Dibattito
Convenzione: una voce fuori dal coro
Vorrei dire la mia sulla questione relativa
alla famigerata nuova convenzione. Sono veramente infastidito
dai continui lamenti che provengono da noi medici e sono giunto
a una dolorosa conclusione. Sono consapevole di essere probabilmente
una voce fuori dal coro, ma prima di esporre il mio pensiero
sono necessarie alcune considerazioni preliminari.
Penso che a nessuno sfugga che in un sistema democratico ogni
istituzione abbia il compito di svolgere la funzione per la
quale è stata concepita. Il Governo, derivazione del
voto popolare, e i dicasteri competenti hanno il compito di
amministrare il Paese. Per i medici, tuttavia, la gestione dei
fondi sembra essere una questione secondaria.
Sarà perché la materia economica non è
oggetto di studio universitario, sarà perché siamo
ancorati a una visione della realtà finalizzata a salvaguardare
la salute (bene inestimabile), ma di fatto sembra che i medici
dimentichino limportanza delloculata gestione del
vile denaro, nonché la voragine del debito pubblico che
questo Paese deve colmare.
Lesigenza di contenere i costi
Credo inoltre che tutti siano consapevoli del fatto che gli
strumenti sempre più sofisticati, i farmaci innovativi
e costosi, lesigenza doverosa di poter realizzare unefficace
prevenzione su tutta la popolazione assorbiranno sempre più
risorse.
La necessità pertanto di tutti Governi è e sarà
quella di razionalizzare la spesa sanitaria evitando gli sprechi.
Tutto ciò porta e porterà ancor di più
in futuro a condizionare il nostro lavoro di Mmg, mediante luso
di dispositivi di controllo di spesa. È falso però
sostenere che ciò precluda la nostra autonomia prescrittiva,
il nostro operare secondo scienza e coscienza. Dovremo solo
abituarci, e con noi i cittadini, da sempre poco propensi a
considerare la scala delle priorità, che ci saranno alcune
prestazioni mutuabili e altre no.
Sarà quindi necessario fare scelte impopolari per non
essere antipopolari, poiché se le risorse saranno troppo
disperse il rischio sarà di curare poco e
male.
Un lungo e forse inutile preambolo, ma necessario per giungere
al vero nocciolo della mia riflessione. La vera questione relativa
alla nuova convenzione in medicina generale non è lorganizzazione
del servizio sul territorio, questo infatti è di pertinenza
del Governo e al riguardo i medici hanno né più
né meno lo stesso diritto di critica di tutti gli altri
cittadini. Ma in merito alla realizzazione di tale organizzazione
non si può tacere sullintrusione delle nuove norme
nella libera professione. Per esempio, la medicina di gruppo
oggi, peggio ancora le UTAP domani, non potranno essere realizzate
solo in virtù della buona volontà dei singoli
medici che prima devono associarsi, poi riunirsi in rete,
poi in gruppi e quindi realizzare le UTAP. Ci sono, e lo sappiamo
bene, uninfinità di problemi e non solo di carattere
logistico, burocratico ed economico, ma anche fiscali che rendono
defatigante raggiungere quegli obiettivi. Riguardo alle norme
introdotte nel rapporto libero professionale neppure entro nel
merito, si commentano da sole.
La questione più spinosa sembra essere inerente la rappresentatività.
Se è vero, come sembra essere, che un altissimo numero
di Mmg è contrario allaccordo, allora i sindacati
avrebbero dovuto prenderne atto e agire di conseguenza, ma in
questo Paese sono ben poche le persone che raggiunta la poltrona
sono disposte a mollarla. Motivo per cui penso che lunica
via a mio parere auspicabile affinché i medici conquistino
una rappresentatività reale è che entrino finalmente
nellagone politico. Pochi sono coloro che partecipano
direttamente o indirettamente alle scelte politiche, mentre
sono moltissimi quelli che, senza aver mosso un dito, criticano,
sempre, e a posteriori. Questo malvezzo è oramai inaccettabile.
La necessità di una scelta
In una vera democrazia per dar corpo alle idee, avanzare proposte
e non subire i diktat bisogna organizzarsi e contarsi, già,
perché importanti sono i numeri. Le buone idee se non
sono supportate da un ampio numero di persone che le condividono
restano solo fantasie e nulla di più. Se viceversa le
decisioni continueranno a esser prese da pochi, allora è
possibile che dietro ad accordi come quelli appena sottoscritti
ci siano interessi di lobby.
Il dubbio è legittimo: basta riflettere sulle diatribe
tra sindacati, ministro della Salute e FNOMCeO. Forse in questo
Paese più di qualcuno soffre di conflitti di interesse!
Convinciamoci che per non essere schiacciati da chi pur legittimamente
comanda, o da chi inadeguatamente ci rappresenta, dobbiamo iscriverci
ai sindacati.
Ognuno scelga a quali aderire, poi però li controlli
attentamente, partecipi alle loro decisioni facendo sentire
la propria voce soprattutto se si hanno idee contrarie e, se
necessario, alzarla tanto più quanto più vorrebbero
farci tacere. Solo col contributo di tutti e il consenso della
maggioranza si può sperare di percorrere la strada giusta
per il bene comune.
Paolo Personeni
Medico di medicina generale, Milano