Pratica
medica
Il mistero di unamnesia globale transitoria
di Primino Claudio Botta - Medico di medicina generale, Vernate
(MI) e Cristian Pellegrini - Biennio di formazione in Medicina
Generale AO ³S. Carlo Borromeo², Milano
Unangosciata
chiamata daiuto ci raggiunge al telefono un giovedì
sera: una giovane donna richiede un consulto urgente per
il padre di 59 anni che le appare disorientato e completamente
immemore delle ore precedenti.
Luomo presenta unanamnesi pressoché muta,
tranne unotomastoidite contratta in giovane età,
con un conseguente intervento demolitivo di gran parte della
mastoide. Presenta familiarità paterna per mortalità
precoce cardiovascolare, mentre la madre è affetta
da malattia di Alzheimer. |
Visita ambulatoriale
Il
paziente è apirettico, cosciente e vigile; FC 76, PA
140/80 mmHg; esame generale e neurologico completamente negativi.
Non ricorda assolutamente ciò che ha fatto e dove si
trovava al mattino. Indaghiamo e lamnesia si estende ai
giorni precedenti (tifoso acceso non ricorda unimportante
partita della squadra del cuore giocata due sere prima). Presenta
anche difficoltà alla fissazione di nuovi ricordi.
Eseguiamo un elettrocardiogramma e un dosaggio glicemico, che
risultano nella norma.
Diagnosi
A questo punto la diagnosi che formuliamo è di ictus
amnesico e solo per la rarità della patologia (nella
nostra casistica) e per la discreta pressione dei familiari
inviamo il paziente al Pronto Soccorso per unindagine
neuroradiologica.
Rivediamo in studio il paziente il giorno dopo completamente
ristabilito: le indagini ematochimiche e la TAC cerebrale eseguite
in ospedale risultano nella norma. Rimane il buco
amnesico del giorno precedente, ma anche la diagnosi di dimissione
conferma lictus amnesico.
Commento
Lictus amnesico o amnesia globale transitoria descritto
dapprima da Bender nel 1956, in seguito nel 1964 da Fischer
e Adams, viene sistematizzato con criteri diagnostici da Hodges
e Warlow nel 1990 (Brain 1990; 113: 639-57).
Presenta unincidenza di 25 casi su 100.000 e colpisce
soggetti con età >50 anni; nel 30% dei casi riconosce
come fattori precipitanti sforzi fisici, forti emozioni e stress
psicofisico, dolori, rapporti sessuali.
La diagnosi è essenzialmente clinica:
La
diagnosi differenziale è con lepilessia (durata
generalmente inferiore a unora), con TIA vertebro-basilari
(segni neurologici associati, emianopsia laterale omonima, disartria),
con lemicrania (presenza di fotofobia, nausea, scotomi)
e con patologie tossiche (avvelenamento da ossido di carbonio)
e metaboliche (ipoglicemia).
È una patologia indubbiamente benigna, anche se la sintomatologia
è impressionante sia per il paziente sia per i familiari
Le recidive sono rare (<5%), senza rischio accresciuto di
accidenti vascolari, e non vi è la conferma che sia il
primo segnale di un declino cognitivo.