M.D.
numero 15, 27 aprile 2005
Tribuna
Il pressing istituzionale sulluso corretto
dei farmaci
di Filippo Mele, Medico
di medicina generale, Policoro (MT)
Da parte delle istituzioni è in corso da tempo un
vero e proprio pressing sulluso corretto dei farmaci.
Si è scomodato il ministero della Salute che ha inviato
al domicilio di circa 16 milioni di famiglie italiane un vademecum
sul corretto utilizzo del farmaco accompagnato da una lettera
del premier Silvio Berlusconi che invitava i cittadini a evitare
sprechi. Al ministero hanno risposto alcune Regioni con iniziative
analoghe. E, dulcis in fundo, persino i sindacati si sono interessati
allargomento, anzi sono andati oltre. La Cisl della Lombardia,
per esempio, in collaborazione con il sindacato Fimmg e
lIstituto Mario Negri, ha stampato 300 mila opuscoli su
Medici e farmaci, istruzioni per luso. Una Guida
per il cittadino sul corretto rapporto con il medico di famiglia
e sul consumo di medicinali.
Sono diventati esasperanti gli appelli
e le iniziative istituzionali nel nostro Paese per indurre gli
italiani ad un corretto utilizzo dei farmaci. Un bombardamento
informativo che trasversalmente reca anche un altro messaggio:
Cari medici di famiglia, visto che siete carenti, le istituzioni
suppliscono al vostro vuoto informativo verso gli assistiti.
È ora, però, di dire basta. I Mmg non ne possono
più di vivere tra lincudine delle istituzioni,
che spingono al risparmio, e il martello degli assistiti che
vogliono il farmaco più nuovo e più costoso perché
fa bene solo quello, perché prescritto alla dimissione
dallospedale, perché consigliato dallo specialista
di turno. Non ne possono più di lacci e laccioli che
avvelenano la vita professionale e che non fanno svolgere la
parte più nobile del lavoro, quello clinico, a contatto
diretto con il paziente e con i suoi problemi. Pare che il Servizio
sanitario nazionale e a cascata quelli regionali si possano
salvare solo se, per esempio, invece dellultimo sartano
per combattere lipertensione arteriosa si continuino a
prescrivere i vecchi diuretici. Sarà banale, ma se un
farmaco è stato reso prescrivibile dagli organismi istituzionali
perché il medico non deve utilizzarlo?
Il
moltiplicarsi delle iniziative
Pare che nel nostro Paese la confusione su questi argomenti
regni sovrana. Così, per fare ulteriore chiarezza, alliniziativa
del ministero della Salute è seguita, addirittura, quella
di un sindacato, la Cisl della Lombardia, che, in collaborazione
con Fimmg ed Istituto Mario Negri, ha stampato 300 mila opuscoli
su Medici e farmaci, istruzioni per luso.
Ed iniziative sul corretto uso dei farmaci sono state assunte
anche da altre Regioni dItalia.
A conti fatti, si tratta di qualche milione di euro gettato
via in consulenze per enti privati, università, opuscoli,
manifesti, spot radiofonici e televisivi che lasciano il tempo
che trovano. Quali, per esempio, i riscontri delliniziativa
della Presidenza del Consiglio dei ministri? Cè
stato qualcuno che ne ha monitorato gli effetti? Cè
stato qualche cambiamento nel comportamento degli assistiti
e nel setting della medicina generale? Chi ha le risposte si
faccia avanti. Così, rimane netta limpressione
che il pressing istituzionale, irrobustito dalla Guardia di
Finanza dietro la porta degli studi e dai report mensili sulla
spesa provocata e sugli scostamenti dalle percentuali
di Distretto e di Asl, sia rivolto nei fatti ai medici.
Possibili soluzioni
Come uscirne? Sarà difficile. Forse, un aiuto nellabolire,
o quantomeno contenere, le prescrizioni indotte potrebbe venire
dallintroduzione generalizzata del nuovo ricettario unico
personalizzato e consegnato anche ai medici ospedalieri e ambulatoriali
individuati dalle Regioni. Potrebbe tornare utile inoltre che
un medico di medicina generale entri finalmente nella stanza
dei bottoni dove si decide di farmaci, vale a dire faccia parte
dellAgenzia Italiana del Farmaco. Ma, per carità,
che sia un un medico di famiglia vero, di quelli che tirano
ogni giorno la carretta, a diretto contatto con i pazienti.
Non penso sia idoneo a tale ruolo un Mmg troppo sindacalizzato
che trascorre gran parte del suo tempo ad affrontare, nobilmente,
i problemi della categoria, o uno di quelli professionalizzati,
che si occupano in modo particolare di formazione e ricerca.
Poi, si dia finalmente corpo a linee guida stilate interdisciplinarmente
da Mmg e da specialisti sulle patologie croniche e su quelle
più difficili da gestire anche in termini di costi. E
infine non dimentichiamo che il nodo di unidonea informazione
scientifica sul farmaco è ancora da sciogliere.