per coprire le sfide del Ssn in un Paese sempre più
vecchio e sempre più povero.