M.D.
numero 22, 15 giugno 2005
Contrappunto
A proposito del progetto di legge Prosperini
di Primino Botta*, Arnaldo Brocchieri*, Massimo Donati*,
Angelo Sferrazza*
Abbiamo letto con piacere larticolo del collega Bruni
su M.D. (2005; 15:14) ispirato dal progetto di legge
di Pier Gianni Prosperini (2005; 5: 4-6). Eravamo meravigliati
infatti che nessuno finora avesse ripreso largomento,
data la sua importanza nellimmaginare il futuro dei Mmg,
ma ci ha sorpreso lapproccio un po generico e demagogico
con cui il collega Bruni lo ha affrontato.
Il cappello introduttivo mirato a presentare linnovativa
proposta di legge come mero espediente elettorale, è
un esempio di tale genericità che fa pensare a un probabile
imbarazzo di un Consigliere regionale, per di più medico
di famiglia operante in Lombardia, che non è stato foriero
di un altrettanto progetto di legge capace comunque di dare
una risposta alle problematiche della categoria.
Il
collega Bruni, in merito alla proposta di legge di Pier Gianni
Prosperini sottolinea che si tratta di un PdL proposto
a fine 2004 che cade di necessità per la fine fisiologica
della legislatura. Resta il sospetto che si sia trattato solo
di un coup déclat per una captatio consensus pochi
mesi prima delle elezioni regionali. Questo il prologo
che già vizia il giudizio di merito: Se invece
entriamo nellanalisi del testo - aggiunge il collega -
le riserve si fanno ancora maggiori: la proposta suggerisce
che il medico di famiglia può/deve esercitare il proprio
potere prescrittivo per incrementare la propria reddittività;
limitando le prescrizioni improprie e svolgendo
analisi di laboratorio ed esami strumentali (
).
La riforma Prosperini è stata presentata sì alla
fine del 2004, ma dopo interminabili incontri e lunghe discussioni
tra lo stesso Prosperini e vari gruppi di medici di medicina
generale. La proposta di legge prospetta un futuro di libertà:
non esiste alcun obbligo a eseguire esami diagnostici di dubbia
pertinenza specialistica, ma di certa utilità nel formulare
una corretta diagnosi nel minor tempo possibile.
Il Mmg può decidere che taglio dare alla sua assistenza
e modulare il suo progetto professionale come ritiene più
opportuno. Potrà accrescere le potenzialità diagnostiche
del suo studio o rimanere quello che è sempre stato.
Lelenco delle prestazioni è lungo e comprende anche
terapie riabilitative. È vero, alcune di queste prestazioni
sono complesse, ma perché limitare liniziativa
di colleghi che si vogliono cimentare con metodiche che, peraltro,
fra un po rischiamo di trovare nellofferta delle
nostre intraprendenti farmacie? Non dimentichiamoci che ai tempi
di Renè Laennec per decenni si discusse se era opportuno
introdurre nella pratica quotidiana quello strano strumento
che si chiamava fonendoscopio.
Al servizio dei cittadini
Un dato va ricordato ai nostri sindacalisti delle metropoli:
lItalia è in gran parte costituita da piccoli Comuni
e per di più, molte volte, dispersi. Dare la possibilità
ai medici operanti in quelle zone di ampliare le potenzialità
diagnostiche e terapeutiche è un servizio ineguagliabile
per la cittadinanza oltre che una spinta ad allargare gli orizzonti
delle proprie conoscenze e con una retribuzione aggiuntiva adeguata.
Nessuna imposizione, ma libera scelta, in modo da poter crescere
gradualmente, seguendo le proprie propensioni, se ce ne sono.
Non si parla di strutture calate dallalto, ma del piacere
di vedere crescere il proprio studio giorno dopo giorno, magari
valutando lopportunità di collaborare con dei colleghi,
reinvestendo il ricavato in formazione, strumenti o personale.
Una preoccupazione seria nasce, invece, dal dubbio del collega
sulla capacità del medico di autolimitare le analisi
autoindotte sulle quali lucra.
A parte il fastidioso uso del termine lucrare, le
tariffe comunque non potranno discostarsi molto dalle cifre
previste per le strutture accreditate, notoriamente poco lucrative.
Una ricaduta positiva
Noi crediamo che probabilmente le prescrizioni saranno meno
di quelle ora in essere, anche perché, giustamente, dovranno
essere motivate. Professionalmente, poi, non ci riteniamo diversi
dagli altri medici che, visitato il paziente, ordinano gli accertamenti
che ritengono opportuni anche se verranno eseguiti con lucro
dalla struttura in cui opera. E poi la nostra categoria, per
la gran parte, è meritevole di fiducia, proprio per questo
motivo diventa drammatico se siamo proprio noi a non credere
in ciò.
* Mmg della Provincia di Milano