M.D.
numero 19, 25 maggio 2005
Dialoghi
clinici
La diversità tra medicina generale
e specialistica può essere fattore di arricchimento della
pratica medica, se a prevalere è il momento dialogico,
allinsegna della complementarietà, focalizzata
sulle esigenze concrete che la gestione di una problematica
fa emergere nella quotidianità.M.D. propone, di volta
in volta, un confronto tra le due discipline, fatto di domande
precise e di risposte condivise.
Encefalopatia epatica: inquadramento e terapia
di Gian Paolo Andreoletti, Medico di medicina generale
Vertova (BG)
Lencefalopatia
epatica rappresenta una complicanza relativamente frequente
della cirrosi epatica. Essa è causata dalla mancata eliminazione
da parte del fegato di sostanze ad azione tossica sul sistema
nervoso centrale.
Confusione, eloquio lento, rallentamento psicomotorio, apatia,
flapping tremor, foetor hepaticus, rappresentano le manifestazioni
cliniche più comuni di questa sindrome clinica, che evolve
progressivamente nel tempo da una sintomatologia sfumata (stadio
I) a un quadro molto grave di tipo comatoso (stadio IV).
Quali
sostanze neurotossiche sono principalmente implicate nelleziopatogenesi
dellencefalopatia epatica?
I meccanismi eziopatogenetici dellencefalopatia epatica
non sono ad oggi del tutto certi. In corso di encefalopatia
epatica le principali alterazioni a carico del sistema nervoso
centrale (SNC) riscontrate sono quelle:
-
della barriera emato-encefalica, con aumento della permeabilità;
-
del
metabolismo energetico cerebrale, con riduzione dellenergia
disponibile;
-
anatomiche
di alcune cellule cerebrali, come gli astrociti;
-
nella
trasmissione degli impulsi a livello neuronale, dove un ruolo
eziopatogenetico rilevante è riconosciuto a sostanze
che svolgono azione neurotossica, la più nota delle
quali è lammonio.
Lammonio
deriva dal metabolismo intestinale delle proteine della dieta
e viene a sua volta metabolizzato nel fegato sano con produzione
di urea e, sempre nel fegato ma anche nel cervello e nei muscoli
scheletrici, con produzione di glutamina.
Liperammoniemia è la conseguenza di una ridotta
funzione epatica, che si osserva nella cirrosi e nelle forme
di insufficienza epatica acuta, e/o in presenza di shunt porto-sistemici,
per cui lammonio presente nel sangue venoso refluo dallintestino
entra direttamente nella circolazione sistemica saltando
il filtro epatico.
Liperammoniemia svolge non solo unazione neurotossica
diretta sulle membrane neuronali, ma è anche capace si
svolgere una complessa azione neurotossica indiretta attraverso
il coinvolgimento di svariate funzioni metaboliche cerebrali;
sono state riscontrate aumento della concentrazione di glutamina
e diminuzione di quella del glutammato, riduzione di serotonina
e dopamina, riduzione della fosforilazione ossidativa, del consumo
di ossigeno e dellutilizzo di glucosio, riduzione della
captazione di L-arginina con aumentata produzione di ossido
nitrico, con conseguente riduzione della circolazione cerebrale.
Tutte queste alterazioni concorrono nel determinare importanti
modificazioni metaboliche a livello del SNC, che hanno un ruolo
determinante nella genesi dellencefalopatia epatica.
Altre sostanze dotate di azione neurotossica sono:
1. falsi neurotrasmettitori: sintetizzati a partire dalla tirosina
a opera della flora batterica intestinale e non metabolizzati
dal fegato per linsufficienza epatica e per la presenza
di shunt artero-venosi e veno-venosi (porta-cava), sono sostanze
come loctopamina, listamina, la feniletanolamina,
che competono con i veri neurotrasmettitori, causando unalterazione
nella neurotrasmissione dopaminergica;
2. aminoacidi aromatici (fenilalanina, tirosina, triptofano),
la cui concentrazione è aumentata a scapito di quelli
a catena ramificata (valina, isoleucina e leucina), che competono
per il trasporto attraverso la membrana emato-encefalica, con
conseguente riduzione della sintesi di dopamina e noradrenalina;
3. benzodiazepine endogene, ovvero composti con struttura molecolare
diversa ma ad azione analoga alle benzodiazepine, prodotte da
microrganismi intestinali capaci di interagire con recettori
specifici provocando un aumento di acido gamma-aminobutirrico
(GABA), noto neurotrasmettitore ad azione inibitoria a livello
centrale;
4. manganese, sulla base del recente riscontro nellencefalopatia
epatica di accumulo di manganese nei nuclei della base;
5. mercaptani, derivati dal metabolismo intestinale degli aminoacidi
contenenti gruppi sulfidrilici; sono anche responsabili del
caratteristico foetor hepaticus;
6. fenoli, derivati dal metabolismo intestinale della tiroxina
e della fenilalanina.
Linfezione da Helicobacter pylori può aumentare
il rischio di encefalopatia porto-sistemica in un paziente cirrotico?
Negli ultimi anni alcuni autori hanno ipotizzato che linfezione
da Helicobacter pylori, frequentemente riscontrata in corso
di esofagogastroduodenoscopia (EGDS) e ritenuta responsabile
di numerose patologie gastriche, possa svolgere un ruolo nel
favorire o peggiorare lencefalopatia epatica, attraverso
un aumento dellammoniemia. Lipotesi è nata
dallosservazione che lHelicobacter pylori produce
ammonio nello stomaco e che vi sarebbe una elevata frequenza
di questa infezione nei pazienti con encefalopatia epatica.
Daltra parte, contro questa ipotesi vi sono i risultati
di alcuni studi epidemiologici dove si è osservato che
non vi è differenza significativa nellammoniemia
basale di pazienti cirrotici con e senza infezione da Helicobacter
pylori e che la prevalenza di encefalopatia epatica appare simile
nei cirrotici con e senza infezione.
Ulteriori studi hanno dimostrato come leradicazione dellinfezione
da Helicobacter pylori non modifichi lammoniemia nei pazienti
cirrotici né i segni clinici di encefalopatia se presente.
In conclusione, sulla base dei dati ad oggi disponibili, non
sembra che linfezione da Helicobacter pylori possa svolgere
un ruolo significativo nellencefalopatia epatica.
Da un punto di vista laboratoristico,
quali esami risultano principalmente alterati in un paziente
con encefalopatia epatica?
Lalterazione di più frequente riscontro è
liperammoniemia, anche se non sempre vi è correlazione
tra i livelli di ammoniemia e i sintomi e i segni clinici di
encefalopatia epatica. Ciò dipende innanzitutto dal fatto
che la genesi è multifattoriale. Inoltre occorre ricordare
che abitualmente sono concomitanti numerose alterazioni della
crasi ematica, dellequilibrio idroelettrolitico, dellequilibrio
acido-base, del metabolismo glucidico e della funzione renale,
che contribuiscono alla genesi o al peggioramento della sindrome.
Sono inoltre presenti alterazioni che rappresentano lentità
del danno epatico che sta alla base dellencefalopatia
epatica, in particolare la riduzione degli indici di sintesi
epatica, quali lalbumina sierica, le pseudocolinesterasi,
lattività protrombinica, laumento di bilirubina,
il possibile aumento degli indici di citolisi epatica (transaminasi)
e degli enzimi di colestasi (fosfatasi alcalina, gamma-GT).
Possono svolgere un ruolo aggravante lanemia con ridotta
perfusione cerebrale, linsufficienza renale con aumento
nel sangue dei prodotti azotati e lo squilibrio idro-elettrolitico
(per lo più con iponatremia, iperpotassiemia e ipovolemia),
acido-base e del metabolismo glucidico.
Nella cirrosi si riscontra spesso iperglicemia, ma nellinsufficienza
epatica acuta, con esaurimento delle riserve epatiche di glicogeno,
è di comune riscontro lipoglicemia che può
aggravare lencefalopatia.
Quali fattori scatenanti possono determinare
un peggioramento improvviso dellencefalopatia epatica?
Un peggioramento improvviso di unencefalopatia epatica
cronica che si osserva in pazienti affetti da cirrosi epatica
può essere provocato da patologie associate oppure favorite
dalla patologia stessa:
squilibri idroelettrolitici, in particolare ipovolemia
efficace e iponatremia nei soggetti trattati con diuretici per
scompenso ascitico e/o sindrome edemigena;
insufficienza renale, sindrome epato-renale;
squilibrio acido-base;
iperbilirubinemia;
anemizzazione severa come da enterorragia secondaria
a ipertensione portale;
sepsi;
disidratazione da eccesso di diuretici; vomito, diarrea;
stipsi accentuata;
alimentazione incongrua con abuso di alimenti proteici
e/o di alcol;
impiego di farmaci neurolettici, sedativi del SNC e analgesici.
In particolare gli eventi più frequentemente riscontrabili
nellanamnesi prossima di questi pazienti che possono far
precipitare acutamente lencefalopatia sono:
sanguinamenti (in particolare emorragie digestive da
rottura di varici esofagee o gastriche, da gastrite ipertensiva,
ecc), con un dupliche meccanismo legato allanemizzazione
con conseguente ipossiemia e danni ischemici, e alla tossiemia
(iperammoniemia) per riassorbimento intestinale di materiale
proteico di origine ematica;
infezioni di ogni sede e tipo, ma con particolare frequenza
la peritonite spontanea batterica associata a uno scompenso
ascitico;
squilibri elettrolitici indotti da terapia diuretica
instaurata per controllare uno scompenso ascitico (cui spesso
si associa disidratazione, insufficienza renale).
Quali farmaci sono controindicati
in un paziente con encefalopatia epatica?
Le categorie di farmaci controindicati nellencefalopatia
epatica perché capaci di peggiorare il quadro sono i
sedativi del SNC, gli analgesici ad azione centrale, i diuretici,
le benzodiazepine. I diuretici vanno ridotti o sospesi, in particolare
se vi è ipotensione e segni di squilibrio idroelettrolitico.
Qual è il ruolo dei disaccaridi non assorbibili
nella terapia dellencefalopatia epatica
e quali altri trattamenti possono risultare utili?
I disaccaridi di sintesi non assorbibili, come il lattulosio
e il lattitolo, sono i farmaci di prima scelta, in grado di
modificare la flora intestinale e acidificare il lume intestinale:
con questo meccanismo dazione riducono lammoniogenesi
a livello intestinale.
Il lattulosio viene somministrato per bocca 15-40 ml 3-4 volte
al giorno nella terapia, ma anche a dosi ridotte (5 ml 2-3 volte
al giorno) nella profilassi e nelle forme croniche. Nelle forme
acute o più severe viene somministrato mediante clisma
una o più volte al giorno.
Occorre ricordare come il trattamento dellencefalopatia
epatica nella cirrosi si basa anche su:
1. correzione del fattore favorente o precipitante lencefalopatia;
2. abolizione delle proteine dalla dieta;
3. correzione di anemia, alterazioni dellequilibrio idro-elettrolitico
e della volemia (ipovolemia assoluta o relativa);
4. somministrazione di antibiotici intestinali al fine di ridurre
lammoniogenesi intestinale (neomicina, rifaximina);
5. somministrazione di aminoacidi a catena ramificata in soluzione
glucosata per uso endovenoso, o per via orale;
6. somministrazione di clisteri con lattulosio o lattitolo.
Qual è il ruolo degli antibiotici intestinali
nella terapia dellencefalopatia epatica?
Gli antibiotici non assorbibili dallapparato digerente
agiscono sulla flora batterica del grosso intestino e possono
anche ridurre lattività glutaminasica a livello
dellintestino tenue, riducendo la produzione di ammonio.
Lantibiotico più usato è la neomicina somministrata
per bocca a dosi comprese tra 2 e 6 g/die, che si è dimostrata
efficace nel ridurre liperammoniemia, ma il suo uso prolungato
può favorire linstaurarsi di insufficienza renale.
È stato impiegato con buoni risultati anche il metronidazolo
che agisce su germi anaerobi.
Più recentemente è risultata ancora più
efficace la rifaximina, somministrata per os a dosi fino a 1.2
g al giorno, il cui impiego può essere concomitante a
quello del lattulosio o del lattitolo, agendo in modo sinergico
sulla diversa flora batterica intestinale.
In particolare nella prevenzione e nel trattamento dellencefalopatia
epatica cronica, ultimamente si è cercato di modificare
la flora batterica intestinale, utilizzando microrganismi non
produttori di ureasi come il Lattobacillus acidophilus e lEnterococcus
faecium a cicli mensili.
Quale alimentazione va consigliata a un paziente con encefalopatia
epatica?
Va consigliata la riduzione dellapporto di prodotti ad
alto contenuto proteico animale, in particolare la carne.
La dieta deve essere normo-ipercalorica (2000-2500 kcal), costituita
da:
carboidrati (se non controindicati da eventuale concomitante
diabete mellito): almeno 50-60% delle calorie totali;
lipidi: 25-30% delle calorie totali;
proteine ridotte a 1.0-1.5 g/kg (preferibilmente di origine
vegetale);
fibre: almeno 10-20 g al giorno;
integratori con complesso vitaminico B, zinco e oligominerali.
Come si cura il coma in un paziente
con encefalopatia epatica?
Si basa su: pulizia intestinale con enteroclismi, enteroclismi
medicati con lattulosio, fleboclisi con aminoacidi a catena
ramificata ev e con la correzione degli eventuali fattori causanti
o precipitanti il coma:
anemia: terapia trasfusionale con emazie concentrate;
squilibrio idroelettrolitico e acido-base: nelliperpotassiemia
secondaria a insufficienza renale glucosata ev con insulina
pronta, resine chelanti il potassio, bicarbonato ev nellacidosi
metabolica spesso associata;
sepsi: terapia antibiotica ad ampio spettro, in attesa
di risultati di esami colturali;
vomito con disidratazione: terapia antiemetica ev (metoclopramide),
gastroprotettori, inibitori della pompa protonica ev, infusione
di liquidi ev;
diarrea con disidratazione: terapia antibiotica con rifaximina,
previ esami colturali e infusione di liquidi ev;
emorragie associate a deficit dei fattori della coagulazione
e/o piastrinopenia severa: trasfusione di plasma fresco congelato
ed eventuale trasfusione di concentrati piastrinici; in presenza
di sanguinamento esofageo o gastrico lEGDS diagnostica/terapeutica
con eventuale scleroterapia o legatura delle varici esofagee;
ipoglicemia: infusione di glucosata ipertonica ev;
ipotensione: dopamina ev;
edema cerebrale: mannitolo (0.5-1 mg/kg) ev.
Quali sono le caratteristiche cliniche
e la terapia di unencefalopatia acuta
da necrosi epatica massiva?
Nellencefalopatia acuta da necrosi massiva del fegato
gli elementi differenziali significativi sono la precocità
di insorgenza (1-2 settimane dopo il riscontro di uninsufficienza
epatica acuta a diversa eziologia (per lo più virale
o tossica da etanolo, droghe, farmaci), la severità e
la rapida evolutività.
In questi casi sono per lo più presenti ittero ingravescente,
segni emorragici da deficit dei fattori della coagulazione,
flapping tremor, foetor hepaticus, ipotensione arteriosa e ipoglicemia.
È inoltre frequente la comparsa di complicanze come ledema
cerebrale (80%), emorragie digestive e insufficienza renale
associata a quella epatica (sindrome epato-renale).
In questi casi, oltre alla terapia già menzionata (infusione
ev di aminoacidi a catena ramificata, lattulosio o lattitolo
per enteroclismi, correzione delle alterazioni dellequilibrio
idroelettrolitico e della glicemia, terapia anti-edema cerebrale
con mannitolo e diuretici ev, terapia dellipotensione
arteriosa con dopamina ev), dei disturbi della coagulazione
(plasma fresco congelato), è indispensabile supportare
il paziente con metodiche sostitutive la funzione epatica in
attesa di trapianto di fegato.
Tra queste metodiche vi sono la plasmaferesi e lemofiltrazione
con sostanze adsorbenti. Recentemente è stata proposta
la MARS (Molecular Adsorbent Recirculating System), che consiste
nella depurazione del sangue venoso grazie allimpiego
di una pompa per la circolazione extracorporea e di un sistema
di filtri. È in grado di rimuovere dal sangue non solo
sostanze tossiche libere nel plasma, come le tossine uremiche
e lammonio, ma anche le tossine legate allalbumina.
Viene utilizzata per esempio nei casi di iperbilirubinemia,
nel prurito da eccesso di sali biliari ematici tipici delle
colestasi e delle patologie delle vie biliari e anche nellencefalopatia
epatica spesso associata.
Rappresenta un sistema capace di disintossicare e contribuire
a mantenere in vita un paziente in attesa che la patologia responsabile
si controlli o si esaurisca o che si effettui il trapianto di
fegato.
Quando esiste lindicazione al trapianto di fegato?
Lencefalopatia porto-sistemica è considerata comunemente
una delle complicanze maggiori dellinsufficienza epatica
(sia nelle forme acute fulminanti sia in quelle croniche come
la cirrosi epatica), insieme con lo scompenso ascitico e lemorragia
digestiva da ipertensione portale.
Come tale rappresenta nel paziente cirrotico unindicazione
per linserimento in una lista dattesa di trapianto
epatico e nellinsufficienza epatica acuta lindicazione
urgente al trapianto.
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