M.D. numero 19, 25 maggio 2005

Editoriale
Le affinitą elettive tra Mmg e internisti
di Francesco Carelli - EURACT Council

Qual è il medico più affine all’internista? Il medico di famiglia. L’affermazione è stata recentemente pronunciata dal professor Pier Mannuccio Mannucci, presidente della Società Italiana di Medicina Interna. Le motivazioni addotte riguardano le caratteristiche di entrambi i professionisti: la competenza multidisciplinare e l’esperienza della complessità e delle malattie multiple. Non è la prima volta che il mondo medico sottolinea le affinità “elettive” tra medici di famiglia e medici internisti. In proposito non va dimenticato l’appello lanciato ai Mmg dalla FADOI, la Federazione dei Medici Internisti Ospedalieri, per una più proficua collaborazione sul territorio.
La medicina di famiglia infatti si cala in un contesto particolare che appunto la definisce come specialità a se stante. È quanto affermato nell’European Definition: “i medici di famiglia sono medici personali, (…) che si rendono responsabili di cure caratterizzate da continuità longitudinale (…). Sono specialisti nel prendersi cura di individui nel contesto della loro famiglia, della loro comunità e della loro cultura”.
Ciò significa che si confrontano con individui e con i loro problemi nel contesto delle circostanze della vita, non con patologie impersonali o casi. Ed è proprio questo il fulcro del “ problem solving”: il punto di partenza è il paziente ed i suoi problemi e per cui è importante capire come il paziente affronta e vede la sua malattia nel suo complesso, con la sue convinzioni, paure, aspettative, necessità.
In sostanza, il medico di famiglia è competente nel risolvere problemi specifici, promuovere salute e strategie per la prevenzione, bilanciare necessità di salute dell’individuo e della comunità in cui vive, usare un modello olistico, cioè bio-psico-sociale, tenendo conto delle dimensioni culturali ed esistenziali.
Molte di queste caratteristiche si trovano nello stesso campo e sulla stessa linea tratteggiata sia per il medico di medicina generale che per il medico internista. Si tratta di figure professionali a cui ben si addice il termine di “Medico della Persona”, una figura che non può sparire né venire cancellata, anzi è quella che i pazienti sentono mancare in un mondo medico estremamente parcellizzato, organicistico, meccanizzato e dove il medico perde sempre più la visione di insieme. Medico di medicina generale e medico internista sono quindi due pilastri della Medicina che devono trovare punti di contatto continui e molteplici.
Uno di questi contatti può essere sviluppato in ambiente didattico, dove ormai anche l’Italia si sta aprendo alla realtà internazionale di una medicina di famiglia accademica presentata a studenti e a specializzandi (sia in aula, sia nello studio del medico).
Un altro punto d’incontro potrebbe essere quello societario: specialità tanto affini potrebbero vedere medici iscritti a Società scientifiche di entrambe le discipline. Soci con una presenza percentualmente significativa e alla quale sia riconosciuta adeguata rappresentatività.