M.D.
numero 14, 20 aprile 2005
Farmaci
Evidenze sullšimpiego dei coxib dopo le pronunce
degli enti regolatori
Gli inibitori selettivi della ciclossigenasi 2 rimangono
una valida opzione terapeutica per il trattamento del dolore
reumatico. Viene raccomandata cautela nella loro prescrizione
a pazienti con fattori di rischio cardiovascolare e con vasculopatia
periferica ed è stata posta controindicazione assoluta
allimpiego nei pazienti con malattia cardiaca o stroke
Grande
è il disordine sotto il cielo, ma la situazione non è
eccellente: la parafrasi della celebre frase maoista si sarebbe
potuta applicare alla vicenda degli inibitori selettivi della
ciclossigenasi 2 - i cosiddetti coxib - e alle caotiche notizie
apparse sui media negli ultimi mesi relative alla loro tossicità
cardiovascolare, che da una parte hanno allarmato i pazienti
e dallaltra hanno creato disorientamento nella classe
medica riguardo alla loro sicurezza dimpiego.
La sicurezza dei farmaci
Il capitolo relativo alla sicurezza dei farmaci utilizzati nella
pratica clinica è stato clamorosamente riaperto nel settembre
2004 con il ritiro di rofecoxib dal mercato mondiale, voluto
dallazienda produttrice senza imposizione da parte degli
enti regolatori, a causa di un aumentato rischio di eventi cardiovascolari.
Dal ritiro di rofecoxib si sono susseguiti i dati di studi che
riportavano un simile rischio cardiovascolare per altre molecole
della stessa classe, che hanno acceso un ampio dibattito nel
mondo accademico internazionale. Sulla base delle evidenze disponibili
le autorità regolatorie (FDA, EMEA e AIFA) hanno valutato
la sicurezza degli inibitori della Cox-2 e deciso precauzioni
duso e controindicazioni.
z Le decisioni degli enti regolatori
Il comitato di esperti della Food and Drug Administration ha
stabilito che il rapporto rischio/beneficio dei coxib è
favorevole. La FDA ha decretato che per rofecoxib i dati di
efficacia, rispetto a quelli concernenti il rischio cardiovascolare,
meritano di essere riconsiderati e rivalutati, al punto da renderne
plausibile la reintroduzione.
È unanime allinterno del panel lopinione
che per questi farmaci sia necessario mettere a punto misure
educazionali e informative dirette sia a medici sia a pazienti
per evidenziarne le modalità duso.
Nel febbraio 2005 lEMEA ha annunciato una serie di misure
da adottare in attesa che si concluda la procedura di rivalutazione
dellintera classe. Lente europeo ha concluso che
i dati disponibili mostrano un aumento del rischio di eventi
avversi cardiovascolari per tutta la classe dei coxib. I dati
suggeriscono inoltre che la probabilità di insorgenza
di un evento avverso cardiovascolare è associata alla
dose e alla durata del trattamento e le misure restrittive di
sicurezza sono state prese per tutti gli inibitori della Cox-2
autorizzati e commercializzati nellUnione Europea.
LAIFA ha fatto proprie le decisioni dellEMEA, invitando
i medici a non utilizzare i coxib nei pazienti con malattia
cardiaca o stroke e nei pazienti con ipertensione non controllata
(questultima raccomandazione riguarda letoricoxib)
e a prestare particolare attenzione nella prescrizione a pazienti
con fattori di rischio cardiovascolare e a quelli affetti da
vasculopatia periferica.
Opinioni a confronto
Va premesso che ogni farmaco è associato a effetti
collaterali - sottolinea Stefano Bombardieri, Presidente della
Società Italiana di Reumatologia - e la storia degli
inibitori della Cox-2 ci ha ricordato quanto sia importante
prestare grande attenzione nella somministrazione di ogni farmaco.
Lallarme suscitato dai recenti eventi e lenorme
impatto mediatico hanno inizialmente influenzato, in senso negativo,
latteggiamento prescrittivo della classe medica riguardo
ai coxib, ma lapprofondita analisi dei dati che ne è
conseguita e le recenti posizioni degli enti regolatori hanno
contribuito a modificare liniziale impatto emotivo e a
ricondurre la materia nei termini di una corretta posizione
scientificamente sostenibile.
Se lEMEA e la FDA avessero considerato i coxib definitivamente
cardiolesivi o cardiotossici li avrebbero sicuramente tolti
dal mercato, cosa che invece non è accaduta commenta
Giovanni Minisola, Direttore dellUnità Operativa
Complessa di Reumatologia dellOspedale San Camillo
di Roma. Bene hanno fatto comunque gli enti regolatori
a richiedere una maggiore sorveglianza e un più attento
monitoraggio di questi nuovi farmaci; sorveglianza e monitoraggio
che dovrebbero essere attuati per motivi prudenziali anche nei
confronti dei vecchi antinfiammatori.
Il rischio cardiovascolare ha avuto un peso più
rilevante nelle dichiarazioni dellEMEA rispetto alle posizioni
della FDA fa notare Luigi Di Matteo, Direttore dellUnità
Operativa Complessa di Reumatologia dellOspedale Santo
Spirito di Pescara.
LEMEA ritiene infatti che tutti i coxib sono controindicati
in pazienti con malattia cardiaca o stroke e che comunque, nei
pazienti a rischio cardiovascolare (ipertensione, dislipidemia,
diabete, fumo) o con vasculopatia periferica, essi debbano essere
utilizzati sotto stretto controllo consigliando dosi più
basse e tempi di cura più brevi.
Nella realtà non viene aggiunto nulla di nuovo
a quanto già si praticava in precedenza puntualizza
il Prof. Minisola.
Per quanto riguarda la mia personale esperienza attuavo
queste precauzioni al momento della prescrizione già
prima delle nuove decisioni dellEMEA, in quanto tutti
i Fans, vecchi e nuovi, vanno somministrati sempre con prudenza
in pazienti ipertesi o che abbiano una condizione renale non
perfettamente funzionante.
In ambito terapeutico le generalizzazioni possono portare a
sommari giudizi entusiastici come pure a delusioni non giustificate.
Ribadisce il Prof. Di Matteo: Le molecole a disposizione
per la gestione del dolore e dellinfiammazione nel paziente
reumatico sono numerose, dotate ognuna di un originale profilo
farmacologico: ciò consente al clinico di proporre una
scelta terapeutica il più possibile misurata sul paziente.
I coxib sono farmaci efficaci per il trattamento del dolore
infiammatorio acuto e cronico e queste proprietà sono
un dato indubbio e condiviso.
Proprio le caratteristiche di pronta efficacia unita ad una
migliore tollerabilità gastrointestinale rispetto ai
Fans hanno consentito ai coxib di riscuotere un particolare
apprezzamento da parte dei medici di medicina generale.
Che posizione ha ora il medico di famiglia verso questi farmaci?
Questo il parere di Carmela Zotta, responsabile nazionale del
Dipartimento di Reumatologia AIMEF: Ho una buona esperienza
nelluso dei coxib e li ho sempre impiegati con la responsabilità
propria di ogni medico scrupoloso.
Rivendico la libertà prescrittiva per questi come per
tutti gli altri farmaci a nostra disposizione, ovviamente tenendo
conto non solo della mia esperienza ma anche delle informazioni
che provengono dalla comunità scientifica e delle indicazioni
degli enti regolatori, il cui compito è comunque quello
di vigilare nel tempo sulla sicurezza di tutti i presidi terapeutici
che hanno autorizzato.
Gli elementi chiave per la corretta prescrizione
Nella pratica quotidiana è il medico che deve attentamente
valutare e monitorare in ogni singolo paziente se i vantaggi
del trattamento con coxib siano superiori al rischio di eventi
avversi.
Rammenta il Prof. Bombardieri: Unaccurata anamnesi
è essenziale: va individuato se il nostro paziente è
a rischio gastrointestinale, renale, cardiovascolare, se assume
farmaci anticoagulanti, acido acetilsalicilico o farmaci antidiabetici.
Poi bisogna consigliare di assumere sempre gli antinfiammatori
a stomaco pieno, di prendere la dose minima efficace e per cicli
possibilmente brevi e, in caso di scarsa tollerabilità
gastrica, vanno associati a gastroprotettori.
Nuovi
studi per una migliore definizione degli effetti cardiovascolari
|
Va
ricordato che i coxib sono entrati nellocchio del
ciclone perché hanno subito indirettamente gli effetti
negativi correlati al loro impiego in situazioni cliniche
particolari.
Gli eventi cardiovascolari presi come punto di riferimento
sono emersi fondamentalmente nel corso di studi effettuati
su soggetti con patologie gastroenteriche di tipono neoplasticono
o assimilabile a patologia oncologica o dopo bypass aortocoronarico,
che non rispecchiano la situazione reale di impiego.
La decisione di ritirare dal mercato il rofecoxib si è
basata sui dati emersi dallo studio APPROVe (Adenomatous
Polyp Prevention on Vioxx).
Nella sperimentazione, condotta su 2.563 pazienti, il farmaco
veniva testato per un periodo di trattamento di tre anni
in una indicazione terapeutica - poliposino recidivante
in pazienti con storia di adenomano del colon-retto - diversa
da quelle approvate a livello internazionale.
I coxib sono attualmente autorizzati per la terapia sintomatica
dellartrosi, dellartrite reumatoide e della
gotta acuta e in queste patologie i tempi di trattamento
sono inferiori a quelli raggiunti negli studi che hanno
messo in evidenza gli effetti collaterali.
Va anche segnalato che la FDA ha autorizzato la prosecuzione
di un ampio studio a lungo termine denominato MEDAL (Multinational
Etoricoxib Diclofenac Arthritis Long-term), avviato nel
2002 e condotto su 23.450 pazienti con osteoartrosi e artrite
reumatoide per verificare gli effetti cardiovascolari di
etoricoxib versus diclofenac.
I risultati dello studio, che dovrebbe terminare nei primi
mesi del 2006, consentiranno di fornire una informazione
più precisa sul profilo di rischio dei coxib in rapporto
ai Fans. |