M.D.
numero 19, 25 maggio 2005
Contrappunto
Medici di famiglia sempre pił disorientati
di Marcello Pugliese - Medico di medicina generale, Donnici
Inferiore (CS)
Troppe decisioni contraddittorie in tema di Sanitą pubblica
creano sconcerto tra i medici di medicina generale
Un primo fenomeno dirompente e disorientante
per i Mmg è sicuramente rappresentato dalle ultime note
AIFA che, come le passate note CUF, hanno avuto la stessa capacità
di creare dubbi e disagi: basti pensare, per esempio, alla nota
78 relativa ai colliri per la cura del glaucoma e alla nota
13 per la cura delle dislipidemie.
La nota 78
La stesura originale della nota 78 prevedeva la prescrizione
a carico del Ssn, su diagnosi e piano terapeutico di strutture
specialistiche delle aziende sanitarie, limitatamente in monoterapia
nel trattamento del glaucoma in pazienti per i quali i beta-bloccanti
sono inefficaci o controindicati ed in associazione nei pazienti
per cui la monoterapia risulti terapeuticamente insufficiente.
Una dicitura così esplicita non lasciava adito a dubbi
o interpretazioni, per cui ogni Mmg, dopo lentrata in
vigore delle suddette norme, nel novembre 2004, inviava il paziente
affetto da glaucoma, già in terapia con i farmaci previsti
dalla nota 78, a visita oculistica presso le strutture delle
Asl per ottenere, qualora lo specialista lo avesse ritenuto
opportuno, la conferma della terapia in atto e la stesura del
piano terapeutico con la prescrizione dei colliri, anche quando
questa terapia fosse stata in precedenza prescritta da oculisti
operanti in libera professione o dallo stesso Mmg, sicuramente
consapevole di eventuali controindicazioni alluso di beta-bloccanti
per via topica. Tale iter provocò un ingorgo per le visite
specialistiche oculistiche, con tempi di attesa biblici e il
rischio per i pazienti affetti da glaucoma di dover sospendere
la terapia in atto, se meno abbienti, oppure di dover pagare
i farmaci. Naturalmente si sollevò anche la vibrata e
sdegnata protesta delle associazioni degli specialisti oculisti
e la conseguenza fu una rapida precisazione dellAIFA con
uno sconcertante comunicato nel quale si affermava che: è
del tutto evidente che la nota non ha alcun effetto retroattivo
per cui i pazienti in trattamento con farmaci per il glaucoma
continuano la terapia in atto, senza alcuna incombenza di sorta.
Tale precisazione ha finito per determinare la nascita di due
nuove patologie: il glaucoma diagnosticato prima del 1
dicembre 2004 che si può continuare a trattare
con colliri senza beta-bloccanti prescritti da oculisti anche
liberi professionisti o dal Mmg e il glaucoma diagnosticato
dopo il
1 dicembre 2004 che necessita invece, qualora fosse indispensabile
utilizzare colliri senza beta-bloccanti, di visita specialistica
presso strutture delle Asl e della stesura del piano terapeutico.
z La nota 13
Un disorientamento pari, se non superiore, a quello creato dalla
nota 78 si è manifestato nella lettura ed interpretazione
della nota 13. Qualunque medico di famiglia che, dopo la pubblicazione
delle note AIFA, si è trovato a utilizzare le carte del
rischio del Progetto Cuore dellISS per determinare in
quali pazienti ipercolesterolemici fosse presente un rischio
pari o superiore al 20% in 10 anni di sviluppare un primo evento
cardiovascolare maggiore ha notato subito che l'ultima fascia
di età considerata era quella dai 60 ai 69 anni, senza
alcun cenno ai pazienti ultrasettantenni, magari già
in terapia con statine in prevenzione primaria.
Creando ulteriore difficoltà e sconcerto venne poi precisato
da membri dellAIFA che nella fascia di età 60-69
anni dovevano essere compresi anche i pazienti di età
superiore a 69 anni. E non rasserenò certo il clima la
constatazione di ogni Mmg che le Carte del Rischio sono diverse,
in prevenzione primaria, per i soggetti diabetici e per i non
diabetici, per poi scoprire che la presenza di diabete (assieme
a pregresso ictus o infarto o coronaropatia documentata o arteriopatia
obliterante periferica) fa scattare negli ipercolesterolemici
diabetici la prescrivibilità a carico del Ssn, configurandosi
così automaticamente la prevenzione secondaria.
Gli effetti della devolution
Per i Mmg calabresi, inoltre, nello stesso periodo, come colpo
di grazia, in un clima di continuo richiamo allappropriatezza
prescrittiva e al risparmio, è stata data la disposizione
di prescrivere, per ogni specialità, un solo pezzo per
ricetta. A parte il fatto che non si capisce come si possa risparmiare
sulla spesa farmaceutica di un paziente con malattie croniche,
se invece di prescrivere due pezzi di un farmaco per un mese
di terapia se ne prescrive uno ogni 15 giorni. Ogni collega
del resto dItalia può immaginare cosa ha significato
e continua a significare un tale aggravio nel numero di prescrizioni
da rilasciare. Per esempio, pazienti in trattamento con ACE-inibitori
o statine in confezioni da 10-14 compresse sono stati costretti
a frequenti accessi in ambulatorio per ripetere le prescrizioni,
mentre i Mmg sono stati ridotti a marciare al ritmo di 140-150
ricette al giorno. Da non sottovalutare, poi, il considerevole
aumento del consumo dei ricettari Ssn stampati dal Poligrafico
dello Stato e della spesa sostenuta dalle Asl per acquistare
gli stessi. Chi, come il sottoscritto, esercita la professione
da diversi anni non può non pensare con nostalgia a periodi
nei quali, per semplificare la vita ai malati cronici, si consentiva
la prescrizione di 6 pezzi per ricetta. A onore di cronaca,
inoltre, si segnala come nello stesso decreto regionale è
stata concessa l'eliminazione del ticket di 1 euro a pezzo per
i farmaci generici, forse nellottica di incrementarne
luso, ma sicuramente con un paradossale effetto rebound
sulla spesa farmaceutica: lindubbia riduzione di entrate
nelle casse regionali per tale motivo avrebbe potuto vanificare
in parte lipotetico risparmio ottenibile con la monoprescrizione.
UTAP e dintorni
Al frastuono di queste continue e contraddittorie novità,
bisogna aggiungere le preoccupazioni che assalgono i medici
di famiglia ogniqualvolta si inizia a parlare di cambiamenti
rilevanti nella gestione dellattività assistenziale,
iniziando dalle UTAP e finendo alla proposta di tenere aperti
gli studi 24 ore su 24, seppure con il coinvolgimento di altre
figure professionali. È pur vero che ormai, nellottica
di sgravare il lavoro degli ospedali e dei Pronto soccorso,
si tende a riversare ogni possibile carico ed incarico sul Mmg
specialista tuttologo, ma la prospettiva che si
presenta non è certo tranquillizzante.
z Speranze disilluse
Attraverso listituzione delle h 24 si vanificano per i
Mmg le speranze dellintroduzione di un intervento correttivo
per limitare leccesso di richieste di visite ambulatoriali
e domiciliari che impediscono, in aggiunta al carico burocratico,
di fare il medico. Tutti gli assistiti, o meglio,
cittadini-utenti, con gli studi aperti 24 ore su 24, avranno
la possibilità di continuare a richiedere, senza limiti
e regolamentazioni, un servizio essenziale. Lunico vantaggio
sarebbe (chi, come il sottoscritto, ha esperienza di guardia
medica lo sa bene) la prevedibilità degli accessi realizzabili
a qualunque ora: nella fascia alba-mattina vedremmo in ambulatorio
i lavoratori che prima di iniziare un turno o alla sua fine
passano in ambulatorio per la misurazione della pressione arteriosa,
nella fascia postprandiale visiteremmo gli impiegati e gli insegnanti,
dalle 20 alle 23 i soggetti reduci da copiose abbuffate in ristoranti
e pizzerie, e dalle 23 allalba le donne che richiedono
la prescrizione della cosiddetta pillola del giorno dopo.
Ovviamente, la domenica, dopo le ore 12, una consistente fetta
di assistiti da visitare sarebbe costituita dai fedeli usciti
dalla chiesa appena finita la funzione religiosa della messa
domenicale.
A tutto ciò si aggiunge una perla presente
in tutte le precedenti convenzioni per la medicina generale
e che la stesura dellultimo ACN sembrava in minima parte
avere risolto: il diritto del Mmg a godere di un periodo di
ferie retribuito.
Il nuovo ACN prevederebbe un periodo aggiuntivo dedicato esclusivamente
alle ferie, meritate come per qualsiasi altro lavoratore. Purtroppo,
però, labnorme anomalia che non si riesce a sanare
è che il Mmg, caso raro e probabilmente unico, per permettersi
un periodo anche breve di assenza per ferie o malattia, deve
pagare di tasca propria per tali necessità. Egli, infatti,
non può spedire in caso di malattia un certificato medico
come qualunque lavoratore dipendente e pensare solo a curarsi
oppure, come qualunque libero professionista o artigiano, chiudere
a ferragosto i locali in cui esercita: è costretto in
ogni caso a tenere aperto lambulatorio e barcamenarsi
in proprio per cercare un collega dal quale farsi sostituire
e da remunerare per proprio conto, facendogli utilizzare i propri
ricettari e i propri locali. E lo chiamano pure diritto
a riposarsi!