M.D.
numero 14, 20 aprile 2005
Linee
guida
Una Consensus per affrontare meglio lšinsonnia
Il Mmg è la figura sanitaria che meglio può
svolgere il lavoro di screening e, in particolare in Italia,
ha labilità e la competenza per giungere a una
gestione corretta del problema. Purtroppo oggi, nonostante la
prevalenza elevata, gli insonni che ricevono una terapia ad
hoc per il loro problema sono ancora pochi e spesso si tratta
di autoprescrizione
In occasione della 5Ē Giornata del Dormiresano
è stata presentata la Consensus italiana dedicata alla
gestione diagnostica e terapeutica dellinsonnia sul territorio,
i cui lavori si sono svolti sotto la presidenza del professor
Mario Giovanni Terzano, direttore del Centro di Medicina del
Sonno della Clinica Neurologica dellUniversità
degli Studi di Parma. I numerosi documenti sinora proposti,
elaborati da specialisti, sono talora di difficile applicazione
nellambulatorio di medicina generale mentre, per divenire
un reale strumento di lavoro, la stesura di un documento di
tal genere deve avvalersi anche della collaborazione della medicina
generale oltre che, naturalmente, da esperti dellAssociazione
Italiana Medicina del Sonno (Disease Management Health Outcomes
2005; 13: 3-33).
Nella stesura del documento sono stati tenuti in considerazione
tre fattori chiave, vale a dire lattuale situazione italiana
della gestione dellinsonnia da parte del Mmg, già
emersa dalle indagini osservazionali Morfeo 1 e Morfeo 2, le
conoscenze sullinsonnia, proprie degli specialisti delle
malattie del sonno e la conoscenza dellattività
sul territorio e del malato che si presenta nellambulatorio
del Mmg.
Le informazioni e gli elementi clinici sullinsonnia -
ha commentato il Prof. Terzano - vale a dire rispettivamente
gli elementi conoscitivi e gli elementi procedurali) selezionati
e validati sono stati inseriti in 4 aree tematiche.
-
Screening:
distinzione dellinsonnia da altre patologie del sonno.
-
Diagnosi:
riconoscimento dei sintomi notturni, delle ripercussioni diurne,
delle complicanze e delle comorbilità; identificazione
delle forme legate ad altri disturbi del sonno (sindrome delle
gambe senza riposo, sindrome delle apnee ostruttive, disturbi
del ritmo circadiano, mioclonie notturne); valutazione dellinfluenza
dellinsonnia sulla prognosi di comorbilità.
-
Terapia:
conoscenza e dimestichezza con il repertorio farmacologico
per linsonnia, per la selezione del farmaco più
adatto alle esigenze specifiche di ogni paziente.
-
Follow-up:
importanza del monitoraggio nel tempo dellinsonnia per
poter intervenire con gli opportuni aggiustamenti terapeutici
(elementi di valutazione sono: terapia, regolarità
dei controlli, fenomeni di tolleranza, segni di dipendenza,
incremento posologico autonomo del paziente, autosomministrazione).
Tabella
1 - Alcune caratteristiche dellšinsonnia |
Indicatori
notturni dellinsonnia
difficoltà frequente alladdormentamento
risvegli notturni frequenti con difficoltà
al riaddormentamento
risvegli precoci al mattino con
impossibilità al riaddormentamento
cattiva qualità del sonno notturno,
percepito come scarsamente ristoratore
Indicatori diurni dellinsonnia
astenia
disturbi dellattenzione e della memoria
ansia e irritabilità
depressione
sonnolenza |
|
Tabella
2 - Durata dellšinsonnia |
Insonnia occasionale
Insonnia insorta recentemente
(meno di 1 mese)
Insonnia persistente o cronica
(più di 1 mese) |
Caratteristiche
dellinsonnia
Linsonnia
è lesperienza di un sonno insufficiente o di scarsa
qualità e si esprime con sintomi notturni ed eventualmente
anche con sintomi diurni (tabella 1). Oltre alla durata (tabella
2), altri criteri di classificazione dellinsonnia sono la
gravità (vale a dire il numero di notti a settimana in
cui il paziente dorme male) e leziologia. Una prevalenza
di difficoltà nelladdormentamento suggerisce la presenza
di fattori condizionanti negativi per il sonno (timore di non
dormire o di non riaddormentarsi dopo eventuali risvegli), di
disturbi distimici con caratteristiche ruminative-ossessive, di
unalterazione del ritmo sonno-veglia o più semplicemente
di errori di igiene del sonno.
Se linsonnia è caratterizzata soprattutto da una
difficoltà a mantenere il sonno, ci si potrà orientare
verso la ricerca di stress psicosociali, disturbi psichiatrici
(depressione, ansia), patologie internistiche, sindromi dolorose,
eccesso di alcolici, farmaci, russamento abituale e apnee notturne,
mioclono notturno, disturbo del ritmo circadiano da fase
del sonno anticipata, disturbi ambientali.
Insonnia e disturbi psichiatrici
Talvolta linsonnia può costituire il segno precursore
di altre patologie. Linsieme degli studi clinici e
delle ricerche fisiopoligrafiche - ha precisato Terzano - ha dimostrato
la stretta connessione esistente tra insonnia e depressione: le
due patologie condividerebbero alcuni meccanismi neurobiologici
e linsonnia rappresenterebbe laspetto preclinico o
il sintomo residuo della depressione ed esprimerebbe una condizione
di vulnerabilità al disturbo dellumore.
Alcuni studi hanno confermato che in oltre il 70% degli insonni
cronici è possibile individuare la presenza di un disturbo
depressivo e che linsonnia, quando si protrae per almeno
2 anni, espone a un rischio di depressione doppio rispetto alla
popolazione non insonne e a un aumentato rischio di suicidio.
Il rapporto tra insonnia e depressione si avvale anche degli studi
sui lavoratori turnisti, molti dei quali sembrano destinati a
manifestare disturbi del sonno sempre più gravi, che non
raramente precedono il corteo sintomatologico dei disturbi dansia
e della depressione.
Approccio terapeutico allinsonnia
Lapproccio più realistico è rappresentato
da un trattamento farmacologico, che va sempre personalizzato
considerando le caratteristiche del paziente, quelle del suo ambiente
familiare e del suo contesto lavorativo. Inoltre, vista la frequente
comorbilità dellinsonnia con altre patologie, la
diagnosi delle malattie concomitanti è un momento essenziale:
i disturbi del sonno possono influenzare negativamente il decorso
della condizione coesistente e, daltro canto, un trattamento
efficace dellinsonnia può migliorare in maniera evidente
la patologia associata. Uno studio ha per esempio dimostrato che
la terapia a breve termine con ipnotici non solo migliora il sonno
e la sonnolenza diurna in pazienti con artrite reumatoide, ma
anche la rigidità mattutina degli arti.
Gli obiettivi della terapia farmacologica sono rivolti al miglioramento
della qualità della vita del paziente, alla prevenzione
delleventuale progressione di una forma acuta verso uninsonnia
cronica e infine, in caso di morbilità, a un trattamento
che ripristini un buon sonno per migliorare anche la malattia
concomitante.
Gli ipnotici maggiormente utilizzati sono le benzodiazepine e
gli ipnotici non benzodiazepinici. Le prime hanno effetti ansiolitici,
sedativi, miorilassanti e anticonvulsivi, ma il loro utilizzo
è stato associato a effetti collaterali che possono compromettere
la compliance del paziente o che esigono particolari attenzioni
(per esempio nella popolazione anziana). In alternativa sono stati
sviluppati nuovi agonisti dei recettori per le BDZ (tra cui zolpidem,
zopiclone), con azione prevalentemente ipnoinducente e privi di
attività miorilassante e anticonvulsivante, che hanno dimostrato
di rispettare la struttura fisiologica del sonno nei soggetti
sani, di migliorarla negli insonni e che hanno scarso rischio
di insonnia rebound o di sindrome da sospensione se somministrati
alle dosi terapeutiche.
Importanza del follow-up
Lultimo punto critico della gestione dellinsonnia
è rappresentato dalla fase di follow-up. Gli studi Morfeo
1 e 2 hanno registrato che una percentuale elevata dei pazienti
non risponde adeguatamente alla terapia farmacologica, la prosegue
per tempi lunghi sperando in una efficacia tardiva, tende a un
incremento posologico e ha una spiccata tendenza allautocura.
Dopo il miglioramento dellinsonnia il medico potrà
valutare la possibilità di sospendere o modificare la terapia,
prolungandola se è il caso, ma scoraggiando comportamenti
di autogestione del farmaco e di aumenti posologici non giustificati.
Potrebbe infine rivelarsi opportuno un utilizzo intermittente
del farmaco, la sua sostituzione con unaltra molecola o
lassociazione con interventi non farmacologici. In conclusione,
la Consensus è lespressione delle conoscenze degli
specialisti sullinsonnia che i medici di medicina generale
hanno adattato alla pratica clinica, identificando linsonnia
come una reale malattia che, come tale, deve essere indagata,
approfondita e trattata in tutti i pazienti che la segnalano e
in presenza di altre malattie, internistiche o psichiatriche (tabella
3).
Tabella
3 Elementi utili per la gestione ambulatoriale dellšinsonnia |
Linsonnia dovrebbe sempre essere diagnosticata
se il paziente si lamenta
spontaneamente e trattata anche se non espressamente richiesto
Linsonnia dovrebbe sempre essere ricercata
e trattata in concomitanza
con patologie psichiatriche e internistiche
Linsonnia dovrebbe sempre essere ricercata
in concomitanza con disturbi dellumore
Linsonnia può essere gestita prevalentemente
dal Mmg
La causa di insonnia dovrebbe sempre essere ricercata
per la gestione diagnostica e terapeutica
È preferibile utilizzare ipnotici a emivita
breve
È preferibile utilizzare ipnotici non-benzodiazepinici
per la maneggevolezza.
Gli ipnotici benzodiazepinici sono indicati in situazioni
specifiche
In caso di depressione è preferibile utilizzare
ipnotici non-benzodiazepinici
È preferibile utilizzare ipnotici con formulazioni
in compresse
Levoluzione dellinsonnia e della sua
terapia devono essere rivalutate nel tempo
Lautogestione della terapia deve essere sconsigliata
ed evitata
In caso di inefficacia del farmaco ipnotico la dose
consigliata non deve essere aumentata, ma è necessario
modificare la terapia o rivalutare la diagnosi |
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