M.D. numero 17, 11 maggio 2005

Clinica
Inquadramento dellšeritema nodoso
di Giovanni Di Giacinto - Medico di medicina generale, Sant’Angelo in Vado (PU)

La principale difficoltà per il medico di famiglia è la distinzione tra eritema nodoso idiomatico e quello secondario a un’ampia gamma di affezioni. L’anamnesi dettagliata, un accurato esame obiettivo e alcuni esami biochimici
sono fondamentali per un corretto approccio alla malattia.

Tabella 1 - Eziologia dell’eritema nodoso

Idiopatico

Secondario

Infezioni

• Batteri

- Streptococco beta-emolitico gruppo A
- Mycobacterium tuberculosis
- Yersinia
- Salmonella
- Shigella
- Campylobacter
- Brucella
- Chlamydia
- Mycoplasma, ecc.

• Virus

- Virus epatite B
- Virus Epstein-Barr
- Citomegalovirus

• Miceti

- Coccidiomicosi
- Istoplasmosi
- Blastomicosi

• Protozoi

- Toxoplasma
- Ameba, Giardia


Malattie infiammatorie intestinali

• Morbo di Crohn
• Rettocolite ulcerosa

Farmaci

• Penicilline
• Sulfamidici
• Contraccettivi orali
• Acido acetilsalicilico, ecc.

Neoplasie

• Linfoma di Hodgkin e non Hodgkin
• Leucemie
• Carcinomi

Altre patologie

• Sarcoidosi
• Sindrome di Reiter (artriti reattive)
• Malattia di Behçet
• Sindrome di Sweet

Gravidanza

L'eritema nodoso (EN) è una vasculite delle piccole vene del derma; si osserva prevalentemente nel sesso femminile, principalmente nella terza-quarta decade di vita, sebbene possa colpire i bambini1,2 e raramente gli adulti.
Può essere secondario a una vasta gamma di malattie sistemiche, a infezioni batteriche, virali, micotiche, protozoarie, all’impiego di farmaci (tabella 1) e nel 30-50% dei casi rimane non definibile nella sua eziologia e, pertanto, viene definito come “idiopatico”3,4.
In ambito infettivologico, lo streptococco beta-emolitico di gruppo A e il Mycobacterium tuberculosis rappresentano i microrganismi principalmente responsabili della sua comparsa3,5. In particolare, la faringite streptococcica costituisce la più frequente causa infettiva di eritema nodoso nell’età evolutiva. L’infezione tubercolare, pur avendo ai giorni nostri perduto importanza in relazione alla diminuita incidenza nella popolazione generale, può rappresentare una delle cause di EN, il quale può associarsi o essere preceduto da manifestazioni sistemiche quali febbre e artralgie.
Numerosi altri agenti infettivi sono stati associati a questa condizione, in particolare la Salmonella enteritidis, la Yersinia enterocolitica, il Campylobacter enteritis, la Brucella melitensis, il virus dell’epatite B, il virus di Epstein-Barr, il citomegalovirus,6-12 ecc.
La sarcoidosi rappresenta una delle principali cause di eritema nodoso secondario3,5.
Nei pazienti con sarcoidosi che presentano un EN è frequente osservare una linfoadenopatia ilare bilaterale, evidenziabile mediante una radiografia del torace e un’artropatia, che coinvolge principalmente le ginocchia e/o le caviglie, sebbene possano essere colpite spalle, anche, polsi, gomiti e piccole articolazioni delle mani e dei piedi13.
La combinazione eritema nodoso e linfoadenopatia ilare bilaterale è una forma acuta di sarcoidosi, che presenta una prognosi buona, in quanto si osserva una completa risoluzione dell’adenopatia entro dodici mesi nel 90% dei casi e solo pochi di questi evolvono verso una forma di sarcoidosi cronica14.
L’eritema nodoso si può osservare in pazienti affetti da malattie infiammatorie intestinali croniche, in particolare in quelli con morbo di Crohn5,15. Può manifestarsi prima dell’esordio di tali affezioni, ma generalmente ne accompagna le fasi di riacutizzazione ed è spesso associato ad artrite e uveite anteriore acuta. Nei soggetti affetti da artrite reattiva è possibile la comparsa di un eritema nodoso, più frequentemente dopo un’infezione “trigger” da parte della Yersinia; in tali casi non è stata osservata l’associazione con l’antigene di istocompatibilità HLA B27.
L’accezione generale che i farmaci siano più spesso sospettati che provati come causa di eruzioni cutanee è valida anche per l’eritema nodoso. Infatti molti sono i farmaci che ne possono indurre la comparsa, tra questi vanno annoverate molecole già da tempo utilizzate nella pratica clinica quotidiana, quali penicilline3, sulfamidici, contraccettivi orali16, acido acetilsalicilico, sebbene si moltiplicano le segnalazioni di casi associati alla somministrazione di molecole di più recente commercializzazione (paroxetina, fluoxetina, montelukast).
È recente la segnalazione di un caso di eritema nodoso a carattere ricorrente correlato all’assunzione orale di Echinacea, erba largamente utilizzata come integratore dietetico per la prevenzione e il trattamento del raffreddore17.
Nella malattia di Behçet l’eritema nodoso è di frequente osservazione18, sebbene altre manifestazioni cutanee, quali flebiti superficiali e vasculiti, possano essere confuse con l’EN e per le quali è necessario un esame bioptico per una diagnosi corretta19.
Sebbene vi siano segnalazioni di casi osservati in pazienti con linfoma di Hodgkin e non Hodgkin20,21, con leucemie22,23 e con tumori solidi24, l’EN quale manifestazione paraneoplastica è di rara osservazione.

Figura 1 - Eritema nodoso
Su gentile concessione del Dott. Antonio Pugliese (AIMEF, Taranto)

Clinica

L’eritema nodoso è caratterizzato da noduli dolenti, rotondeggianti, leggermente rilevati e a margini indistinti, del diametro in genere da 1 a 5 cm, caldi al termotatto, spesso bilaterali, localizzati caratteristicamente in corrispondenza della superficie anteriore-laterale delle gambe (figura 1). Meno frequentemente si osservano al tronco, agli avambracci, alle braccia e alle cosce.
I noduli hanno inizialmente un colore rosso acceso e, con il passare dei giorni, tendono ad assumere un colorito brunastro (aspetto contusiforme) e nell’arco di due-tre settimane risolvono spontaneamente senza reliquati, anche se, non di rado, per la comparsa di gittate successive, la durata complessiva è di sei-otto settimane25.
A sottolineare il carattere sistemico dell’affezione si associano frequentemente febbre, malessere generale, artralgie e/o artriti, che coinvolgono principalmente le caviglie e le ginocchia. Tali manifestazioni possono essere concomitanti con la sua insorgenza, ma possono anche precederlo di alcuni giorni.

Esami di laboratorio


Nei pazienti con eritema nodoso è frequente il riscontro di un incremento degli indici aspecifici di flogosi, in particolare di VES, PCR, fibrinogeno, alfa-2 globuline, di anemia normocromica normocitica, di leucocitosi neutrofila, di ipergamma-globulinemia policlonale.
Un aumento dei livelli sierici degli anticorpi rivolti contro la streptolisina O (TAS) si osserva nei soggetti nei quali l’eritema nodoso è secondario a infezione da streptococco beta-emolitico di gruppo A.

Diagnosi

La diagnosi è prettamente clinica: l’osservazione di noduli eritematosi e dolenti localizzati sulla superficie anteriore-laterale delle gambe in un paziente che presenta sintomi di un impegno sistemico è altamente evocativa.
Al contrario l’inquadramento eziologico è più complesso, se si tratta cioè di una forma idiopatica o secondaria, in quanto, in quest’ultima evenienza, la patologia di base potrebbe essere in una fase quiescente e, pertanto, ancora non diagnosticabile.
A tale scopo sono indispensabili un’anamnesi dettagliata e un accurato esame obiettivo, così come l’osservazione clinica del paziente ripetuta a distanza di tempo dalla comparsa dell’eritema nodoso, per il possibile precoce riconoscimento dei segni e dei sintomi di una patologia causale.
Tra le indagini strumentali l’esame radiografico del torace assume un’importanza rilevante, potendo evidenziare le alterazioni tipiche della sarcoidosi, della tubercolosi e delle infezioni micotiche.

Terapia

Nei casi di eritema nodoso secondario la terapia sarà mirata nei confronti della patologia causale.
La terapia “sintomatica” si avvale dell’impiego di antinfiammatori non steroidei a dosaggio pieno o di corticosteroidi. Il 6-metil-prednisolone al dosaggio di 8 mg/die in somministrazione mattutina per un periodo di dieci-quindici giorni favorisce, in genere, il miglioramento del quadro clinico, a cui può far seguito la riduzione posologica dello steroide di 2 mg a intervalli di sette-dieci giorni fino alla sospensione.
z Ruolo del medico di medicina generale
Il medico di medicina generale svolge un ruolo importante nella gestione dei pazienti affetti da eritema nodoso, in quanto frequentemente è il primo sanitario a essere consultato dai soggetti che presentano tale patologia.
Se da un punto di vista clinico non dovrebbero esserci particolari problemi di inquadramento diagnostico, per il Mmg la principale difficoltà sta nel distinguere i pazienti con eritema nodoso associato a una condizione ben definita e trattabile da quelli con eritema nodoso idiopatico.
Poiché la lista delle possibili cause è ampia, un approccio razionale, che tenga conto del rapporto costo-efficacia, è importante per un adeguato inquadramento diagnostico.
Un’anamnesi dettagliata che faccia particolare riferimento a precedenti infezioni respiratorie, alla comparsa di diarrea, all’utilizzo di farmaci, un accurato esame obiettivo per l’individuazione di un’artrite a localizzazione agli arti inferiori, due consecutive determinazioni del TAS a intervalli di due-quattro settimane, un test cutaneo alla tubercolina, una radiografia del torace possono essere sufficienti per inquadrare in maniera corretta la maggior parte dei pazienti3.
Se tutte queste indagini risultano negative, la presenza di una patologia causale associata è improbabile e pertanto si può impostare la terapia farmacologica e seguire nel tempo l’evoluzione del quadro clinico.
Se invece emergono elementi che orientano verso patologie che richiedono competenze specifiche, è opportuno avvalersi di consulenze specialistiche adeguate.
z Conclusioni
L’eritema nodoso è associato a un’ampia gamma di affezioni. Per un approccio ottimale mirato a ridurre i costi della diagnosi, sono indicati un’anamnesi e un esame obiettivo accurati, con particolare attenzione alla ricerca di una possibile associazione con la sarcoidosi, con alcune infezioni, in particolare streptococco beta-emolitico di gruppo A e da Mycobacterium tuberculosis, con malattie infiammatorie intestinali croniche e con l’utilizzo di farmaci. Inoltre, la determinazione del TAS a intervalli di due-quattro settimane, l’intradermoreazione alla tubercolina e la radiografia del torace rappresentano gli esami di primo livello per l’inquadramento diagnostico.
Indagini cliniche e strumentali aggiuntive non sono necessarie e dovrebbero essere eseguite solo per quei pazienti che presentano evidenti segni e sintomi di patologie associate3.

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