Editoriale
La difficile tenuta del servizio sanitario
Non si deve continuare a denigrare
il Servizio sanitario nazionale per fini politici, perché
fa male non tanto
al Governo, nazionale o regionale che sia, ma ai cittadini creando
sfiducia. È questo linvito che il ministro della
Salute Girolamo Sirchia ha rivolto alle opposizioni prima dellappuntamento
elettorale, forte del rifinanziamento al rialzo del Fondo sanitario
nazionale che lo ha portato al 6.3% del Prodotto Interno Lordo,
contro il 5.5% di 10 anni fa.
Eppure questo sistema, che comunque si sta dando strumenti di
lavoro importanti come contratti, convenzioni, diversi Piani
strategici e si pone il problema di disporre di un flusso di
capitali adeguato e costante, sconta picchi e depressioni,
come li ha definiti lo stesso ministro della Salute, che rischiano
di metterlo costantemente in discussione. L'introduzione dei
ticket, l'aumento delle liste d'attesa, l'aumento della spesa
a carico delle famiglie,
il contratto dei medici che non viene rinnovato da 38 mesi,
il blocco degli investimenti nella ricerca e nell'edilizia sanitaria,
la cartolarizzazione della rete ospedaliera a fronte dellinsostenibilità
dei costi di gestione: sono alcune delle piaghe storiche del
Ssn italiano contro le quali ancora nessuna maggioranza di governo
è riuscita a misurarsi con successo in tutto il territorio
nazionale.
LAccordo del 23 marzo scorso tra Stato e Regioni cerca
di dare risposte di sistema al rischio ordine sparso,
accentuato dalla riforma della Costituzione in senso federalista.
Garantire un flusso informativo adeguato e diretto alla Cabina
di Regia del Ssn, rimessa in pista per le necessità di
governo, è la prima misura di salvaguardia messa in campo.
Prevenzione, aggiornamento, percorsi diagnostici e terapeutici
uniformi, oltre alla tenuta dei conti, come condizioni per portare
a casa tutti i fondi della Sanità sono un secondo passo
importante.
Ma lemergenza Livelli essenziali di assistenza
è la più difficile a risolversi, e per monitorarla
viene messo in pista lennesimo organismo di controllo:
un Comitato paritetico permanente per la loro verifica, istituito
presso il ministero della Salute, con 4 uomini del dicastero,
2 dellEconomia, uno del dipartimento Affari Regionali
e 7 delle Regioni, che si avvale dellAgenzia per i Servizi
sanitari regionali e delle informazioni del sistema informatico
per tenere sotto controllo il Sistema Italia.
Ma giocare su più tavoli sarà davvero la giusta
soluzione? E ci saranno abbastanza giocatori, con le idee sufficientemente
chiare, per occupare proficuamente tutte le nuove poltrone disponibili?