M.D.
numero 16, 4 maggio 2005
Appunti
Art. 12 della nuova convenzione: fatti e misfatti
Vorrei tornare su quanto scritto dal collega
Leonardo Trentadue in merito allart. 12 comma 2 della
nuova convenzione (M.D. 2005; 11/12: 10-11) Quel testo è
stato inserito a cappello di una convenzione dal Comitato scientifico
WoncaEurope-2006, che include rappresentanti di molte delle
società scientifiche della medicina generale, nessuna
delle quali ha avuto nulla da eccepire. La proposta del Comitato
di chiedere a sindacati e Sisac linserimento della Definizione
Europea di Medicina generale nel nuovo ACN era stata discussa
e condivisa dal Comitato stesso allunanimità fin
dal gennaio 2003. Resta il fatto però che EURACT, che
ha scritto la European Definition, non è mai stata interpellata.
Riportando acriticamente e asetticamente tale disposizione nella
parte iniziale dellAccordo è stata commessa una
leggerezza, o una ingenuità,
che ora produce reazioni fortemente critiche contro chi ha scritto
quel testo e contro il testo stesso, che è unopera
di 48 pagine, per cui ci sono voluti tre anni di duro lavoro.
La finalità di quel lavoro era di dare una definizione
e un ruolo specialistico al medico di famiglia europeo. Una
cosa è enunciare in astratto ciò che effettivamente
il medico di famiglia fa, o può fare, o sa fare, o che
potrebbe talora fare, o che si trova a volte nella condizione
di fare, altra cosa è proporre una sintetica definizione
di tali incombenze allinizio di un ACN per medici convenzionati,
che può indurre (siamo in Italia) chi legge a credere
che il Mmg nella sua attività routinaria esplichi effettivamente,
quotidianamente, sincronicamente e simultaneamente quel ponderoso,
indaginoso coacervo di azioni e opere, che sono bensì
possibili, nel senso che il medico le può
fare, o talora le può fare, o qualche
volta, con la collaborazione del paziente può arrivare
a farle perché di sua competenza professionale,
ma certamente non sono lemblema della quotidiana attività
routinaria del Mmg.
Teoria e pratica
Lelemento di non condivisione di tale disposizione non
risiede nellintrinseco enunciato della definizione della
medicina generale, che come tutte le enunciazioni generali,
è accettabile e veritiera nella misura in cui resta appunto
generale. Il dato di non approvazione è determinato
dal pericolo costituito dallinserimento di tale definizione
teorica come premessa ad un contratto di medici
convenzionati, che per sua stessa natura è destinato
a contenere soprattutto elementi concreti. Il pericolo
è che la presenza di tale disposizione possa indurre
qualcuno a ritenere che il Mmg italiano possa (o debba) fare
nella realtà di tutti i giorni, tutto quanto là
enunciato.
Il rischio è quindi che qualche anima zelante
voglia e possa così obbligare il medico a
fare realmente tutto quanto contenuto nellart. 12. In
altre parole tale articolo potrebbe essere facilmente interpretato
da rigidi burocrati come un semplice mansionario, svilendone
il significato e la portata.
Inoltre, è il caso di sottolineare che larticolo
12 mal si amalgama con alcuni contenuti espressi da altri articoli
della nuova convenzione.
Mi chiedo se forse non sarebbe stato più utile e incisivo
condizionare linserimento nel nuovo ACN della definizione
WONCA alla stipulazione di un contratto in linea e confrontabile
con altri di valenza Europea, connotati da una significativa
flessibilità del lavoro, come per esempio quello stilato
dai Gp inglesi.
Francesco Carelli
Medico di medicina generale, Milano
EURACT Council
Riflessione
sulla ricertificazione dei medici
"Altri
Paesi hanno già adottato labilitazione a termine:
questo è largomento in questi giorni sulla bocca
dei fautori di una ripetizione periodica dellesame di
Stato per i medici. Devo ammettere che anchio ero molto
critico in merito allabilitazione a vita e ho sostenuto
che lesame di Stato andava ripetuto ogni dato numero di
anni. Ma questo lho pensato e scritto trentanni
fa, quando non se ne parlava né in Italia né in
quegli altri Paesi che oggi vengono considerati allavanguardia.
Da allora ho avuto modo e tempo di riflettere e di darmi dello
stupido. Non vorrei con questo insultare i colleghi che arrivano
attualmente alle mie conclusioni di trentanni fa, ma non
posso nemmeno esimermi dal condividere con loro i dubbi che
ho maturato in questi tre decenni e che mi hanno portato a conclusioni
opposte.
Problematiche
Primo problema: ogni quanto tempo verranno obbligati i medici
a ripetere lesame di Stato? Ogni cinque anni? La proposta
non è male, ma forse potrebbe essere migliorata: perché
non ogni quattro, oppure ogni sei anni? Oppure, dato che le
conoscenze mediche progrediscono con accelerazione variabile,
sarebbe ancora meglio ripetere lesame a scadenze determinate
volta per volta da una commissione di saggi, appositamente incaricata
di valutare tale accelerazione mediante... Già, mediante
che cosa? Mediante parametri stabiliti ogni anno da unaltra
commissione di saggi, naturalmente! Ogni anno? Non sarebbe meglio
ogni sei mesi, in modo da avere una descrizione più puntuale
dellandamento delle conoscenze mediche? E comunque la
prima commissione ogni quanto tempo dovrà riunirsi per
valutare il progresso medico in base ai parametri elaborati
e aggiornati dalla seconda commissione? E come saranno scelti
i saggi? Da chi? E per quanto tempo dureranno in carica? Bisognerà
sostenere un esame per poter entrare a far parte della commissione?
E per quanto tempo quellesame li abiliterà a far
parte della commissione? E chi sceglierà coloro che dovranno
decidere tutte queste belle cose? Supersaggi nominati in base
ad un altro esame? E quanto durerà la validità
di questaltro esame?
Meglio lasciar perdere, vero?
Secondo problema. Siccome siamo in Italia, la patria delle eccezioni,
mi chiedo, tutti, ma proprio tutti, dovranno ripetere lesame
di Stato? Anche i docenti di clinica medica? E se uno ha raggranellato
duemila punti ECM, oltre alla macchina fotografica digitale
e a una settimana alle Maldive, perché non concedergli
anche di evitare la ripetizione dellesame di Stato? Certo
che gli verrà concesso. Però bisognerà
verificare se i punti sono tutti validi. È un problema
che abbiamo già adesso: chi convalida gli eventi?
In base a quali parametri? E quali sono le situazioni che possono
essere definite come eventi? Se a me che faccio
il medico di famiglia un corso di lettura degli esami istologici
al microscopio elettronico frutta cinque punti (oltre a unesperienza
che migliorerà nettamente la mia pratica professionale
quotidiana), perché lascoltare tutte le settimane
un collaboratore scientifico non deve fruttare nemmeno
mezzo punto? In fondo siamo tutti daccordo che questi
nostri amici non vengono a spingere i loro prodotti, ma a informarci
aggiornando le nostre conoscenze farmacologiche!
Onestamente credo che la soluzione sia da cercare da tuttaltra
parte.
Possibili soluzioni
Lesame di Stato va bene una volta sola, e forse nemmeno
quella (per quale motivo non dovrebbe bastare la laurea?). La
certificazione dellavvenuto aggiornamento deve seguire
gli stessi canali volontaristici della certificazione dellavvenuto
approfondimento o dellavvenuta specializzazione: nessuno
è obbligato a seguirli, ma chi lo fa acquisisce il diritto
di vantare i livelli che lintelligenza e la buona volontà
gli hanno fatto raggiungere. Facciamola quindi finita con la
raccolta punti ECM e con simili balordaggini e smettiamola di
interrogarci su come e ogni quanto dobbiamo ri-certificare i
medici. Semplicemente le università (e non il circolo
dei medici bocciofili) offrano annualmente un esame di valutazione
delle competenze mediche generali: chi vuol partecipare si iscrive
e, se supera lesame, appende dietro la scrivania il relativo
certificato, con lanno evidenziato bello in grande. Chi
non vuole, fatti suoi.
Antonio Attanasio
Medico di medicina generale
Mandello del Lario (LC)