M.D. numero 21, 8 giugno 2005

Appunti
I perché di una proposta reiterata

I
n riferimento al mio articolo (M.D. 2005; 14: 14) e alla proposta in esso contenuta di dare vita a una associazione per la tutela della libertà professionale svincolata da condizionamenti politici, economici e di potere, si rende necessario approfondire un concetto già illustrato nell’articolo stesso. È il caso di chiarire ulteriormente che le intenzioni non sono quelle di creare un ennesimo gruppo in contrasto con i sindacati o con le associazioni attualmente esistenti. Un tale proposito avrebbe indubbiamente il risultato di un’ennesima frammentazione e indebolimento di tutta la categoria medica. Lo scopo è l’opposto: si tratta di creare un qualcosa che riunisca in una macroarea i disagi dei medici e studi i comportamenti idonei a risolvere tali disagi per quello che è possibile. L’iscrizione a qualsiasi sindacato o altra società non costituirebbe alcuna pregiudiziale.
Immagino una sorta di coscienza collettiva che supporti le azioni sindacali e stimoli i vertici degli stessi a rapportarsi in maniera diretta alle esigenze degli iscritti con l’obiettivo unico di risolvere quanti più problemi possibili e mitighi il burn out che ormai ci attanaglia.
In altri termini, questa proposta è un pressante invito a “fare” senza continuare a perderci in lamentele senza costrutto.
Auspico in definitiva a una “Seconda Repubblica” anche nel mondo medico, sindacale e non, sperando che si perda l’abitudine a raccontare favole e, se proprio è necessario, allora decidiamo di entrare nelle favole e partecipiamo al gioco.
Personalmente mi piacerebbe far parte della favola di Biancaneve e i sette nani e, dato il nome che mi porto addosso, mi piacerebbe essere l’ottavo nano (Bartolo) e continuare a esprimere le mie opinioni senza che nessuno si scandalizzi.
A questo punto, onde evitare equivoci, devo precisare che da qualche tempo sono impegnato, in qualità di segretario provinciale dello SNAMI di Bergamo, in una attività sindacale onerosa, ma gratificante.
Sino ad oggi non ho mai firmato i miei contributi pubblicati da M.D. con la qualifica sindacale poiché essi sono espressione pura e semplice di riflessioni personali, non sono frutto di una linea sindacale e tutto questo è consentito dall’ampia libertà di pensiero che il mio sindacato mi ha garantito all’interno e al di fuori di esso.
L’articolo pubblicato su M.D. n.14 mi è costato una convocazione da parte del Presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo. Non voglio in questa sede entrare nel merito della questione, ma posso dire che continuerò direttamente e a mezzo stampa a esercitare un diritto che mi è garantito dalla Costituzione.
Ultima precisazione: la proposta di dare vita a un’associazione nasce dall’esperienza diretta nella Provincia di Bergamo, ove i medici hanno trovato spazio e modo di comunicare con una mailing-list di Topica, chiunque può iscriversi ed esplicitare disagi, riflessioni, proposte e quanto più vi pare. Attraverso questa prassi abbiamo potuto constatare che l’aggregazione in rete e lo scambio ci ha dato grande motivazione, ci siamo sentiti meno estranei e abbiamo rafforzato la convinzione che molto può essere fatto in difesa della nostra professione e di noi stessi.
Sarebbe bello che questa iniziativa non rimanesse confinata nell’ambito di una sola Provincia.
Bartolomeo Delzotti
Medico di medicina generale
Urgnano (BG)



Ci mancavano proprio i certificati INPS on line

A
dire il vero mi aspettavo qualche lettera di colleghi entusiasti della rivoluzione quasi epocale veicolata dai certificati di malattia inviati all’INPS on line. Ma sono stato un po’ spiazzato dalla presa di posizione da parte dei sindacati che si sono opposti all’iniziativa poiché non c’era un’intesa con le rappresentanze sindacali su riconoscimenti e garanzie per i Mmg. In effetti una tale prassi senz’altro snellirà il lavoro dell’INPS, ma raddoppierà quello dei medici di famiglia.
Dovremo compilare dati anagrafici, codice fiscale, residenza e reperibilità, aggiungere diagnosi e codice nosologico, comunque da cercare (e, se dopo alcune indagini la diagnosi va modificata? E se la malattia è solo sospetta, o non ancora diagnosticata?).
Si deve segnalare anche il numero di matricola aziendale, il settore, la qualifica o categoria di erogazione che il lavoratore è tenuto a fornire al medico. Ho tanti assistiti che non sanno dirmi la ragione sociale e l’indirizzo della loro azienda, figuriamoci la matricola. Anche nel caso che questi “ignavi” portino con sé il cedolino dello stipendio, spulciare tutti quei dati non è semplice né breve.
Fatto ciò il Mmg deve inviare per via telematica il certificato all’Ente previdenziale, fornendo una copia al lavoratore assieme all’attestato di malattia (diverso dal precedente in cui non si presentava la diagnosi) per il datore di lavoro.
Dovremo quindi essere collegati ad internet per tutta la durata dell’ambulatorio e stampare due differenti moduli. Nulla in confronto a quello che dovremo fare a domicilio: oltre a rilasciare il certificato, lo dovremo inviare on line all’INPS entro 24 ore dalla visita medica. Come la metteremo con le chiamate del venerdì sera o del sabato o del prefestivo?
Comunque è prevista anche l’evenienza che il computer non funzioni: in questo caso il medico è tenuto ad informare subito il lavoratore che dovrà provvedere lui stesso all’invio del certificato.
Io ho deciso che sul mio computer farò montare il “Tilt” presente nei flipper.
Fabio Cocconi
Medico di medicina generale
Gazoldo (MN)



Natura del rapporto di lavoro: una precisazione

I
l medico della medicina dei servizi svolge un lavoro subordinato e ha giustamente e legittimamente tutti i benefici del lavoro subordinato, mentre il medico di assistenza primaria svolge nei fatti un lavoro subordinato, ma ingiustamente senza i corrispettivi vantaggi per il medico e obblighi per il datore di lavoro di tipo economico, normativo, previdenziale e fiscale compresa l’esenzione dal tributo IRAP.
Il senso dell’articolo apparso su M.D. (2005; 15: 10-11) e criticato da alcuni colleghi della medicina dei servizi, è che i doveri e i diritti del medico devono essere appropriati alla natura giuridica del loro rapporto di lavoro per cui gli stessi istituti propri del lavoro subordinato, già riconosciuti ai medici della medicina dei servizi che sono pure convenzionati, spettano anche ai medici di assistenza primaria se il loro lavoro si configura di tipo subordinato in quanto assoggettato, com’è di fatto, al potere direttivo e disciplinare del datore di lavoro.
Il criterio dell’assoggettamento al potere disciplinare (art. 30 nuovo ACN) e al potere direttivo del datore di lavoro (assoggettamento a direttori di distretto, direttori generali, AIFA, circolari regionali e aziendali, aggiornamento obbligatorio, protocolli e linee guida, ecc.) caratterizza infatti nello svolgimento effettivo del lavoro la subordinazione, secondo le sentenze n. 17549/2003, n. 9900/2003 e n. 4682/2002 della Cassazione.
A riconoscimento della natura giuridica di lavoro subordinato, l’Assemblea Regionale Siciliana nella recente legge omnibus ha ora previsto il passaggio alla dipendenza dei medici convenzionati della medicina dei servizi in Sicilia e ora tale provvedimento è all’esame del Commissario di Stato per il parere di legittimità.
Mauro Marin
Medico di medicina generale
Pordenone